Francia. Dopo la giornata del 10 settembre, continuare verso lo sciopero del 18, Macron se ne deve andare!

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È quindi il quarto primo ministro a cadere e, per la prima volta nella storia della Va Repubblica, a seguito di un voto di fiducia. Profondità della crisi, illegittimità del potere macronista, ma anche degrado delle istituzioni in una situazione in cui tutto sembra fatto per aprire le porte del potere all’estrema destra. La situazione è quindi piena di pericoli. Ed è proprio attraverso la mobilitazione che potremo imporre una soluzione progressista, che risponda agli interessi della nostra parte sociale: condivisione della ricchezza, aumento dei salari, pensionamento a 60 anni, sviluppo dei servizi pubblici ed estensione della sfera della gratuità, regolarizzazioni, ecc.

Il 10 settembre ha dato il via alla controffensiva

Il 10 settembre ha mostrato le possibilità e le sfide che il «movimento del 10 settembre» deve affrontare.
In un contesto in cui l’insieme della sinistra sociale e politica non ha colto appieno l’importanza di questa giornata, i raduni e le manifestazioni di mercoledì hanno comunque riunito un numero consistente di persone. Abbastanza da dimostrare che la rabbia c’è. Dopo i 200 raduni per l’addio di Bayrou lunedì, la mobilitazione c’è stata e dimostra che Macron, Bayrou e le loro politiche sono massicciamente respinti nel Paese.

Sono politicamente in minoranza e governano per una minuscola parte di ultra-ricchi. Dopo la caduta di Bayrou e del suo governo, la giornata del 10 lancia la controffensiva delle classi popolari e dei giovani. La sfida ora è quella di rendere questo movimento duraturo. E che possa continuare a movimentare l’agenda politica e sindacale.

Rafforzare l’auto-organizzazione

Per radicare la mobilitazione è necessario rafforzare l’auto-organizzazione promuovendo assemblee generali laddove siamo presenti: quartieri, luoghi di studio, luoghi di lavoro, ecc. e mettendo al servizio della mobilitazione le nostre risorse militanti e logistiche. È in queste assemblee generali che si deciderà il seguito della mobilitazione, è in queste assemblee generali che si stringono i legami militanti che consentono l’accumulo di esperienze e la costruzione del rapporto di forze. È in queste assemblee generali che si possono discutere in modo più democratico le rivendicazioni e i mezzi di azione.
Per molte persone si tratta della prima mobilitazione. È importante accumulare molto rapidamente esperienza nei dibattiti e nelle azioni collettive. La qualità e il numero delle strutture di auto-organizzazione, in particolare nelle aziende, è l’unico modo per il movimento di costruire la propria dinamica e continuare a imporre i propri ritmi di mobilitazione.

Verso lo sciopero del 18

Chiaramente, la prossima data da preparare è lo sciopero del 18 settembre. Ma anche le mobilitazioni del 10 settembre hanno una loro temporalità. Per garantirne la tenuta, è necessario collegarsi ai settori in lotta e alle reti militanti che sciopereranno il 18, senza però allineare il ritmo del movimento del 10 settembre a quello delle direzioni sindacali. A termine, vogliamo vedere questi due movimenti convergere.

E se il 18 settembre deve essere l’obiettivo dei comitati del 10 settembre, questi ultimi devono dotarsi di scadenze proprie prima e dopo il 18.

Costruire azioni di collegamento

È a livello delle università, dei quartieri, delle aziende che dobbiamo contribuire a far emergere collettivi che discutano come continuare la mobilitazione. Lavorare per proporre date e azioni di collegamento che consentano di radicare il movimento. In alcune città si discute già dell’organizzazione di manifestazioni per sabato 13 settembre. Dopo il 10, è importante continuare le diverse forme di mobilitazione e collegarle alla giornata di sciopero interprofessionale del 18 settembre. È importante costruire una risposta massiccia contro la repressione di questo governo decaduto e di fronte a un potere illegittimo.

È il sistema che bisogna cambiare

Perché la caduta di Bayrou non basta. Dopo Bayrou, è Macron che deve andarsene! Bisogna stanare Macron e tutti gli altri, con la mobilitazione di piazza e con lo sciopero! Ma al di là di questo, è il sistema che deve essere cambiato in profondità: siamo noi che lavoriamo, quindi siamo noi che dobbiamo decidere. Solo la nostra mobilitazione permetterà di far arretrare il padronato e i governi al suo servizio. È tempo di imporre un’altra ripartizione della ricchezza e di porre fine alle istituzioni della Va Repubblica.

*articolo apparso sul sito dell’NPA-Anticapitaliste il 10 settembre 2025

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