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Angelo Renzetti non la racconta giusta. Già questo fatto, incontrovertibile come vedremo, sarebbe sufficiente a mettere in cattiva luce il PSE del quale egli è un interessato supporter, non solo per ragioni sportive (come presidente del Lugano calcio), ma come imprenditore con interessi importanti nel progetto PSE.

Egli collabora, ha collaborato, si è incontrato, ha verosimilmente trattato con i maggiori investitori privati coinvolti nel progetto PSE.

Perché non la racconta giusta?  Perché continua a ripetere che lui con il progetto non c’entra, che non ha alcun interesse professionale, che non ha nulla a che fare con gli investitori privati del PSE. Tutte cose che non sono vere.

Naturalmente i giornalisti di regime, in particolare quelli del gruppo legato al Corriere del Ticino, se ne guardano bene dal mettere in luce questo legame di interessi; e quando lo fanno non osano controbattere, pur sapendo che non dice il vero, alle “smentite” di Renzetti.

Nella puntata del 3 luglio 2020 della trasmissione Fuorigioco, il giornalista Patrick Della Valle esordiva così la sua intervista a Renzetti: “Inizio col dire che lei è parte in causa non solo come presidente della società che andrà a godere di questo stadio, ma anche perché, e mi corregga se sbaglio, parzialmente legato alla cordata HRS. Questo è giusto?”

La risposta di Renzetti è tutta da gustare. Per prima cosa smentisce quella che, al Della Valle (e a tutti noi) sembra un’evidenza: “No, non è giusto, assolutamente”. E poi si avventura in una incredibile spiegazione: “Ho supportano l’HRS perché so che è una società seria, una società svizzera che ha i soldi […] Io ho semplicemente supportato questa cosa qui perché mi interessa che va in porto lo stadio […] Ma il fatto che sia implicato io nella HRS, ecco questo è falso, perché io non ho seguito alcuna strategia particolare, non ho seguito i preventivi che sono stati fatti, non ho seguito niente; mi sono solo sincerato che la cosa andasse in porto per il bene del FC Lugano”.

Renzetti smentisce quanto affermato dallo stesso portale di Ticinonews due anni prima. Infatti, Della Valle avrebbe potuto ricordare a Renzetti che, proprio nella trasmissione Fuorigioco Estate del 25 giugno 2019, aveva ospitato la seguente dichiarazione del municipale Badaracco: “Recentemente abbiamo incontrato l’HRS, un incontro al quale ha partecipato anche Angelo Renzetti, una società che si è detta disponibile a costruire lo stadio. Se dovesse andare in porto l’HRS porterebbe delle ottime competenze, sarebbe una garanzia”. La redazione di casa, Ticinonews, nel riportare quella notizia aggiungeva anche questa dichiarazione di Renzetti (al quale, sempre secondo “Ticinonews, “è stato proposto dall’HRS di partecipare alle trattative”):” Dalle impressioni vedo che c’è la volontà di costruire lo stadio. Quello che mi ha sorpreso molto è la volontà dell’HRS di non fare spendere un franco al comune, ma non so se Lugano sia pronta. Occorre aggiornare il piano regolatore, altrimenti non si va da nessuna parte”.

Non sappiamo (anche se lo sospettiamo fortemente) se Renzetti abbia partecipato alle trattative (ci si potrebbe chiedere: a che titolo? E senza che a qualcuno potesse balenare un evidente conflitto di interessi?). Sta di fatto che queste dichiarazioni mostrano in modo chiaro come Renzetti non dica la verità quando sostiene di non aver nulla a che fare con il progetto presentato, né con gli investitori privati.

Ma anche l’altro grande investitore del progetto, il Credit Suisse con le sue filiali immobiliari, ha affari in comune con Renzetti.

Infatti, la tappa 3 del PSE (spazi residenziali privati: Edificio Ovest – i 4 palazzoni – Spazi esterni privati, Autosilo Edificio Ovest) vede implicato Angelo Renzetti. Il suo studio figura nel gruppo degli architetti ai quali spetterà il compito di progettare i contenuti degli spazi privati del PSE. I legami tra il ramo immobiliare di Credit Suisse, HRS e Angelo Renzetti sono di una tale evidenza che qualsiasi luganese che passasse dalle parti di Molino Nuovo potrebbe averne conferma. In via Brentani a Molino Nuovo si è realizzata l’operazione Parco Brentani, un progetto immobiliare in fase di conclusione con parecchie somiglianze con la parte immobiliare del PSE: due torri alte quasi 26 metri per un totale di 157 appartamenti. Valore dell’investimento: circa 44,6 milioni di franchi. Anche qui in azione la “santissima trinità” che ritroviamo nella tappa 3 del PSE: committente è la società Credit Suisse Funds AG, rappresentata dalla Credit Suisse Asset Management (Suisse) SA, l’appaltatore è, guarda un po’, il gruppo HRS; infine lo studio di architettura è la Renzetti e Partners SA, di proprietà di Angelo Renzetti, attuale proprietario del F.C. Lugano SA. Detto altrimenti, la stessa configurazione che si cela dietro il PSE. E lui continua a dire che con HRS non ha nulla a che fare.!

Ma Angelo Renzetti è tranquillo.  Gli appartamenti alla cui realizzazione parteciperà non saranno certo appannaggio delle classi popolari (per il popolo va bene il calcio, non gli appartamenti). Anche perché secondo lui è proprio la costruzione di alloggi popolari a rovinare il mercato. Poco meno di un paio di anni fa dichiarava infatti al settimanale il Caffè: “Sono perplesso quando sento che il Comune di Lugano vuole costruire centinaia di nuovi alloggi popolari. Mi chiedo chi si voglia foraggiare con queste scelte politiche”. Naturalmente se è lui a partecipare alla costruzione di centinaia di alloggi (compresi quelli del PSE) le sue perplessità spariscono…

Che poi a Renzetti il rapporto tra lo sviluppo delle infrastrutture sportive e quello della città interessi poco, lo confermano diverse sue dichiarazioni. Tanto è vero che non più di cinque anni fa (stanco del bla bla come diceva lui delle autorità luganesi: su questo punto, come non dargli ragione?) dichiarava al Corriere del Ticino: “Ho una lettera pronta. Ho fatto degli investimenti, anche in ottica futura. Lo scorso mese di giugno, con l’ottenimento della licenza, ci è stato dato un massimo di 5 anni per iniziare i lavori del nuovo stadio. In quanto attore vorrei essere coinvolto nell’iter politico, altrimenti è come essere chiuso nel baule di un’auto. E attenzione, perché io ho già pronta un’alternativa: Castione, dove il piano regolatore prevede già la costruzione di uno stadio e dove sono proprietario dei terreni (assieme a Renza De Dea, n.d.r.)“.

A Renzetti interessa, come d’altronde va ripetendo in tutte le interviste, la difesa dei propri interessi come proprietario del FC Lugano, come progettista e imprenditore immobiliare. Tutti i discorsi sullo sviluppo della città nei prossimi decenni (chissà perché legati a questo progetto) sono tutte balle: prova ne sia che era pronto, come indica la dichiarazione che abbiamo qui sopra riportato, a trasferirsi armi e bagagli (stadio compreso) a Castione.

Renzetti può continuare a raccontare le sue balle. I fatti (e le sue stesse dichiarazioni) lo smentiscono. Per ora ci fermiamo qui, ci pare più che sufficiente: il resto seguirà.