Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto che la Conferenza per le Riforme dell’Ucraina si terrà come previsto a Lugano il 4 e 5 luglio.
Essa si inserisce in una serie di conferenze iniziate nel 2014 sotto la presidenza di Porosenko. Ha poi subito una battuta d’arresto a causa delle prime aggressioni militari della Russia. L’attuale presidente Zelensky ha provato a far ripartire le riforme discusse e programmate, ma la pandemia di COVID-19 ha di nuovo interrotto il processo.
Si tenta ora con l’incontro internazionale previsto a Lugano di riprendere il percorso.
Queste conferenze hanno ufficialmente il compito di presentare le riforme già realizzate, in via di realizzazione e quelle che dovrebbero arrivare, in campo economico e amministrativo.
In realtà, visto anche il ruolo fondamentale dei Paesi capitalistici più importanti e delle istituzioni finanziarie internazionali che hanno partecipato, da protagonisti finora, a questi appuntamenti (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Banca Europea per gli Investimenti, Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, Unione Europea, NATO, OCSE,…), questa Conferenza come altre ha lo scopo di fare il punto nello sviluppo delle Riforme neoliberali in Ucraina. Particolarmente interessati a questo sviluppo sono gli organismi finanziari del capitalismo internazionale che sperano di creare nuove occasioni di investimenti e profitti. La logica non cambia. Le enormi ricchezze naturali dell’Ucraina, come le sue materie prime e le sue terre particolarmente fertili, non sono estranee a questi interessi. L’occasione data dalla guerra e dalla ricostruzione che prima o poi avverrà, moltiplicano questi appetiti.
L’esempio forse più evidente riguarda la Riforma Agraria, banco di prova di diversi Governi che si sono succeduti dal dicembre del 1991, data dell’Indipendenza del Paese.
Presentata come tentativo per risolvere i gravi problemi legati alla corruzione e naturalmente per fare dell’Ucraina una vera super potenza agricola, si tratta in effetti del tentativo di scardinare un vecchio sistema che prevedeva una moratoria per la vendita dei terreni coltivabili. Di fatto una liberalizzazione del mercato agricolo, con il grande rischio di espellere da questo settore moltissime lavoratrici e lavoratori del settore, a tutto vantaggio dei grandi gruppi nazionali e soprattutto internazionali.
Il Governo Zelenky, durante la pandemia, ha forzato la mano per portare a termine questa Riforma e molte proteste hanno già avuto luogo. La maggioranza della popolazione ucraina avversa questa Riforma, ben consapevole delle conseguenze e soprattutto consapevole dell’enorme importanza delle proprie terre agricole. Non per nulla si parla di Ucraina come granaio d’Europa.
Queste politiche neoliberiste sono le stesse che conosciamo in molti Paesi. L’Ucraina non sfugge a queste logiche. Un’altra Ucraina è possibile!
L’MPS ritiene quindi importante che in questa occasione, contrariamente agli intenti dei governi e delle istituzioni internazionali presenti, discuta un progetto realmente diverso per il futuro dell’Ucraina, implicando prima di tutto i diritti sociali, economici e culturali del popolo ucraino; e, da questo punto di vista, avviare un processo di ricostruzione dell’Ucraina, partendo dalle proprie ricchezza naturali e dalle competenze economiche sviluppate negli ultimi anni (pensiamo a quelle industriali e a quelle digitali) .
Per fare che questo sia possibile, è necessario, tra le altre cose, che il mondo occidentale (così come quello orientale rappresentato dalla guerra – in parte anche di rapina – di Putin) rinunci a tutto quanto oggi non permette all’Ucraina di poter riflettere liberamente e sovranamente sul proprio futuro: a cominciare dal debito estero accumulato in questi anni che dovrebbe, a nostro avviso, essere annullato.
In questa prospettiva i militanti dell’MPS attivi in diversi comitati contro la guerra e di solidarietà con l’Ucraina proporranno a questi comitati di organizzare a Lugano – in concomitanza con la tenuta della conferenza ufficiale del 4/5 luglio – una conferenza/manifestazione alternativa di una giornata (da definire nei suoi contenuti e modalità concrete dagli stessi comitati).
L’obiettivo è di coinvolgere tutte le forze che si sono mobilitate contro l’aggressione di Putin all’Ucraina e che ne chiedono la fine, oltre che l’abbandono dei territori occupati, in un’ampia discussione pubblica sul futuro dell’Ucraina, sottratta ai ricatti e alle imposizioni neoliberali del capitalismo occidentale così come dell’aggressione del capitalismo russo, per la (ri)costruzione di un’Ucraina democratica, indipendente, solidale e sociale.