Raoul Ghisletta ha parlato chiaramente. Ha spiegato, sulle colonne del Corriere del Ticino di sabato scorso, che è ora di finirla di parlare di rimborsi spese e di pensioni dei Consiglieri di Stato: la vera sinistra, quella che fa la lotta di classe, deve smetterla di parlare di questi temi e occuparsi dei problemi dei salariati: pensioni, sanità, salari, diritti, etc. Proprio come fa lui, il suo partito e il sindacato del quale è segretario, la VPOD: sindacato ormai realmente inesistente.
Naturalmente la polemica era rivolta, nemmeno tanto velatamente, all’MPS che è riuscito, con un solo deputato ed in pochi mesi, a mettere al centro dell’attenzione e del dibattito la questione dei rimborsi e delle pensioni dei consiglieri di Stato, tema sollevato per vent’anni da Ghisletta e del suo partito, senza che nessuno lo ascoltasse.
E così, un po’ per cercare di tagliare su questo tema l’erba sotto i piedi all’MPS, ha gridato forte e chiaro che queste sono sciocchezze e che bisogna rilanciare alla grande la lotta di classe sui temi di fondo.
Naturalmente la cosa fa ridere pensando a come, sotto la guida di Ghisletta, la VPOD, il sindacato di cui egli è segretario da anni, si sia ridotta ad una specie di fantasma, priva di qualsiasi strategia, incapace e impotente nell’organizzazione di qualsiasi forma di mobilitazione e di lotta sui luoghi di lavoro. Un sindacalismo diventato pura concertazione, pace del lavoro estrema, spesso collaborazione connivente con le direzioni aziendali contro gli interessi dei salariati (quanto succede a Bellinzona ne è un triste e non isolato esempio).
Ma a non prendere sul serio il povero Ghisletta è stato il suo stesso partito. Nemmeno due giorni dopo queste sue dichiarazioni, il capo-senza-gruppo in Gran Consiglio Ivo Durish in una solenne dichiarazione televisiva afferma che, dopo trent’anni che nessuno lo prende sul serio, il PS è deciso a passare all’azione sulla questione delle pensioni dei consiglieri di Stato: sta studiando addirittura un’iniziativa popolare da lanciare quanto prima.
E così quello che viene denunciato come un tema di pura speculazione elettoral-politica (se agitato dall’MPS) diventa una questione talmente centrale da meritare il lancio di un’iniziativa popolare: alla faccia degli altri temi fondamentali della lotta di classe che stanno tanto a cuore a Raoul Ghisletta.
Grande confusione in casa social-liberale. Ma la preoccupazione è chiara: bisogna evitare che “altri” (come ci ha chiamati, senza nominarci, il capo-senza-gruppo Durish) continuino a sollevare e ad avere il monopolio della denuncia di questa situazione…
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