Tempo di lettura: 2 minuti

La prossima Conferenza internazionale sul clima (COP26) si riunirà dall’1 al 12 novembre 2021. I rappresentanti dei governi e delle istituzioni internazionali faranno belle dichiarazioni per salvare il clima. Ma i veri eroi ed eroine nella lotta contro il cambiamento climatico non sono i leader dei paesi e dei gruppi capitalisti che si incontreranno a Glasgow, ma le persone (uomini, donne e giovani che agiscono a nome di tutta l’umanità contro il cambiamento climatico e per salvare la biodiversità) che si oppongono alla distruzione delle foreste, all’accaparramento di terre, all’appropriazione di acqua, all’inquinamento dell’aria e del suolo, lottando contro le multinazionali, l’industria mineraria, l’agricoltura industriale e l’allevamento di animali che sono la causa di questi disastri ambientali.

Covid-19 preannuncia le future crisi ecologiche e accusa il sistema.

La pandemia di Covid-19 ha ucciso più di tre milioni di persone, ha profondamente sconvolto le nostre vite, ha esacerbato le disuguaglianze sociali tra Nord e Sud del mondo e le diseguaglianze per l’accesso alle cure, ai vaccini e alla possibilità di proteggersi, ha aggravato disoccupazione e povertà. I governi, a causa anche delle loro politiche di distruzione dei servizi sanitari, non hanno potuto far altro che fermare tutta la vita sociale, rafforzando così le politiche autoritarie e repressive. Per quanto riguarda i gruppi capitalisti, in particolare le industrie digitali e farmaceutiche, i loro profitti sono esplosi.

Non c’è scelta tra combattere la pandemia e salvare il clima.

Questa malattia, come molte altre, passata dagli animali selvatici all’uomo, evidenzia la nostra interdipendenza con la natura della quale siamo parte. Il modo in cui abitiamo il mondo è devastato dalla logica del capitalismo basato sul profitto, che genera l’industria della carne e le sue fattorie di allevamenti intensivi, il traffico di animali selvatici, le monocolture dell’agricoltura industriale, la deforestazione e l’estrattivismo, distruggendo gli ecosistemi e facilitando le pandemie. Questa logica è anche responsabile dell’aumento delle emissioni di gas a effetto serra che causano il cambiamento climatico.

Il rallentamento economico ha ridotto le emissioni di CO2, ma non ha impedito che l’anno 2020 fosse il più caldo mai registrato con 1,25° C sopra il periodo preindustriale. Soprattutto, non si riduce la concentrazione di CO2. I disastri sono già qui – calotte di ghiaccio che si sciolgono, ondate di calore eccezionali, uragani, inondazioni, mega-incendi… – ma il peggio deve ancora venire e lo sconvolgimento delle nostre vite da parte della pandemia è solo un piccolo assaggio. Non c’è tempo per le mezze misure, dobbiamo agire immediatamente e radicalmente, rispettando la giustizia sociale e climatica.

“La soluzione non verrà da questi negoziati, può venire solo dalle lotte dei popoli.” (Greta Thumberg)

La COP26 deve essere un’opportunità per sfidare i leader del pianeta, per screditare le loro bugie, per smascherare le loro false soluzioni, per destabilizzarli politicamente attraverso le nostre mobilitazioni. La soluzione delle crisi che stiamo vivendo passa attraverso la giustizia sociale e climatica:

– riduzione delle emissioni nei diversi settori (trasporti, edilizia, energia e agricoltura) per restare al di sotto del l’1,5° C, con la partecipazione diretta dei lavoratori interessati e delle comunità interessate alla progettazione e all’attuazione di soluzioni alternative;

– il rifiuto del “superamento temporaneo”;
– la lotta contro le tecnologie pericolose (nucleare, OGM, geoingegneria, BECCS);

– la fine dei meccanismi di compensazione e il rispetto dei popoli del Sud del mondo e in particolare dei popoli indigeni;
– sospensione dei grandi progetti distruttivi di estrazione imposti alle popolazioni;
– riduzione della produzione di materiali e trasporto non necessario.

 Salviamo il clima del 99% dei popoli! Solo l’1% ne deve pagare i costi!

Print Friendly, PDF & Email