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Pubblichiamo l’interpellanza presentata ieri dal gruppo parlamentare MPS in merito agli interventi cosiddetti “preventivi” operati dalla polizia cantonale nel corso della mattinata di sabato 5 giugno per impedire a diversi manifestanti di giungere a Lugano. (Red)

L’illegalità da parte dello stato sta diventando una costante nel nostro cantone. Nel corso della mattina di sabato 5 giugno la polizia cantonale ha organizzato dei sistematici posti di blocco in tutto il Ticino: alle stazioni FFS, su treni e autobus, sulle strade cantonali e sulle autostrade.

Dopo aver svolto dei controlli d’identità a tutte e tutti è stato chiesto, se si stavano recando a Lugano per partecipare alla manifestazione organizza contro lo sgombero e la demolizione del centro sociale presso il Macello. Non sono neppure mancate le minacce proferite da agenti alle persone bloccate nei posti di blocco.

Non solo si è trattato, non vi sono dubbi, di una vera e propria provocazione -tesa a creare un clima di tensione, con la speranza di esasperare gli animi ancor prima dell’inizio della manifestazione e, non si sa mai, poter contare su reazioni che permettano poi interventi repressivi- ma di veri e propri atti illegali compiuti scientemente da parte delle forze repressive.

Chiediamo dunque al Consiglio di Stato:

1.     chi ha dato l’ordine d’organizzare questi posti di blocco?

2.     Quanti sono stati questi posti di blocco? Quanti agenti sono stati coinvolti?

3.     Il Consiglio di Stato è stato informato ed ha dato il suo consenso?

4.     Il Consiglio di Stato è consapevole che, ancora una volta, lo stato ha agito nella più crassa illegalità?

5.     Il Consiglio di Stato non si vergogna per questi atti illegali?

Per il Gruppo parlamentare MPS-POP-Indipendenti

Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini