Tema caldo: Crisi in Francia

Francia. I meandri della crisi politica

Giovedì scorso, il 16 ottobre, con la bocciatura della mozione di censura presentata da La France Insoumise – LFI (per 18 voti di scarto) contro il governo Lecornu, riconfermato dopo...

Francia. Una crisi politica e sociale senza fine

Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione dei nostri compagni dell’NPA-Anticapitalista sulla crisi politica e sociale in Francia, alla luce dell’ennesimo scacco del tentativo di formare un nuovo governo....

Francia. Il Paese e la sinistra a un bivio

Dall’inizio di settembre, in Francia si stanno verificando contemporaneamente una crisi sociale, una crisi politica e l’inizio di una nuova mobilitazione popolare, segnata dalle giornate del 10 e 18 settembre...

Francia. Dopo lo sciopero del 18 settembre, verso nuove mobilitazioni

Pubblichiamo qui di seguito la dichiarazione dei nostri compagni de NPA-Anticpaitaliste in merito allo sciopero di giovedì 18 settembre e alle prospettive delle prossime settimane. (Red) 506.789 manifestanti secondo il...

Francia. Dopo la giornata del 10 settembre, continuare verso lo sciopero del 18, Macron se ne deve andare!

È quindi il quarto primo ministro a cadere e, per la prima volta nella storia della Va Repubblica, a seguito di un voto di fiducia. Profondità della crisi, illegittimità del...

Francia. Il fallimento del governo Barnier mostra l’impossibilità di un compromesso democratico con il capitale

Il fallimento del governo Barnier è soprattutto il fallimento del tentativo di gestire le contraddizioni interne del capitale in un quadro parlamentare. Nominando l’ex commissario europeo come primo ministro nel...

Francia. Il Re è nudo, ma vuole continuare a comandare

Pubblichiamo la dichiarazione del Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA – Anticapitaliste) dopo il discorso di Macron. (Red)Nel suo discorso, Emmanuel Macron ha potuto solo constatare il fallimento della sua politica. Nonostante...

Dal male macroniano non nasca solo il peggio

La situazione francese è paradigmatica di quella internazionale: vede la crisi del neoliberismo favorire l’avvento di destre pericolose. Ma in Francia si sono generati anche anticorpi sociali e democratici Ida...

Francia. La mobilitazione contro Barnier e il Rassemblement Nationale si fa attendere

Il 1° ottobre, in Francia, si sono tenute sia la dichiarazione di politica generale di Michel Barnier, il primo ministro dissotterrato da Macron per presentare una finzione di cambiamento, sia...

Francia. Il governo dei perdenti

Sabato sera, la presidenza francese ha annunciato formalmente l’insediamento del nuovo governo Barnier, che oggi, lunedì 23, terrà la sua prima seduta. Il neo presidente del consiglio, dopo 16 giorni...

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Difendiamo il servizio civile! Firmiamo il referendum contro la revisione della legge sul servizio civile

In poche parole

Cambiare cassa malati. Una soluzione, ma per chi?

Di fronte all’ennesimo aumento dei premi, la risposta sembra sempre la stessa: cambiare cassa. È il consiglio che ripetono governo, media, associazioni dei consumatori e consulenti, presentandolo come la strada più semplice per risparmiare.
Ma funziona davvero per tutte e tutti?
I dati pubblicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica dicono altro. Tra il 2022 e il 2023 solo l’8,9% degli assicurati ha cambiato cassa: per loro la riduzione dei premi è stata in media inferiore all’1%, mentre chi è rimasto fedele ha subito un aumento del 6,6%.
E chi riesce a guadagnarci? Soprattutto i giovani: oltre il 10% tra i 26 e i 40 anni ha cambiato cassa, ma la quota scende sotto il 2% tra gli over 71. A pesare è anche la franchigia: il 14,4% di chi ha scelto quella massima di 2’500 franchi ha cambiato assicuratore, contro il 6-7% di chi ne ha una più bassa. Infine, le spese sanitarie: più del 10% di chi spende meno di 1’000 franchi all’anno ha cambiato cassa, contro meno del 5% di chi supera i 10’000.
Il cambio di cassa premia chi è giovane, sano e spende poco, mentre penalizza gli anziani e i malati cronici, frenati dalla burocrazia o dal timore di complicazioni nell’accesso alle cure. Risultato: il mercato dei cambi non rafforza la solidarietà, ma la indebolisce, ampliando la distanza tra chi gode di buona salute e chi ha più bisogno di cure. Alla faccia della solidarietà tra giovani e meno giovani, tra sani e malati che dovrebbe essere alla base della LAMal.

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