È noto alle cronache come “il finto cuoco di Berlusconi”, un paio di anni fa era stato condannato per truffa aggravata in Italia, ed ora si sarebbe stabilito nel locarnese dove ha aperto una ditta, secondo quanto riporta il portale tio.ch. Da nostre informazioni abiterebbe a Minusio. Nella Svizzera italiana, il 48enne avrebbe già raggirato una ventina di produttori di vino l’anno scorso per un totale di quasi 55’000 franchi. Per quella vicenda l’uomo sarebbe stato condannato a sei mesi di carcere nel nostro cantone, ma in precedenza era stato già condannato anche in Italia per truffa e altri reati.
Nell’aprile del 2015 il Dipartimento delle istituzioni ha deciso di introdurre come misura straordinaria per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza sul nostro territorio l’obbligo di presentazione dell’estratto del casellario giudiziale e dei carichi pendenti per il rilascio e il rinnovo dei permessi B e G”. A novembre del 2015 il Governo cantonale ha sospeso la richiesta dei carichi pendenti, in concomitanza con la candidatura di Norman Gobbi al Consiglio federale nella fila dell’UDC.
Il consigliere di Stato Norman Gobbi, che ha sempre vantato l’efficacia dell’obbligo di presentazione del casellario giudiziale, ha pure assicurato che a partire dal mese di dicembre 2013 i collaboratori dell’Ufficio della migrazione (UM), prima di rilasciare o di rinnovare un permesso di soggiorno o di lavoro in Svizzera, sono tenuti a eseguire dei controlli sistematici sui motori di ricerca in internet, nel tentativo di individuare elementi indicativi del fatto che la persona straniera in questione abbia o meno interessato in Svizzera o all’estero le Autorità di polizia e giudiziarie.
Non ci si spiega quindi come questa persona avrebbe potuto ottenere un permesso per risiedere in Ticino e aprire un ditta, tanto più che dal nostro cantone vengono espulse intere famiglie e persone la cui sola colpa è quella di essere rimaste senza un lavoro. A meno che il problema non sia relativo a una particolarità dell’estratto dal casellario giudiziale italiano: questo documento – che in Italia si chiama certificato penale o fedina penale – riporta le condanne penali passate in giudicato, ma solo quelle di una certa gravità. Solo le autorità possono visionare tutte le condanne, nell’estratto invece alcune non figurano, nemmeno se a richiederlo (e consegnarlo alle autorità ticinesi) sono i condannati stessi.
Chiediamo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:
1 – La polizia cantonale e la sezione della popolazione hanno ricevuto segnalazioni in merito a questo caso?
2- l’uomo in questione risiede in Ticino? Se sì, con che tipo di permesso e quando è stato rilasciato? È stato richiesto l’estratto del casellario giudiziale? È stata effettuatala ricerca con i motori di ricerca?
3 – come è stato possibile per l’uomo in questione aprire una ditta se era già stato condannato in Ticino? Per iscriversi al Registro di commercio è necessario presentare il casellario giudiziale?
4 – l’estratto del casellario giudiziale italiano riporta tutte le condanne passate in giudicato? Vi figurano le condanne per truffa o fallimento fraudolento?
5 – Se l’estratto del casellario giudiziale italiano non riporta tutte le condanne, come è possibile per l’Ufficio migrazione scoprire i truffatori o i fallitori seriali?
6 – a quanti truffatori o fallitori seriali è stato negato il permesso B dal 2015 ad oggi?
7 – a quanti truffatori o fallitori seriali è stata negata l’iscrizione al Registro di commercio negli ultimi anni?
*Interrogazione al Consiglio di Stato del Gruppo MPS-POP-Indipendenti Pronzini, Arigoni, Lepori