L’MPS ha preso atto dei progetti che sembrano orientare l’atteggiamento della RSI in vista delle prossime elezioni cantonali. Le prime indicazioni fornite ai partiti in vista di un prossimo incontro illustrativo non fanno che confermare la volontà trattare in modo discriminatorio le forze politiche che non appartengono ai partiti e alle coalizioni in corsa per il governo.
Le proposte presentate non prendono minimamente in conto la necessità di garantire pari opportunità a tutte le liste che si presentano alle elezioni, assumendo di fatto come discriminante fondamentale la presenza o meno in governo. Un criterio per nulla democratico che, evidentemente, non fa che contribuire alla riproduzione dei rapporti di forza elettorali esistenti.
D’altronde tutto questo avviene in un contesto nel quale le forze maggiori (a cominciare da quelle presenti in governo o alleate a forze di governo – e che rappresentano più del 90% del Parlamento) possono contare di fatto su una presenza quotidiana – spesso cacofonica e ripetitiva – sulle reti televisive e rediofoniche della RSI.
Questa massiccia presenza dà loro, ampiamente, la possibilità di spiegare la loro azione, le loro proposte, le loro prospettive, praticamente ogni giorno per quattro anni: non si capisce per quale ragione essi debbano godere, al momento delle elezioni, di spazio superiore a quello di tutti gli altri per illustrare un’azione politica che hanno già avuto la possibilità di illustrare ampiamente.
A dimostrazione di come la RSI intenda andare concretamente in questa direzione, prendiamo come esempio la trasmissione con la quale si vuole dare il colpo di inizio alla campagna elettorale: “in occasione della pubblicazione delle liste ufficiali e relativo sorteggio per le Elezioni Cantonali 2023, lunedì 6 febbraio 2023, la redazione di Modem (RSI-Inforadio) intende organizzare un dibattito speciale aperto alla pubblico”. Certo, si sottolinea che questo evento “non rientra nella pianificazione pre-elettorale della RSI”: ma il metodo è chiaro. Vediamolo.
L’”evento” (chissà perché un dibattito politico deve essere chiamato “evento”, non è un “party”!) durerà in tutto 50 minuti. “Ospiti” i “capigruppo dei partiti di governo (LEGA, PLR, CENTRO, PS)”; ad “interpellare” i partiti di governo, dice la RSI, “non solo le giornaliste ma anche i vostri colleghi politici e i cittadini che vorranno intervenire alla serata”. Si potrebbe pensare, a questo punto, che a interpellare i partiti di governo debbano essere coloro che in governo non ci sono; ma le cose non stanno così, poiché l’elenco degli invitati a “fare pubblico”, ad “interpellare” è assai lungo:
- i capigruppo dei partiti in parlamento (UDC/VERDI)
- rappresentanti dei partiti che siedono in GC (MPS, +DONNE, PC)
- rappresentanti dei partiti che hanno una lista per il Cds (Avanti, Verdi Liberali, HelvEthica Ticino,…)
- altri deputati/esponenti politici non per forza candidati alle elezioni ‘23
- pubblico/ società civile
Poco importa che UDC e Verdi si presentino a queste elezioni come alleati organici di due partiti di governo; ma, oltre ai partiti presenti in Gran Consiglio, vi sono anche gli altri movimenti che presentano presentato liste per il Consiglio di Stato, oltre “ad altri deputati ed esponenti politici non per forza candidati”: a tutto questo bel mondo si aggiungono i “rappresentanti” della “società civile” e un non meglio definito “pubblico”.
Noi pensiamo, proprio per le ragioni richiamate qui sopra, che tutte le liste debbano avere lo stesso spazio (è una nostra rivendicazione) e per questo ci opponiamo che tale spazio venga organizzato con un preciso ordine gerarchico (favorendo in modo assoluto i partiti di governo e i loro alleati): un criterio inaccettabile.
Cosa succederà in una trasmissione della durata di 50 minuti nella quale i partiti di governo verranno “interpellati”, oltre che dai giornalisti, dai loro stessi alleati (UDC e Verdi), da una decina di rappresentanti di liste presenti in sala, oltre che dai rappresentanti della “società civile” o del “pubblico”? Facile prevedere che l’unico messaggio che passerà sarà quello dei partiti di governo che avranno a disposizione almeno i due terzi dei 50 minuti, restando agli altri il tempo (nella migliore delle ipotesi) per una “interpellanza”.
È un esempio concreto, assai verosimile, di quello che è il metodo che ispira l’organizzazione dei dibattiti alla RSI in occasione di questa tornata elettorale che, a nostro avviso, dovrebbe invece organizzata sulla base della parità di tempo e presenza di tutte le liste.
Naturalmente queste critiche potrebbero essere rivolte, almeno in parte, anche al gruppo del CdT che controlla l’altra emittente radio-televisiva. L’unica differenza , in questo caso, è chesi tratta di un gruppo privato, schierato da sempre su posizioni filo-governative e conservatrici, e che, “coerentemente” con questa impostazione, organizza come meglio crede le sue trasmissioni, non avendo gli obblighi che invece competono a un ente pubblico, finanziato dal canone radiotelevisivo.
L’MPS invita la RSI a modificare questo modo di procedere, rispettando il pluralismo e garantendo lo stesso spazio a tutte le liste che si presenteranno alle prossime elezioni cantonali. In mancanza di un mutamento radicale di atteggiamento, l’MPS adotterà le decisioni necessarie per rispondere in modo adeguato a questa situazione.