Con il ritorno della primavera torna anche la questione dell’aeroporto di Lugano. Secondo indiscrezioni rilasciate dal direttore di Lugano Airport, Davide Pedrioli, entro l’estate sarà licenziato il messaggio municipale volto a rilanciare lo scalo luganese. Un progetto che prevede una “stretta collaborazione con i privati” e una spesa complessiva di 60 milioni di franchi, suddivisa in due tranche da 30 milioni ciascuna.
L’MPS ha sempre sostenuto la chiusura dell’aeroporto di Lugano-Agno e, coerentemente, ha respinto qualsiasi ulteriore investimento in quest’infrastruttura. Oggi, più che mai, ribadiamo con forza questa posizione, anche alla luce anche del contesto economico e sociale in cui versa la città di Lugano.
Un aeroporto inutile per la collettività, utile solo ai capricci di pochi multimilionari
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: l’aeroporto di Lugano-Agno non ha mai avuto un impatto significativo sull’economia locale e cantonale. Dalla cessazione dei voli di linea e dal fallimento di LaSa, non si è registrata alcuna delocalizzazione, nessuna chiusura di settori produttivi, né un peggioramento del turismo. L’economia ticinese non ha subito alcun contraccolpo dal ridimensionamento di questa attività, perché l’aeroporto non risponde a un bisogno collettivo in termini di mobilità, ma serve esclusivamente a soddisfare l’idiosincrasia per i trasporti pubblici di una manciata di super-ricchi.
L’esistenza dell’aeroporto è infatti giustificata quasi unicamente dalla presenza di famiglie come i Bonomi, Lindsay Owen-Jones, Perfetti, De Morgan, Ruffo di Calabria, Pacolli e pochi altri. Costoro potrebbero tranquillamente raggiungere gli aeroporti internazionali di Zurigo e Milano con mezzi collettivi e meno impattanti per l’ambiente, come il treno — una scelta normale per chiunque.
Socializzazione dei costi e inquinamento
Di fatto si tratta di un aeroporto a uso privato, i cui effetti negativi, a partire dall’inquinamento, ricadono però sulla collettività, ossia su coloro che non lo utilizzano ma lo finanziano. Le emissioni dei jet privati colpiscono tutti indistintamente, rappresentando un problema ambientale e sociale collettivo.

Secondo il Consiglio federale, il 12% delle emissioni di CO₂ prodotte in Svizzera è imputabile al traffico aereo. Inoltre, stando all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), questo settore è responsabile del 7% delle emissioni complessive di ossidi di azoto, particolarmente concentrate in prossimità degli aeroporti. L’aviazione contribuisce per circa il 27% alle emissioni di gas a effetto serra rilevate in Svizzera. L’aereo inquina 30 volte più del treno e costa il 160% in più! In questo bilancio ambientale già gravoso, il traffico dei jet privati è il più nocivo in assoluto.
Servire questi jet è la funzione principale dello scalo luganese. A seconda del modello, un jet privato emette fino a 9 volte più CO₂ per posto rispetto a un aereo di linea e un volo medio di jet privato produce 4,46 tonnellate di CO₂: più delle emissioni annue per abitante in Svizzera, che ammontano a circa 4 tonnellate (dati UFAM). Chi si dichiara favorevole a una svolta ambientale radicale non può più tollerare un’infrastruttura inutile e altamente inquinante.
L’ennesimo investimento plurimilionario che dissangua le finanze pubbliche
L’annuncio del progetto di rilancio dell’aeroporto, per un minimo di 60 milioni di franchi, giunge in una fase in cui le autorità luganesi continuano a impegnare risorse in opere infrastrutturali di dubbia utilità sociale. Il Piano Finanziario 2025–2028 della Città di Lugano prevede investimenti per circa 400-410 milioni di franchi, senza che sia ancora chiaro se in questa cifra rientri anche il progetto aeroportuale.
Più della crescita del debito pubblico, preoccupa l’incapacità di finanziare gli interessi e i rimborsi di questi investimenti attraverso una gestione corrente caratterizzata da livelli di autofinanziamento insufficienti. Nel 2024, la città ha pagato 11,5 milioni di franchi solo per interessi passivi. E ancora non si sono manifestati appieno gli oneri finanziari generati dal PSE, che per i prossimi 27 anni peseranno per 13-14 milioni annui.
In prospettiva — senza contare ulteriori investimenti scollegati dai bisogni reali della cittadinanza — Lugano dovrà gestire circa 25 milioni di franchi l’anno solo per pagare interessi sugli investimenti infrastrutturali.
Un conto salato pagato da dipendenti comunali e popolazione
Il pesante servizio del debito derivante da questa politica di investimenti scriteriata sarà scaricato sui dipendenti comunali, con tagli al personale e peggioramento delle condizioni di lavoro, e sulla popolazione, con la riduzione dei servizi pubblici. Non mancherà la svendita di parte del patrimonio immobiliare comunale, cioè far cassa a breve termine.
Il Municipio, infatti, ha presentato con soddisfazione minori spese per il personale, pari a 5,6 milioni di franchi rispetto al preventivo, ottenute principalmente ritardando sostituzioni e assunzioni. Nel frattempo, prosegue la discussione sulla cessione di immobili comunali che si libereranno con il trasferimento dei servizi nella futura Torre Est del PSE, oltre alla possibile vendita di partecipazioni come il Casinò di Lugano.
L’obiettivo è “recuperare” 250 milioni di franchi monetizzando beni materiali e immateriali (come le azioni del Casinò), riducendo il debito e limitando l’esposizione della città alle turbolenze dei mercati finanziari e ai rialzi dei tassi d’interesse (Corriere del Ticino, 05.04.2025). A fine giugno sarà nota la lista dei beni da cedere, mentre a fine aprile verranno annunciate misure di contenimento della spesa corrente per almeno 10 milioni l’anno, destinate quasi interamente a coprire gli oneri degli interessi.
Mille ragioni per dire NO all’aeroporto!
Alla luce di questi elementi, l’MPS si oppone fermamente all’investimento di 60 milioni per rilanciare l’aeroporto di Lugano-Agno. Un’infrastruttura inquinante al servizio di pochi super-ricchi e finanziata con i soldi di tutte e tutti i contribuenti. Inevitabile il paragone con la piscina di Carona: il Municipio ha deciso di chiudere un servizio pubblico frequentato da 26’000 persone sui quattro mesi di apertura estiva, negando un investimento di appena 300’000 franchi per mantenerlo funzionante, mentre è pronto a spendere almeno 60 milioni per un’infrastruttura che serve i capricci di poche decine di persone.
Un investimento privo di utilità sociale, che graverà sulle finanze pubbliche e imporrà nuovi sacrifici alla collettività, in particolare ai ceti medio-bassi e al personale comunale.
L’MPS non può quindi, coerentemente con quanto sostenuto in passato, che ribadire la propria opposizione all’investimento di 60 milioni per il “rilancio” dell’aeroporto di Lugano. Si impegnerà in questo senso con tutti i mezzi a disposizione (compreso il ricorso al referendum) e unitariamente a tutte le forze politiche e associative che condividono questa posizione.