Quindi, a lungo temuto, alla fine il peggio si è verificato: le dimissioni del primario e vice del reparto di ortopedia del S. Giovanni, spinti ai margini da una pianificazione ospedaliera proposta dal Dss, su indicazioni dell’Eoc.
Ma analizziamo i fatti. Il Dss, tramite la proposta di pianificazione ospedaliera cantonale ancora all’esame del parlamento, propone di sopprimere al S. Giovanni gli interventi ortopedici di protesi per gli arti inferiori e superiori. In pratica non si potranno più impiantare protesi di anca, ginocchio e spalla, interventi sino ad ora eseguiti di routine. Attribuisce per contro ancora dei mandati ortopedici a Bellinzona: BEW1, BEW2 e BEW5 nella classificazione del modello di Zurigo, vale a dire chirurgia dell’apparato locomotore, artroscopia del ginocchio, ed altra e varia patologia ortopedica; inoltre attribuisce pure il mandato RHE2, reumatologia complessa e interdisciplinare, per la quale occorrono varie collaborazioni con gastroenterologia, cardiologia, angiologia, neurologia, pneumologia, dermatologia ed ortopedia, tramite il mandato BEW2. Sarebbe logico quindi a questo punto pensare che tanta patologia ortopedica rimanesse al San Giovanni. Tale logica per contro non sembra essere condivisa dai vertici Eoc, che decidono di eliminare del tutto il reparto di ortopedia, di accorparlo a quello di chirurgia, esautorando in pratica primario e vice e portandoli alle dimissioni. «Probabilmente hanno fretta» è stato lo scarno commento rilasciato dalla DG dell’ente ospedaliero confermando la notizia (vedi ‘laRegioneTicino’, 31 luglio 2014).
Ortopedia: zac a dito, mano e braccio!
Ma la soppressione del reparto di ortopedia NON è prevista dalla pianificazione ospedaliera. Quindi l’Eoc approfittando del trasferimento della chirurgia delle protesi dal San Giovanni, come conseguenza di una pianificazione ancora da approvare, si porta via non solo il dito, ma anche la mano e tutto il braccio. Tali dimissioni hanno destato molta preoccupazione negli ambienti ospedalieri e politici del Bellinzonese, e questo ha portato ad un’interpellanza parlamentare al CdS presentata dalla Onorevole Michela Delcò Petralli, del gruppo dei Verdi, ed a una e-mail tranquillizzante inviata dalla direzione Osg al personale, nella quale si afferma che la pianificazione prevede lo spostamento solo del 10% dell’attività ortopedica del San Giovanni, mentre tutto il resto dell’attività traumatologica e ortopedica elettiva rimarrà. A questo punto sorgono spontanee delle domande: 1) ma se l’iter parlamentare della pianificazione è ancora in corso, come mai vengono prese decisioni conseguenti ad una eventuale sua approvazione che fino ad ora non è ancora avvenuta? 2) l’Eoc rispetta l’iter parlamentare e le delibere del GC o decide a prescindere? 3) se solo il 10% dell’attività ortopedica sarà trasferito, perché allora sopprimere il reparto di ortopedia dove sono curati il 90% dei restanti casi?
Attività bassa? Fuori i numeri!
Così continua il balletto dei numeri con Beltraminelli che afferma che l’attività all’Osg è bassa, si tratta solo di 60 casi annui su 1’500 del totale e poi si preoccupa di riaffermare la primaria importanza del S. Giovanni nel panorama ospedaliero cantonale. Ma cosa sono 60 e cosa è il 10% di quale totale? Si afferma che l’attività del S. Giovanni è bassa e quindi non può essere sostenuta. Allora bisogna fare chiarezza, che i numeri veri ed effettivi siano dichiarati, che si dica negli anni passati quanti pazienti sono stati operati nel reparto di ortopedia del S. Giovanni, quale è stata l’attività ambulatoriale, quanti pazienti in P.S. hanno necessitato di consulenza ortopedica. Solo così si potrà avere un chiaro quadro della situazione. Sarebbe da sapere poi se anche in altri ambiti nella proposta della pianificazione è stato seguito analogo criterio quantitativo. Allora si dovrebbe conoscere quale è stata l’attività di chirurgia della tiroide negli anni scorsi nei vari ospedali ticinesi. Sicuramente l’attribuzione all’ospedale di Lugano sulla base di criteri non reali (la formazione dei medici assistenti per la branca otorinolaringoiatria quando invece gli interventi sono eseguiti da chirurghi) suscita più che qualche legittimo sospetto sul fatto che i numeri del Civico fossero sufficienti o per lo meno pari ad altri ospedali, ed analogamente dicasi per la chirurgia della mano, prima non attribuita all’Osg nonostante la casistica numerica importante, e recuperata solo in extremis. Ma allora altre domande bisogna rivolgere al Dss e quindi all’Eoc: 4) quali sono i criteri adottati al fine di mantenere certe specialità nei vari ospedali? 5) quale è la casistica minima ritenuta sufficiente e quale no? Vale a dire perché il numero di 60 interventi annui all’Osg non è stato ritenuto tale? 6) in conformità a quali criteri scientifici queste scelte sono basate? Nella letteratura medica sono riportati tali numeri o no? 7) come mai si parla sempre e solo di quantità e mai di qualità, criterio che in medicina vale molto di più?
Un nuovo taglio sanitario a Bellinzona
In pratica siamo di fronte ad un nuovo taglio nell’offerta sanitaria del S. Giovanni dopo quanto successo negli anni scorsi con la chirurgia vascolare e viscerale complessa, e si illude chi pensa che solo il 10% dell’attività ortopedica sarà persa. Senza uno staff ortopedico all’altezza, gran parte del restante 90% sarà a forte rischio di eliminazione, e questa è la vera posta in gioco, la torta che fa gola soprattutto al settore privato, dal quale l’attuale direttore Eoc Pellanda proviene. E tutto questo provocherà un effetto domino con ricadute su altre specialità e attività, come Pronto soccorso, anestesia, radiologia, sala operatoria, laboratorio ecc. Come si fa quindi ad affermare che non ci saranno ripercussione sui posti di lavoro? Ancora quindi 3 domande: 8) si è consci di tale pericolo? 9) si è già provveduto ad approntare uno scenario realistico per quando gli attuali ortopedici partiranno dall’ospedale? 10) considerata la nota penuria di medici svizzeri, si è pensato a come tali decisioni potranno influire sulla attrattività futura dell’Osg nel reclutare validi ortopedici e traumatologi?
Rassicurazioni operazione di depistaggio?
In pratica una sempre maggiore riduzione delle specialità mediche nel Bellinzonese non si concilia con l’affermazione che l’Osg ricoprirà ancora in futuro un ruolo di primaria importanza nel panorama ospedaliero cantonale. Quindi l’on. Beltraminelli dovrebbe far seguire alle parole i fatti, altrimenti si tratta solo di un’operazione di depistaggio. In più bisogna notare come l’Eoc sopprimendo il reparto di ortopedia va ben oltre al mandato della pianificazione ospedaliera, approfittando di questa, e prima ancora che essa sia approvata, in spregio alle istituzioni politiche preposte alla sua valutazione ed eventuale approvazione o meno. Un ospedale acuto oggi si basa su alcuni reparti fondamentali, e uno di questi è sicuramente l’ortopedia, senza la quale una grande parte di pazienti non potrà essere trattata in modo compiuto. È quindi inconcepibile che si rinunci a tale specialità all’Osg: tale scenario è incompatibile con la definizione di ospedale generale acuto. La dimostrazione di ciò è data dal fatto che negli altri tre ospedali principali dell’ente tale attività sarà mantenuta. Un’esortazione quindi alla classe politica del Bellinzonese e del Sopraceneri tutto, affinché si dica basta una volta per tutte, che dimostri la propria indignazione e ponga fine in fretta alla deriva che si va profilando: il sempre maggior spostamento delle risorse sanitarie nell’area luganese, sia nell’ambito del pubblico che del privato, con il gruppo Genolier. L’unica vera fretta che si sta dimostrando oggi in ambito sanitario, è quella dei vertici Eoc: smantellare l’ospedale di Bellinzona insieme a quelli delle valli, e con esso pure il concetto di ospedale multisito che fin qui ha potuto essere applicato con tanto profitto. Nel settore pubblico si concentrano invece quante più risorse possibili all’Orl che, come per magia, prima o poi, salterà fuori dal cilindro con le sembianze dell’ospedale cantonale. E questo non rispettando le istituzioni politiche preposte a operare tale tipo di scelte, vale a dire prima di tutto il Gran Consiglio, e quindi non come frutto della volontà dei cittadini ma come risultato invece di trame, intrighi e sotterfugi.
Pubblicato su La Regione del 27.8.2014.