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Pubblichiamo il testo della risoluzione approvata in coda alla manifestazione, indetta da ErreDiPi (la rete in difesa delle pensioni) contro il taglio alle pensioni tenutasi questo mercoledì 28 settembre a Bellinzona e che ha visto una forte mobilitazione del personale pubblico. 3’500 partecipanti: una delle più importanti manifestazioni degli ultimi anni. (Red)

La manifestazione odierna promossa dall’ErreDiPi – Rete per la Difesa delle Pensioni – ha preso atto con grande preoccupazione della decisione di principio, presa dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto di Previdenza del Cantone Ticino, di ridurre il tasso di conversione a partire dal 1° gennaio 2024.

L’ErreDiPi osserva con amarezza e sconcerto quanto le nostre condizioni salariali e previdenziali siano peggiorate nettamente e bruscamente negli ultimi due decenni, in particolare per le assicurate e gli assicurati* nati a partire dal 1963. Tale degrado è stato determinato da una serie di misure che, a partire dalla fine degli anni ’90, ha penalizzato il pubblico impiego. Tra queste misure la più pesante è stata sicuramente, nel 2013, il passaggio dal primato delle prestazioni al primato dei contributi, con una conseguente riduzione delle rendite pensionistiche stimata attorno al 20%.

La riduzione del tasso di conversione decisa recentemente dal Consiglio di Amministrazione dell’IPCT sancirà un’ulteriore contrazione delle rendite di cassa pensione stimabile attorno al 20-22% proprio per coloro che sono già stati pesantemente penalizzati nel 2013.

-40% in 15 anni. Mai successo. In nessun paese.

Riteniamo che qualsiasi riduzione del tasso di conversione, in un contesto in cui per tutta una generazione è già previsto un grave degrado delle condizioni pensionistiche, sia inaccettabile.

Una prima fermata in Piazza Collegiata che non è riuscita a contenere tutti i manifestanti, rimasti in parte su viale della Stazione

Il rispetto per il lavoro già prestato e il suo corretto riconoscimento sono la base fondamentale per una sana collaborazione tra un datore di lavoro e i suoi dipendenti. Le condizioni pattuite al momento della firma di un contratto di lavoro includono infatti un trattamento pensionistico che è inscindibile da quello salariale: una recessione unilaterale da parte del datore di lavoro dagli impegni presi vìola la dignità delle salariate e dei salariati e intacca le basi di uno stato di diritto, a maggior ragione quando il datore di lavoro è lo Stato stesso.

Pertanto, attraverso la manifestazione odierna noi dipendenti pubblici: ​

     1. ci opponiamo alla decisione di riduzione del tasso di conversione e chiediamo ai nostri datori di lavoro, tramite il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio, di trovare una soluzione politica atta a garantire la copertura e la stabilità dell’IPCT senza peggiorare ulteriormente le condizioni previdenziali degli assicurati e dei futuri pensionati;

     2. invitiamo i rappresentanti degli assicurati in seno al Consiglio di Amministrazione dell’IPCT ad opporsi a qualsiasi proposta concreta di diminuzione del tasso di conversione senza avere garanzie formali che le scelte fatte non comportino (grazie a misure adeguate) diminuzioni delle rendite e dei salari reali;

3. convochiamo una nuova giornata di mobilitazione. I tempi e i modi di questa nuova giornata di mobilitazione verranno decisi dall’assemblea dell’ErreDiPi giovedì 6 ottobre 2022, alle ore 20:15, nell’Aula Magna della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona: invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori a parteciparvi.  

* Nei passaggi salienti, il testo ha differenziato tra genere femminile e maschile. Altrove, per semplicità, si è adottato il genere maschile, da intendersi però come neutro.