Dopo la presa di posizione di ieri con la quale i deputati dell’MPS chiedevano alla presidenza del Gran Consiglio di attivare l’Alta Vigilanza sulla Magistratura, l’MPS invita oggi formalmente il giudice Ermani a dimettersi. (Red)
Nel corso degli ultimi anni, a scadenze regolari, il giudice Mauro Ermani è salito agi onori della cronaca per comportamenti che non possono e non devono aver diritto di cittadinanza, ancor più se commessi da qualcuno che riveste una carica così importante come quella di presidente del Tribunale Penale.
È di ieri la notizia, riportata dal quotidiano La Regione, che lo scorso 3 febbraio 2023, il giudice Ermani ha inviato a una dipendente amministrativa del Tribunale, di cui egli è presidente, una foto raffigurante una donna seduta accanto a due peni più alti di lei. Il commento a quella foto sono riferimenti chiaramente allusivi ed espliciti. Voci interne alla Magistratura confermano che in passato vi sarebbero stati diversi episodi che hanno visto Ermani protagonista.
Comportamenti di questo tipo sono da ricondurre chiaramente all’articolo 4 della Legge federale sulla parità dei sessi (Divieto di discriminazione in caso di molestia sessuale) che così recita: “Per comportamento discriminante si intende qualsiasi comportamento molesto di natura sessuale o qualsivoglia altro comportamento connesso con il sesso, che leda la dignità della persona sul posto di lavoro, il proferire minacce, promettere vantaggi, imporre obblighi o esercitare pressione di varia natura su un lavoratore per ottenerne favori di tipo sessuale”.
Tale comportamento riprovevole, e forse anche passibile di sanzioni penali e civili, da parte di una delle massime autorità penali si sovrappone ad una situazione di caos, potenzialmente esplosiva, in seno alla Magistratura.
Lasciar passare la vicenda, oppure ridurla ad un atteggiamento di tipo goliardico, appare assolutamente inaccettabile: è il proliferare di questi atteggiamenti che tendono a rendere “accettabile” il sessismo ordinario.
Negli ultimi mesi a livello Parlamentare si è discusso a più riprese, anche su proposte dell’MPS e a seguito di avvenimenti che hanno investito l’amministrazione cantonale e a successive analisi della situazione, della necessità di promuovere un atteggiamento risoluto nel combattere qualsiasi forma di sessismo sia nell’amministrazione pubblica che nella società.
Nella giornata di ieri, di fronte a queste notizie, qualche voce isolata (al di là dell’MPS che ha chiesto l’attivazione da parte del Gran Consiglio dell’Alta Vigilanza), nel corso della giornata di ieri, si è levata chiedendosi se il giudice Ermani possa ancora rimanere al suo posto. Noi pensiamo che non sia più possibile.
Per questo l’MPS invita formalmente il giudice Ermani a rassegnare le dimissioni dalla Magistratura. Speriamo che a questo nostro appello si aggiungano anche altre forze politiche, sociali e associative, in particolare quelle delle donne che lottano contro discriminazioni e sessismo.