Pubblichiamo qui di seguito una interpellanza che i deputati MPS hanno inoltrato oggi al Consiglio di Stato. La questione di fondo resta quella di cui si è discusso nei mesi scorsi: e cioè la decisione del DECS di non aprire il concorso per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole medie superiore per l’anno scolastico che sta per iniziare. Decisione che aveva, giustamente, fatto incavolare le 13 persone che stavano terminando l’abilitazione e che speravano (legittimamente) di poter almeno partecipare a un concorso.
Ora, attendiamo la presa di posizione del Consiglio di Stato che dovrà spiegare, tra le altre cose, per quale ragione poco più di tre mesi sosteneva che non apriva un concorso poiché “non avrebbe in ogni caso condotto a prospettive concrete di impiego per l’anno scolastico 2025/2026”, mentre oggi ci troviamo con decine di ore a disposizione (e alcuni posti di lavoro) che sono stati assegnati senza l’ausilio dei risultati di un concorso che avrebbe sancito una graduatoria oggettiva. (Red.)
Sollecitato dalle numerose interrogazioni e interpellanze relative alla decisione di non aprire i concorsi per l’anno scolastico 2025/2026 per l’insegnamento dell’italiano nelle SMS, governo e DECS avevano, tra le altre cose, risposto (lo scorso 9 aprile – quindi non più di 4 mesi fa) quanto segue:
“La mancata assegnazione di ore di incarico limitato agli studenti e alle studentesse del DFA/ASP all’inizio dell’anno accademico 2024/2025 lasciava presagire una situazione di scarsità di ore disponibili per l’anno scolastico successivo, ma non tale da precludere di principio la possibilità di poter partecipare a un concorso. Tra dicembre 2024 e gennaio 2025 – al momento di determinare le nuove nomine o gli aumenti di nomina – i capi sezione delle scuole medie superiori, con il Collegio dei direttori, hanno verificato sulla base dei dati aggiornati l’esigenza di nuovi docenti per le varie materie per l’anno scolastico 2025/2026 per valutare l’apertura delle procedure di assunzione di nuovi docenti del medio superiore. A seguito dei calcoli effettuati e delle consultazioni con i direttori, le figure più informate sulle potenziali variazioni di fabbisogno, i capi sezione hanno però rilevato un fabbisogno aggiornato nullo di nuovi docenti di italiano. Appurata la mancanza di ore di italiano da attribuire per l’anno scolastico 2025/26, la Sezione dell’insegnamento medio superiore (SIMS), sentite la Divisione della scuola e la Direzione del DECS, ha deciso di non avviare la procedura di selezione per l’italiano, al fine di evitare di sottoporre inutilmente docenti abilitati o in abilitazione a un’ulteriore prova (peraltro onerosa per impegno e tempo) che non avrebbe in ogni caso condotto a prospettive concrete di impiego per l’anno scolastico 2025/2026”. (sottolineatura nostra)
Da indicazioni che provengono dagli istituti scolastici (che già hanno assegnato in maniera quasi definitiva le ore di insegnamento per l’anno scolastico 2025/2026) sembra emergere un quadro diverso da quello indicato dalla direzione della Sezione dell’Insegnamento medio superiore (SIMS) lo scorso aprile e fatta propria dal Consiglio di Stato nella risposta che abbiamo qui sopra riportato.
In particolare – e lo affermiamo anche per contatto diretto con alcune persone coinvolte – sembrerebbe che, per finire, sia emersa la disponibilità di un numero maggiore di ore di insegnamento rispetto a quanto ipotizzato sulla base delle proiezioni – date per sicure – nel mese di aprile.
Avendo rinunciato al concorso e non potendo disporre quindi di una graduatoria oggettiva frutto di questo concorso, l’assegnazione di queste ore è avvenuta attraverso degli incarichi limitati, di fatto vere e proprie supplenze annuali.
Alla luce di queste considerazioni, formuliamo le seguenti domande
1. Corrisponde al vero che – al momento dell’assegnazione delle ore di insegnamento di italiano nelle SMS avvenuta a inizio luglio – le ore disponibili erano superiori a quelle necessarie per rispondere al fabbisogno di incaricati e nominati?
2. Se sì di quante ore, corrispondenti a quanto posti a tempo pieno?
3. A cosa è dovuto questo nuovo scostamento tra le previsioni e lo sviluppo della situazione? Come mai si è passati da una indicazione a metà aprile secondo la quale non vi erano “prospettive concrete di impiego per l’anno scolastico 2025/2026” alla possibilità di disporre della possibilità di assegnare ore di insegnamento?
4. In mancanza di un concorso e quindi di un esito che stabilisce anche una graduatoria concreta, secondo quali criteri si è proceduto alla distribuzione di queste ore di insegnamento?
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