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BELLINZONA – Mancano pochi giorni al verdetto delle votazioni cantonali. Stavolta tocca a Christian Vitta (PLRT), direttore del Dipartimento Finanze ed Economia, sottoporsi al “questionario” di Tio/20Minuti. 

Piangono le casse del Ticino. Ne pagheranno le conseguenze i cittadini?
«Lo sforzo che si delinea per raggiungere l’obiettivo di riportare i conti dello Stato in equilibrio sarà importante e richiederà una responsabilità collettiva. Si cercherà di intervenire in maniera equilibrata limitando i disagi per i cittadini».

Faremo come sempre: taglieremo prestazioni ai comuni cittadini, ridurremo gli aiuti a chi ha bisogno e poi sgraveremo chi ha un reddito superiore ai 500’000 franchi. Tanto comunque ci votano, a noi che ci frega?

Le statistiche dicono che ci sono meno disoccupati. La realtà evidenzia come molti preferiscano vivere di risparmi o espedienti piuttosto che rivolgersi agli URC. Cosa ne pensa?
«È importante che ogni persona disoccupata si iscriva all’Ufficio regionale di collocamento, così che possa essere registrata, seguita e beneficiare delle misure di sostegno. Inoltre, il partenariato tra Servizio aziende URC e datori di lavoro permette di offrire delle opportunità d’impiego».

Disoccupati? Ma andata a lavorare, lazzaroni!

Il Covid ha ridotto alcune persone sul lastrico. Si poteva fare meglio nella gestione degli aiuti?
«Tra indennità per lavoro ridotto, indennità perdita di guadagno Corona, prestiti Covid e aiuti per i casi di rigore in Ticino sono stati iniettati più di 2,5 miliardi di franchi: aiuti importanti che hanno anche permesso di evitare la temuta esplosione dei tassi di disoccupazione e di assistenza».  

L’ho detto all’inizio della pandemia:” non lasceremo nessun imprenditore solo”. E così è stato. Per gli altri non so, forse è responsabile il DSS, chieda a De Rosa.

Dumping salariale. Perché non si riesce a risolvere una volta per tutte questo problema?
«Si tratta di un tema prioritario e per il quale negli ultimi anni sono stati messi in campo diversi strumenti. Inoltre, il Ticino è da diversi anni il Cantone con la percentuale più alta di controlli sul mercato del lavoro. Malgrado questi sforzi possono sempre persistere situazioni non conformi».

Il dumping e i bassi salari sono un fattore competitivo per il cantone, come dice il mio amico Rico Maggi. Noi abbiamo già il più alto tasso di controlli perché per legge siamo obbligati a monitorare tutti i settori dove è stato introdotto un Contratto normale di lavoro (CNL) a causa di casi di dumping gravi e ripetuti. Pensi che in Ticino abbiamo il triplo di CNL di tutti gli altri cantoni messi assieme, vorrà mica che ci mettiamo a controllare anche se ci sono altri casi nel settore finanziario o nella logistica: non si finisce più! Meno salari, più guadagni: è tutta salute per le imprese.

Il numero di frontalieri cresce sempre di più. Giusto assumerli se sono in gamba. Ma cosa pensa di chi li assume per pagarli di meno?
«L’assunzione di frontalieri non deve essere motivo di speculazione da parte delle imprese. Nei prossimi mesi riprenderemo il tema della clausola di salvaguardia da attivare quando si manifestano importanti distorsioni nel mercato del lavoro a livello regionale».

Certo che le imprese usano i frontalieri per fare dumping. Pensi che i frontalieri continuano ad aumentare, anche in settori che richiedono maggiori qualifiche eppure il loro salario mediano è salito solo di 96 franchi in dieci anni. Li paghiamo una cialata! Con le associazioni economiche ci siamo inventati la bufala “da noi mancano i profili”, ma adesso ormai l’han capito anche i sassi che non regge, ci toccherà trovare un’altra. Anche la “clausola di salvaguardia” sa di stantio, ma sono anni che non riusciamo a partorire un’idea nuova sul tema.

Fuga dei cervelli: i talenti preferiscono andare a Zurigo perché ricevono un salario più dignitoso. Non è drammatico?
«I fattori possono essere molteplici. Storicamente numerosi ticinesi hanno seguito questa via, accentuata dall’aumento dei percorsi accademici, così come da un’accresciuta mobilità. Oggi è prioritario fare in modo che queste persone, se lo desiderano, possano ritornare nel nostro Cantone».  

Ecco appunto: sti giovinastri che passano il Gottardo e trovano subito un impiego e pure ben pagato ci stanno rovinando anni e anni di propaganda. Io l’avevo fatta la finta di voler attirare i talenti mettendo in piedi  un pagina internet (https://www4.ti.ch/can/oltreconfiniti/dal-1990-a-oggi/le-aziende-internazionali-di-punta), ma ho trovato solo 12 aziende potabili da presentare e siamo rimasti fermi al 2016 con le testimonianze dei “cervelli di ritorno”. Però che copertura mediatica che ho avuto al momento del lancio! Meno male che dopo due giorni nessuno più ha controllato a parte quei rompimaroni di MPS.

Se uno perde il lavoro a 50-55 anni, ha grandi probabilità di non ritrovarne un altro. Come si può porre fine a questa piaga?
«I disoccupati over 50 presentano maggiori difficoltà di reinserimento professionale, ma non siamo di fronte a una “piaga”. Con gli URC offriamo loro un sostegno sempre più individualizzato che sta dando buoni risultati».

E io che ci posso fare? A 50 anni sei vecchio se sei un lavoratore o un disoccupato, se sei un imprenditore o un azionista invece anche a 78 anni e con evidenti problemi cognitivi sei comunque un bocciolo di rosa. Per questo preferisco gli imprenditori!

Agricoltura, sempre più burocrazia. Tanti gettano la spugna. È la fine di un’era?
«Anche il settore agricolo evolve, ma vi sono comunque dei giovani che ogni anno decidono di intraprendere questa strada. Abbiamo a cuore il settore primario e ci adoperiamo per mantenere un costante dialogo con i nostri agricoltori». 

Vi ammazziamo tutti i lupi che volete, vi lasciamo costruire fuori dalle zone edificabili, vi permettiamo di continuare a utilizzare pesticidi di sintesi, cosa volete di più?

Tutti si riempiono la bocca con la parola digitalizzazione. Fenomeno che tuttavia crea anche tanto stress per il continuo aggiornamento delle competenze. Non è un’arma a doppio taglio?   
«La digitalizzazione è un fenomeno irreversibile che porta con sé possibili disagi, ma anche opportunità da cogliere. È importante accompagnare le fasce di popolazione più penalizzate dall’evoluzione tecnologica, ad esempio garantendo la formazione continua e le riqualifiche professionali». 

Tanto le formazioni e le riqualifiche se le devono pagare da soli i lavoratori, mica sono obbligate le aziende a organizzarle. Dopo otto ore di lavoro e due impantanato del traffico, ti fai il tuo bel corso di computer e te lo paghi, anche se hai un salario da fame. Non è meraviglioso questo sistema liberale basato sulla “responsabilità personale”?

Caso Credit Suisse: preoccupato? 
«È una situazione che non lascia indifferenti. Sarà importante seguire da vicino lo sviluppo delle prossime fasi, adoperandoci per contenere al massimo l’impatto occupazionale. In questo senso abbiamo già allacciato i primi contatti con l’ABT e i vertici regionali della banca».

Se ne occuperà la Confederazione, che tanto qui a parte parlare non facciamo nulla per i futuri disoccupati. Neanche riusciamo ad occuparci di quelli attuali!

Il suo più grande traguardo in questa legislatura?
«La gestione della fase più acuta della pandemia, in veste di presidente del Consiglio di Stato, è stata intensa e impegnativa. Ma allo stesso tempo come Governo siamo riusciti a creare una forte vicinanza e unione con la popolazione».

Il Covid è stato una benedizione! Ogni cosa che non va possiamo imputarla al virus invece che alle politiche economiche demenziali di questo Cantone.

Il suo rimpianto?
«È stato un quadriennio molto particolare, in cui abbiamo vissuto in uno stato di emergenza permanente. Mi sarebbe piaciuto dedicare più attenzione e tempo ai temi più strutturali ai quali la gestione della pandemia ha forzatamente tolto spazio».

Volevo fare gli sgravi fiscali ai ricchi, ma mi è toccato parlare di Covid.

Cosa fa Vitta per staccare la spina e rilassarsi?
«Giardinaggio, un’attività che mi permette di stare all’aperto e rilassare la mente». 

Quale spina?

Perché un ticinese dovrebbe votarla?
«Per poter portare avanti gli importanti progetti avviati in questi anni e in cui credo fortemente».

Sgravi ai ricchi, l’ho già detto. Ho sgravato le aziende, tagliato aiuti sociali a destra e manca, adesso mancano i ricchi. Han fatto fuori la Sadis ed eletto me per quello, vorrà mica che rischi il posto di lavoro, con tutti i disoccupati che ci sono in sto cantone non ho nessuna chance!