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È certo una soddisfazione, piccola ma pur sempre una soddisfazione il fatto che questo Parlamento sembra voler accogliere la nostra proposta. (in realtà, in giornata è stato inoltrato un emendamento che chiedeva di posticipare l’entrata in vigore di tale decisione: slittata per l’1.1.2023, per riuscire a “smaltire” le tonnellate di plastica già acquistata dalle varie organizzazioni/società…..un mondo al contrario…)

Ma la soddisfazione finisce qui. Anche perché ci rendiamo conto che proprio la portata minima di una proposa come questa ha permesso che venisse accettata.

Perché, e velo dice chi la proposta l’ha fatta, essa tocca solo marginalmente un problema di fondo molto più grande e difficile, ma assolutamente più urgente: la produzione di plastica, l’uso di energia fossile, la dipendenza dal petrolio.

Tutti temi che, in passato e ancora recentemente sono stati messi in risalto al momento della discussione sull’inceneritore, sulla destinazione dei rifiuti di plastica e il riciclo; oppure, ancora, ricordando l’incredibile sostegno ed il vicolo cieco nel quale siamo entrati con la vicenda della centrale a carbone di Lünen…

Ma agli occhi delle forze politiche che difendono il capitalismo come sistema di riferimento di fondo, nessun impegno in questa direzione è realizzabile.

Noi pensiamo invece che si debba andare alla radice, tagliando la produzione e l’uso massiccio, per la commercializzazione, della plastica. Lo ribadiamo, ben vengano gli atti di consumo “responsabile”, gli atteggiamenti “virtuosi” come quello che abbiamo proposto: ma siamo coscienti che tutto ciò non ci permetterà di guarire abbastanza in fretta da un male che ci attanaglia da anni: le emissioni di gas a effetto serra, i rifiuti plastici presenti negli Oceani e sulla terra, il cambiamento climatico in atto. Né i problemi ambientali si risolveranno.

Prova ne è la notizia di qualche settimana fa: Sono 14’000 le tonnellate di materie plastiche che finiscono nel suolo e nelle acque svizzere ogni anno, che probabilmente aumenteranno a causa dell’uso di guanti, flaconi, mascherine, durante e dopo questa emergenza, tutto ciò si sommerà e, scommetto, ci porterà a superare queste cifre….con gravi conseguenze per la salute in termini generali.

350 milioni di tonnellate di materie plastiche ogni anno vengono prodotte a livello mondiale!

Proprio in materia di rifiuti potremmo ricordare come il miglioramento di comportamenti, individuali e collettivi (ad esempio nella raccolta differenziata) non siano andati di pari passo, in questi ultimi due decenni, con il miglioramento del clima e dell’ambiente. Segno che ci sono elementi pesanti e decisivi che vanno attaccati per poter segnare un’influenza decisiva sull’evoluzione del clima.

Tutti questi temi, affrontati con superficialità e inconcludenza a livello globale, stanno costituendo IL pericolo più serio, insieme ai problemi sociali da essi generati. Ci crediamo ancora invincibili, l’economia capitalista ci impone di credere che non c’è fine alla crescita, al progresso, che il pianeta sarà in grado di adeguarsi e rigenerarsi. Ma non è, evidentemente, così, e ce ne stiamo accorgendo, con una prima grande emergenza pandemica, che tocca tutte e tutti. E come non collegare la mozione per l’uso di materiale bio-degradabile o riutilizzabile durante gli eventi su suolo pubblico, a questa crisi Covid? Ne discutiamo oggi, sapendo che per i prossimi mesi e nei mesi scorsi, ogni grande manifestazione comunale o cantonale, è stata o sarà sospesa, cancellata o rinviata. Potrebbe sembrare un paradosso, non vi pare? Eppure è proprio adesso che si deve agire sul piano politico, spinta da una profonda presa di coscienza della fragilità di tutti gli esseri viventi, terra compresa.

Proprio ora si dovrebbe rispondere con decisione alle arroganti proposte del padronato e di coloro che lo sostengono a livello politico che pretendono di rinunciare, in nome della ripresa,  a qualsiasi proposta ambientale, a qualsiasi impegno che spinga a recuperare i valori e i bisogni del nostro ecosistema.

La cura e la valorizzazione della terra va rimessa al centro delle nostre vite. La speculazione, l’arroganza di potersi arrogare il diritto di fare scempio delle nostre risorse, va ridimensionato. Responsabilizzare il singolo, lo ripetiamo, non

Basta e soprattutto, allo stato attuale, costa. Sto divagando, approfittando del tempo a disposizione, per stimolare qualche riflessione, nella speranza che questo parlamento, in futuro, si possa rendere più coraggioso e più coerente, affinché le belle parole possano tradursi in decisioni concrete e veramente incisive, “è troppo tardi per essere pessimisti”, ci racconta un compagno eco-socialista. La subordinazione di QUESTA politica alla legge del profitto deve terminare.

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