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Andando persino oltre i suoi standard roboanti e grandiosi, Donald Trump ha fatto un discorso notevole il 4 febbraio. Durante una conferenza stampa a Washington con il leader israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha proposto che gli Stati Uniti prendano il controllo di Gaza. Questa straordinaria dichiarazione ha generato una grande quantità di discussioni e commenti. Lo scopo di questo articolo è quello di esaminare il vero scopo del discorso.

Che cosa ha detto Trump?

Vale la pena citare i commenti di Trump per cogliere appieno il senso del suo intervento.
Credo fermamente che la Striscia di Gaza, che è stata un simbolo di morte e distruzione per così tanti decenni e di tanto male per le persone che vi si trovano vicino, e soprattutto per coloro che vivono lì e che francamente sono stati davvero molto sfortunati. È stato molto sfortunato. È stato un luogo sfortunato per molto tempo.
La sua presenza non è stata positiva e non dovrebbe essere sottoposta a un processo di ricostruzione e di occupazione da parte delle stesse persone che sono rimaste lì e hanno combattuto per essa e hanno vissuto lì e sono morte lì e hanno vissuto un’esistenza miserabile lì. Dovremmo invece rivolgerci ad altri paesi interessati con cuore umanitario, e ce ne sono molti che vogliono farlo, e costruire vari domini che alla fine saranno occupati dal milione di palestinesi che vivono a Gaza, ponendo fine alla morte e alla distruzione e francamente alla sfortuna.
Questo può essere pagato dai paesi vicini di grande ricchezza. Potrebbe essere uno, due, tre, quattro, cinque, sette, otto, dodici. Potrebbero essere numerosi siti, oppure un unico grande sito. Ma la gente potrà vivere in pace e comfort e noi faremo in modo che venga realizzato qualcosa di veramente spettacolare.
Avranno la pace; non saranno colpiti, uccisi e distrutti come questa civiltà di persone meravigliose ha dovuto sopportare. L’unica ragione per cui i palestinesi vogliono tornare a Gaza è che non hanno alternative. In questo momento è un sito di demolizione. Questo è solo un sito di demolizione. Praticamente tutti gli edifici sono stati abbattuti.
Vivono sotto il cemento caduto, che è molto pericoloso e molto precario. Loro invece possono occupare tutta una bella area con case e sicurezza e possono vivere la loro vita in pace e armonia, invece di dover tornare indietro e rifarlo. Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza e faremo un lavoro anche con essa.

Pochi minuti dopo, Trump ha continuato: “Abbiamo l’opportunità di fare qualcosa che potrebbe essere fenomenale. E non voglio fare il simpatico. Non voglio fare il saputello. Ma la Riviera del Medio Oriente, questo potrebbe essere qualcosa che potrebbe essere così – questo potrebbe essere così magnifico”.

Ecco fatto. I palestinesi dovrebbero essere completamente espulsi da Gaza e gli Stati Uniti dovrebbero diventare i padroni del territorio.

Perché l’ha detto?

Una volta qualcuno mi ha spiegato uno dei principi dell’analisi dei sogni in psicologia. Per capire un sogno, bisogna eliminare tutte le specificità e i dettagli. Non concentratevi su chi sono le persone o dove si trovano. Concentratevi invece sul tema di fondo, riducendolo all’essenziale. Bisogna fare qualcosa di simile con i discorsi di Trump. Eliminare le divagazioni, il narcisismo e i “fatti” inventati al momento. Cercare invece di capire il vero significato e l’intento del discorso.

Applicando questo metodo al discorso della Riviera, risulta chiaro quanto segue. Un’effettiva occupazione americana di Gaza è straordinariamente improbabile. Richiederebbe chiaramente un serio dispiegamento di truppe statunitensi e destabilizzerebbe l’intera situazione mondiale. Il vero scopo del discorso era un altro. Era quello di mostrare al mondo l’assoluto e completo sostegno dell’amministrazione statunitense al governo Netanyahu e a qualsiasi azione questo governo intraprenda. Questo rappresenta una modifica tattica per l’imperialismo statunitense.

Il movimento di solidarietà con la Palestina aveva ragione al 100% a descrivere Jo Biden come Genocide Joe. Tuttavia, di tanto in tanto, il Genocide Joe aveva interessi diversi dai suoi alleati israeliani. Aveva altri ferri in canna: le alleanze con i regimi arabi, l’immagine internazionale dell’imperialismo statunitense, la ricerca di una certa stabilità nella regione produttrice di petrolio, ecc. Biden ha tentato piuttosto a malincuore di contenere gli “eccessi” israeliani. Biden era totalmente dalla parte di Israele, ma con alcune differenze secondarie qua e là.

Il discorso della Riviera dimostra che quei giorni sono finiti, appartengono al passato. Questa nuova situazione è stata fotografata in un recente articolo del New York Times“Tutto il clamore suscitato dalla presa di controllo di Gaza da parte degli Stati Uniti ci ha fatto perdere la vera storia dell’incontro”, ha dichiarato Aaron David Miller, negoziatore di lunga data per la pace in Medio Oriente, ora al Carnegie Endowment for International Peace“Bibi lascia la Casa Bianca tra gli uomini più felici del pianeta. Se mai c’è stata una dimostrazione di assenza di distanza tra Israele e gli Stati Uniti, è stata questa”.

Quali saranno i risultati?

Ci sono cinque probabili risultati della dichiarazione di Trump.

Uno: l’intera idea della pulizia etnica, dell’eliminazione forzata dei palestinesi ha ricevuto una grande spinta. La più importante figura borghese del mondo l’ha appoggiata senza ambiguità. La possibilità di uno sgombero completo dei palestinesi è ora ampiamente discussa. Il discorso di Trump ha contribuito a diffondere l’idea di un’altra Nakba.

In secondo luogo, il discorso ha entusiasmato Netanyahu e l’estrema destra israeliana. Molti giornalisti hanno commentato la disposizione gioiosa di Netanyahu durante la conferenza stampa. Prevedibilmente, Smotrich Ben-Gvir sono andati in fibrillazione da martedì. L’estrema destra israeliana conclude correttamente di avere al suo fianco la potenza più importante del mondo e festeggia.

Tre, la Cisgiordania è probabilmente il luogo in cui gli effetti della nuova situazione si faranno sentire più acutamente. Dopo aver distrutto Gaza, la macchina da guerra israeliana rivolgerà la sua attenzione alla Cisgiordania. I linciaggi dei coloni e le loro furie aumentano di giorno in giorno. Trump ha promesso una dichiarazione sulla politica degli Stati Uniti in Cisgiordania entro il prossimo mese.

Quattro, il cessate il fuoco è già traballante. Un Israele rafforzato potrebbe pensare di poter fare tutto ciò che desidera. Questo potrebbe assumere la forma di un aumento delle violazioni del cessate il fuoco o di una sua totale rinuncia. Questo pericolo sarà particolarmente acuto quando tutti gli ostaggi saranno stati liberati.

Cinque, il discorso della Riviera ha mostrato al mondo che l’imperialismo statunitense, nella forma dell’amministrazione Trump, sta riaffermando il suo potere internazionale. Trump ha fatto un intervento oltraggioso che avrebbe potuto avere importanti conseguenze militari in una zona cruciale del mondo. In questo modo, Trump sta inviando il messaggio che gli Stati Uniti possono fare quello che vogliono quando vogliono. Questa dichiarazione di intenti va vista nel contesto dell’aumento dei dazi, delle minacce sulla Groenlandia e su Panama e della belligeranza contro la Cina. Ovviamente, tutto ciò rientra nella rivalità interimperialista di lungo periodo con la Cina, che è una delle caratteristiche che definiscono il periodo attuale.

Cosa dobbiamo fare in questa situazione?

La risposta più ovvia è costruire il movimento di solidarietà con la Palestina. Tuttavia, non è così semplice come sembra. Non c’è dubbio che il movimento abbia registrato un calo di attività negli ultimi mesi. Le ragioni sono molteplici. La prima e più importante è stata la repressione draconiana nei campus universitari. Questa aumenterà con l’elaborazione da parte della nuova amministrazione di piani per la deportazione degli attivisti nati all’estero.

Abbiamo anche assistito a un calo generale dell’attività dei movimenti dopo le elezioni. C’è un diffuso senso di demoralizzazione e di sconfitta a sinistra. Questo è stato favorito dal fatto che le organizzazioni di sinistra si sono concentrate sull’“aratura del proprio solco” e sui propri progetti, invece di costruire vivaci fronti uniti con il resto del movimento. Un’altra risposta è stata un ciclo apparentemente infinito di autocontemplazione e discussioni perpetue. Si spera che le azioni per i diritti degli immigrati della scorsa settimana rappresentino una rinascita di manifestazioni vivaci e di attività di sensibilizzazione.

Costruire il movimento di solidarietà con la Palestina può essere un compito in salita, ma è comunque cruciale. Un recente esempio da Chicago dimostra che non è impossibile. Il leader israeliano Yoav Gallant era in città per un discorso il 6 febbraio. Fuori dall’incontro di Gallant si è tenuta una manifestazione di un certo successo. Circa 350 persone si sono radunate con pochissimo preavviso, in una notte di freddo pungente, in un luogo sconosciuto (verdi la foto in alto). C’è stata un’enorme cooperazione tra i gruppi palestinesi ed ebrei contro la guerra. La manifestazione è stata organizzata e gestita in modo estremamente efficiente. Manifestazioni come questa dimostrano cosa è possibile fare. Sono la via da seguire nella nuova situazione che si è venuta a creare dopo il discorso sulla “Riviera”.

*articolo originale apparso su da International Socialism Project il 9 febbraio 2025.