Nel corso del dibattito politico e parlamentare relativo all’ultima pianificazione ospedaliera, votata dal parlamento nel dicembre 2015 e bocciata politicamente dal popolo nel giugno 2016, a cui si aggiunge la bocciatura del tribunale amministrativo federale, a più riprese ed in modo unanime le forze politiche hanno criticato il fatto che EOC ed i suoi dirigenti intervenissero su tematiche strategiche cercando di influenzare le scelte politiche.
Leggendo le dichiarazioni fatte dal capo dell’Area medica dell’EOC, nonché membro della direzione generale ad una conferenza stampa dell’associazione di assicuratori malattia Curafutura, ci sorge il dubbio che queste interferenze continuino:
“La pandemia qualcosa ci ha insegnato. Che la prossimità è relativa, ad esempio. In Australia l’ospedale più prossimo è a 750 km. Durante la pandemia l’ostetricia a Mendrisio è stata chiusa. E i parti sono stati fatti a Lugano, con piena soddisfazione delle partorienti. Più ospedali non vuole dire per forza miglior qualità delle cure. Il cittadino ha diritto alla qualità delle cure, non all’spedale fuori dalla porta di casa”.
Non contento si è pure espresso sulla “collaborazione pubblico/privato: “Una qualità alla quale potrebbe giovare anche una più sistematica collaborazione pubblico/privato”
Forse il capo dell’Area medica dell’EOC non se lo ricorda, o era in Australia percorrendo i 750 km che separano gli ospedali, ma in Ticino tale tematica è stata oggetto di una votazione popolare ed il popolo sovrano, molto saggiamente, ha bocciato una simile proposta. Sarebbe dunque saggio ed opportuno che nella sua funzione di membro della direzione generale dell’EOC si adeguasse al volere popolare o altrimenti migrare verso il settore privato…o tornare in Australia.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al CdS di esprimere il suo punto di vista sulle affermazioni fatte dal capo dell’Area medica dell’EOC:
1.Condivide le affermazioni che la “prossimità” è relativa e che dunque non è fondamentale garantire degli ospedali di prossimità a tutta la popolazione ticinese?
2. Come può affermare, il dottor Ferrari, che la popolazione ticinese non ha diritto a degli ospedali a livello distrettuale? Non sa il capo dell’Area medica dell’EOC che tale diritto è contenuto nella LEOC?
3. Sulla base di quali elementi o studi il dottor Ferrari può affermare che le partorienti “dirottate” da Mendrisio a Lugano siano state pienamente soddisfatte? Se vi sono degli studi a tal proposito condivide che essi dovrebbero venir resi pubblici?
Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti
Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori