Pubblichiamo il testo che i compagni e le compagne dell’MPS di Zurigo stanno distribuendo in questi giorni in vista della manifestazione del 1° maggio. (Red)
Il decennale processo di trasformazione neoliberista del mondo ha portato a una profonda crisi del dominio liberale borghese. Una delle conseguenze è l’ascesa dell’estrema destra. Le crescenti tensioni globali stanno portando a una corsa agli armamenti e alla militarizzazione delle società. La crisi climatica e i bisogni delle persone vengono dimenticati. Sta a noi tirare il freno di emergenza.
Il mondo torna a dividersi
Aumentano le tensioni e i conflitti imperialistici, così come le incertezze economiche. A ciò si accompagna una risposta regressiva e legata ai combustibili fossili che relega in secondo piano la lotta contro la crisi climatica. L’imperialismo statunitense in crisi e l’ascesa della Cina stanno cambiando il panorama geopolitico. La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina ha infine inaugurato una nuova fase di espansione imperialistica.
Il grande sciovinista russo Vladimir Putin considera i paesi dell’ex Unione Sovietica come parte della sua sfera d’influenza, da sottomettere con la guerra se necessario. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si comporta allo stesso modo e rivendica pretese imperialistiche sulla Groenlandia, sul Golfo del Messico e sulle materie prime ucraine.
Nell’immaginario dell’estrema destra, il principio guida della politica internazionale è la legge del più forte. Le nazioni più piccole, che non sono in grado di difendersi, e per questo, nella loro visione, non hanno diritto di esistere. L’imperialismo apertamente ostentato da Putin e Trump crea un pericoloso precedente per conquiste neocoloniali e bellicose da parte di altre potenze subimperialiste e regimi autoritari.
Il fascismo sta rialzando la testa
Il presidente argentino di estrema destra Javier Milei ha annunciato con orgoglio al WEF 2025 di Davos che l’estrema destra – citando se stesso, Musk, Meloni, Bukele, Orbán, Netanyahu e Trump – sta formando un’«alleanza mondiale per la libertà contro l’egemonia della sinistra woke» (dimenticandosi di includere Putin).
Il successo di questa «alleanza» è il risultato della crisi del modello sociale liberale borghese, della delusione della gente nei confronti dei governi «di sinistra» e della mancanza di alternative credibili al capitalismo.
L’estrema destra approfitta dell’insicurezza generale e promette una stabilità solo apparente, combinando neoliberismo estremo, tradizionalismo fondamentalista e razzismo. Questa alleanza ha anche a che fare con gli interessi di classe. Le frange più reazionarie della classe dominante nel Nord globale stanno cogliendo l’occasione per smantellare ciò che resta dello Stato sociale e revocare le concessioni che i movimenti operai e sociali hanno conquistato con tanta fatica nel XX secolo.
Anche se Trump sta smantellando rapidamente i servizi e le prestazioni statali e sta cercando di trasformare il sistema politico dall’alto verso un regime autoritario, la dittatura fascista non è all’ordine del giorno nei paesi occidentali. Ma già oggi i governi liberali e conservatori stanno facendo proprie le richieste dell’estrema destra. Dobbiamo aspettarci che un brusco aggravarsi delle crisi possa convincere ulteriori settori della borghesia e della popolazione a puntare sulla carta fascista. Per noi è quindi chiaro che solo una sinistra consapevole può opporsi all’estrema destra: tutto questo si chiama lotta di classe!
I “guerrieri freddi” sono tornati
Alla luce delle tensioni imperialistiche, della politica bellicista di Putin e dell’imprevedibile politica estera di Trump, gli sforzi di riarmo degli Stati europei e della Svizzera vengono presentati come un’inevitabile necessità. Come durante la Guerra Fredda, un «equilibrio del terrore» dovrebbe garantire la sicurezza europea. L’Europa deve essere resa pronta alla guerra.
I governi e i militari si superano a vicenda ogni settimana con nuove dichiarazioni belliciste. Non si esclude più nemmeno un primo attacco nucleare. L’«esperto» militare austriaco Gustav Gressel ha dichiarato a metà marzo 2025 sul Tages-Anzeiger: «Meglio un piccolo arsenale [nucleare] che gli Stati sono disposti a utilizzare piuttosto che uno grande che rimane inutilizzato».
Le centinaia di miliardi che vengono pompati nelle forze armate mancano per lo sviluppo delle infrastrutture sociali e per la lotta ai cambiamenti climatici. Particolarmente perfido è il fatto che il sostegno dell’Europa occidentale alla popolazione ucraina serva a giustificare i programmi di riarmo e venga utilizzato contro lo sviluppo della politica sociale.
La solidarietà è la base della nostra sicurezza
Il riarmo verso l’esterno va di pari passo con un rafforzamento dell’estrema destra e un aumento della repressione interna. In Germania, il 1° aprile 2025 è stato riorganizzato il dipartimento di protezione civile dell’esercito federale. L’assistenza in caso di catastrofi, la sicurezza delle infrastrutture centrali e la lotta contro i disordini interni sono ora di competenza della Heimatschutzdivision, che evoca una milizia nazista.
Come sinistra, dobbiamo dimostrare che la sicurezza non può essere concepita in termini militaristici, ma si basa su relazioni diverse tra le persone e gli Stati. La migliore garanzia di sicurezza per l’Europa non sono i caccia americani F-35, ma le relazioni solidali con i lavoratori ucraini, il sostegno ai dissidenti russi e la realizzazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli oppressi per fermare l’espansione imperialista.
La resistenza getta le basi di un mondo solidale
Le crisi e i conflitti non portano solo alla passività politica della popolazione, ma anche alla volontà di organizzarsi per diventare capaci di agire. Come Movimento per il Socialismo, ci battiamo per costruire un’alternativa in cui la solidarietà possa essere vissuta e la resistenza organizzata collettivamente. Perché quando ci muoviamo insieme, non solo “spezziamo le nostre catene”, ma tracciamo anche le linee di un mondo solidale.
Lottiamo per un mondo in cui nessuno Stato ne opprima o invada un altro, in cui la pace tra pari sia possibile e l’autodeterminazione dei popoli sia rispettata. Ci impegniamo per un mondo decoloniale ed ecosocialista, in cui il superamento del capitalismo e della sua logica permetta a tutti gli esseri umani di essere uguali nella loro diversità. Per un mondo femminista, in cui tutte le etnie, tutti gli orientamenti e le identità sessuali, tutte le fedi e tutte le forme di vita umana vivano in simbiosi e in equilibrio con la natura. Per questo ci organizziamo.