Ritratti milionari: ovvero dove trovare i soldi per l’iniziativa 10% (2)

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La campagna contro l’iniziativa del PS, che vuole fissare al massimo al 10% del reddito disponibile i premi di cassa malati, insiste — con il ministro Vitta in testa — sul presunto effetto catastrofico dell’accoglimento dell’iniziativa: un costo di 300 milioni, pari a un aumento del 20% delle imposte.
A questa propaganda va risposto con un dato semplice: basterebbe un modesto contributo fiscale di poche decine di ultra-milionari residenti in Ticino. Secondo Bilanz, una ventina di loro possiede fortune che sommate raggiungono i 35 miliardi di franchi. Meno dell’1% di aggravio fiscale su questi “centomilionari” e miliardari garantirebbe il finanziamento di questa riforma, permettendo a due terzi delle famiglie ticinesi di ridurre i premi al 10%: un sollievo di fronte a un peso sempre più insopportabile.
Ma chi sono questi super-ricchi che oggi, con l’attuale sistema iniquo, pagano lo stesso premio di cassa malati di un postino, un ferroviere, un pensionato, un panettiere, un meccanico, un impiegato?
Nel quadro della campagna a sostegno dell’iniziativa, presenteremo nei prossimi giorni – sul nostro sito e su instagram – alcuni “ritratti milionari”: brevi profili di questi privilegiati.

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Sir Lindsay Owen-Jones, tra jet, barche a vela e auto da corsa

L’ex CEO di L’Oréal, che si diverte a collezionare auto sportive e a sfrecciare sui circuiti, ha “generosamente” donato 30 milioni alla sua vecchia università. Un importo destinato a finanziare una nuova biblioteca e qualche alloggio per studenti. Una cifra che può sembrare enorme, ma che per lui rappresenta appena il 2% del suo patrimonio (circa 1,5 miliardi).
Altro che generosità: ogni anno quest’uomo incassa circa 20 milioni solo dai dividendi della multinazionale che ha diretto. La sua fortuna cresce senza alcuno sforzo, mentre quei 30 milioni non intaccano minimamente la sua ricchezza: sono poco più che briciole in confronto ai suoi guadagni.
Un gesto che fa notizia, certo, ma che non sposta di una virgola la sproporzione abissale tra i suoi privilegi e le difficoltà quotidiane di chi deve fare i conti con il bilancio familiare.
E a noi ticinesi (e soprattutto ai luganesi che lo ospitano), Sir Lindsay Owen-Jones — il globalista che non avrebbe più potuto rientrare comodamente da Malpensa a Lugano con il suo jet privato — aveva persino pensato di fare un altro “regalo”. Nel 2021, infatti, guidò una cordata di investitori pronta a mettere sul piatto parecchi milioni per rilanciare l’aeroporto di Agno. Il tutto, come nel caso del discusso PSE, con la formula del partenariato pubblico-privato.
Il risultato sarebbe stato evidente: nessuna utilità sociale o economica per la collettività — quella che ogni mese lotta per arrivare a fine mese — ma soltanto costi, finanziari e ambientali, per tutti. In particolare per chi vive nei comuni che circondano lo scalo.
Fortunatamente, almeno per ora, quel “regalo” non si è concretizzato.

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