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Nel corso della sua ultima seduta, il Gran Consiglio ha approvato a larga maggioranza un’iniziativa del PLRT che chiedeva la modifica della Legge sull’apertura dei negozi.

Si tratta di una vera e propria ulteriore liberalizzazione che si suddivide in tre aspetti specifici:

– l’aumento  dalle attuali tre a quattro delle domeniche di apertura generalizzata dei negozi attualmente previste,

– l’aumento di un’ora, (sino alle 19.00) degli orari di aperura in queste occasioni,

– infine l’aumento del limite della superficie di vendita dei negozi delle località turistiche dai 200mq previsti attualmente a 400mq.

Questa nuova offensiva conferma quanto avevamo già sostenuto al momento della revisione della legge (2015) accolta allora grazie a un “compromesso” che aveva barattato le proposte di liberalizzazione degli orari di apertura con la messa in vigore di un contratto collettivo di lavoro del settore (contratto assolutamente inaccettabile anche dal punto di vista del suo contenuto minimo).

Un compromesso non solo sbagliato dal punto di vista politico e sindacale, ma che ha dimostrato tutta la sua fragilità: è stata pubblicata di recente la sentenza del Tribunale federale che reputa non accettabile dal punto di vista giuridico legare i mutamenti giuridici alla stipulazione di contratti collettivi di lavoro.

Nel frattempo le disposizioni allora approvate hanno contribuito a peggiorare sistematicamente le condizioni di lavoro del personale, aumentandone lo sfruttamento e deregolamentando ulteriormente l’organizzazione sociale nel suo complesso. Tutto questo senza avere apportato alcun contributo significativo al miglioramento del commercio e della sua supposta capacità concorrenziale. È noto che sono altri i fattori alla base della crisi del commercio nostrano: non è aumentando gli orari di apertura dei negozi che la capacità d’acquisto dei salariati e delle salariate – gravemente intaccata negli ultimi due anni – verrà ripristinata, contribuendo così, come si vorrebbe far credere, a “sostenere la domanda”.

Nei giorni scorsi i sindacati UNIA e OCST hanno lanciato il referendum contro queste modifiche di legge; referendum che sosteniamo e che vi invitiamo a firmare utilizzando il formulario allestito da UNIA che potete scaricare al link qui sotto:

https://mps-ti.ch/wp-content/uploads/2022/10/Referendum-modifiche-orari-negozi.pdf

Firmate, fate firmare e ritornate il formulario, entro il 15 dicembre, all’indirizzo indicato sullo stesso formulario.

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