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L’acceso dibattito attorno al Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) e l’imminente voto in Consiglio comunale hanno fornito l’ennesima prova dell’ormai avvenuta metamorfosi del Partito Socialista (PS) in una forza social-liberale. Questa trasformazione è ormai conclamata dagli orientamenti politici difesi dal PS, anche se lo stesso si vergogna ancora di ammetterlo pubblicamente. Non è sterile polemica la nostra. Semplicemente una constatazione politica di fondo. Chi ancora si pone delle domande sul perché la sinistra non riesca a unirsi troverà una risposta, per esempio, analizzando appunto la questione del PSE. In particolare, osservando la posizione del PS.

Lo abbiamo abbondantemente ripetuto. E lo facciamo ancora. Il PSE rappresenta un gigantesco sperpero di risorse finanziarie (almeno 350 milioni di franchi in 27 anni) che andranno a ingrassare i profitti di grandi gruppi capitalistici elvetici (Credito Svizzero e HRS Real Estate AG). Questo travaso di risorse finanziarie dalla collettività ai privati si farà a scapito, nell’immediato, di una risposta necessaria alle priorità dettate dagli effetti della pandemia. E sul medio e lungo termine, le pesanti conseguenze di questa folle scelta scuoteranno in profondità la struttura sociale cittadina, imponendo un profondo ridimensionamento dei servizi pubblici cittadini, accentuando il calo demografico già in atto, determinando la perdita di posti di lavoro, soprattutto a livello dei servizi comunali.

Le cose rischiano di diventare semplicemente drammatiche, anche alla luce delle notizie degli ultimi giorni che ci giungono dal terzo studio sulla situazione socio-economica della popolazione commissionato dalla città di Lugano e i cui risultati sono appena stati anticipati. Ebbene, questo studio afferma che circa il 6% dei nuclei famigliari non raggiungerebbero il minimo vitale. Si tratta di almeno 6-8’000 persone che vivono a Lugano: una cifra importante. Senza il sostegno delle prestazioni sociali si troverebbe nella stessa condizione, conclude lo stesso studio, il 18,6% dei nuclei famigliari, sicuramente più di 20’000 persone (un terzo della popolazione di Lugano). Di fronte a questi dati dovrebbe essere chiaro quali debbano essere, per una forza realmente di sinistra, le priorità politiche.

Il PSE è anche nocivo a livello dell’impatto ambientale: nuova cementificazione in una città che ne è già ampiamente sommersa, che trabocca di abitazioni e uffici sfitti.

Riassumendo, il PSE è un progetto che risponde prioritariamente ai bisogni di valorizzazione del capitale privato. Questa condizione è assolutamente evidente. Tuttavia, il PS di Lugano ha deciso di sostenere il progetto con assoluta convinzione. Però ha avuto bisogno, come capita sempre più spesso, di alzare una cortina fumogena per tentare di nascondere la sua partecipazione attiva alla gestione degli interessi di questo sistema malato, anche quando si tratta di una pura e cristallina speculazione capitalista. Le “7 condizioni imprescindibili per dire SI al Polo sportivo e degli eventi[1] svolgono proprio questa funzione: dare l’impressione di una posizione politica critica e “risolutiva” (sic!) per mascherare il sostegno diretto e convinto alla realizzazione di questo progetto. Ma approfondiamo l’analisi.

Innanzitutto, va detto che queste “7 condizioni imprescindibili” saranno accettate dal Consiglio comunale. Il sindaco Borradori si è detto, fin da subito, entusiasta di questo modo di procedere. Ha capito immediatamente che la conquista del sostegno del PS alla causa del PSE sarebbe costata poco o nulla, qualche promessa da inserire in qualche rapporto. Lo ha fatto perché sa perfettamente che l’adozione di queste condizioni è un atto puramente formale, assolutamente non vincolante nei fatti e perfettamente aderente al progetto del PSE.

E così i punti del PS hanno trovato posto nel rapporto di maggioranza della commissione della gestione, con l’invito al Municipio, quasi sempre “nei prossimi anni”, a tenere conto di questi punti.

Prendiamo la prima condizione: “ridurre l’onere finanziario annuo che peserà sui contribuenti di Lugano”. Per il PS si tratta di «promuovere la creazione di un ente regionale di gestione delle infrastrutture sportive. (…) Inoltre, il Municipio si deve adoperare ad ottenere sussidi cantonali per la rinaturazione del Cassarate al Maglio e ad aumentare i sussidi per il polo sportivo. Una volta costruito il polo sportivo (PSE1), il Municipio si impegna a presentare al Consiglio comunale un Messaggio che valuti la possibilità e la fattibilità del riacquisto immediato delle opere». Molto concretamente, il PS di Lugano vuole che i comuni del Luganese partecipino finanziariamente alla costruzione del PSE, in nome di un supposto interesse generale regionale. In che modo un ente regionale contribuirà a diminuire l’impatto finanziario annuo della città di Lugano? Se i comuni rinvieranno al mittente le richieste di partecipazione ai costi, l’ente non sarà altro che un involucro vuoto, inutile. E i costi per Lugano non diminuiranno. Naturalmente, il Municipio si “adopererà” per ottenere maggiori finanziamenti, i quali non arriveranno oppure arriveranno col contagocce. Come si risponderà allora all’obiettivo di ridurre l’impatto finanziario per la città? Mistero. Ovviamente, il Municipio “valuterà” la possibilità del riacquisto immediato delle opere, ma considerato che questa operazione costerà altrettanto, se non di più, dell’affitto e dei leasing pagati agli investitori privati, non se farà nulla. E i costi per la città non diminuiranno di un centesimo. Aria fritta dunque.

La seconda condizione è ancora meno vincolante della prima: “nessun dumping salariale sui cantieri e garanzia del rispetto dell’ambiente e della qualità delle opere”. Il PSE fa riferimento al fatto che questi controlli avvengano nel «rispetto dei principi e dei meccanismi antidumping e di tutela ambientale, che sono previsti dal contratto con i partner privati». Ebbene esistono questi “meccanismi” nel contratto di partenariato pubblico privato (PPP)? Nei messaggi municipali non ve n’è traccia. Tralasciando questo aspetto, anche in questo frangente Borradori e soci sosterranno entusiasti la proposta di maggiori controlli, di collaborare con i sindacati, ecc. E se si verificheranno comunque degli abusi, cosa cambierà concretamente? Il PSE sarà bloccato, smontato perché non è stata rispetta questa “condizione imprescindibile”? No, ovviamente. Tutto procederà secondo programma, con il PS convinto, velleitariamente, di aver imposto “condizioni imprescindibili” che hanno modificato la natura del PSE…

La terza “condizione imprescindibile” è francamente ridicola: «Vogliamo che la zona verde con alberi a radicazione profonda all’interno del progetto venga massimizzata. Un vero parco non può essere fatto con grandi parti dello stesso poste sopra parti di edificio interrate. Chiediamo di contenere al massimo le autorimesse interrate a nord e a est verso il blocco servizi. Si chiede anche di prevedere un manto erboso nell’arena sportiva». Il PS di Lugano vuole “massimizzare” la zona verde all’interno del PSE. Ora, chiunque dia un’occhiata al progetto si accorgerà che la striscia verde prevista è racchiusa fra i 4 palazzoni abitativi e il Blocco Servizi e la Torri. Considerato questo vincolo fisico, non si capisce come sia possibile “massimizzare” lo spazio verde. A meno di spostare i 4 palazzoni in mezzo a via Trevano… E cosa significa “contenere” al massimo le autorimesse interrate? Non arrivare al centro della terra? Anche in questo caso la pretesa è cosi vacua dal non risultare assolutamente vincolante per il Municipio…

La quarta condizione mira a imporre la realizzazione all’interno dei contenuti abitativi (Tappe 3) di una quota del 30% di alloggi a “prezzi accessibili”. Cosa si intende per “prezzi accessibili”? Non si sa con precisione. Ovviamente non si è voluto fare nessuna proposta politica vincolante. È ovvio che gli immobili previsti, in mezzo a una delle arterie di traffico più sollecitate, con vista sullo stadio, non proporranno appartamenti di standing superiore. Quindi è già scontato che i prezzi degli appartamenti saranno collocabili nella fascia media, il cui prezzo, in mancanza di vincoli precisi, lo fisserà sempre e comunque il mercato privato. Quindi l’accessibilità potrà essere molto relativa, sicuramente non sarà favorevole ai bassi-medi salari, non più dei prezzi offerti oggi a Lugano nella cosiddetta “fascia media”. Certamente i prezzi non saranno popolari, non favoriranno in maniera importante le famiglie con salari attorno ai 3’500-4’500 franchi mensili. Impalpabile, poi, il riferimento, in caso di mancato accordo con gli investitori privati sul 30% di alloggi a prezzi accessibili, l’obbligo fatto al Municipio di proporre una modifica del PR in tal senso. Fatta la proposta, alla maggioranza in Consiglio comunale sarà facile bocciare la proposta. E oplà, eccoci con un nulla di fatto in mano. Mentre il PSE sarà una realtà molto concreta.

La quinta ferrea condizione è semplicemente la fotocopia di quanto proposto dal Municipio: trasformare i locali lasciati liberi in centro città dall’amministrazione costretta a emigrare nella Torre Est del PSE in abitazioni primarie. Fa piacere che il PS di Lugano, dopo aver dato il sostegno a una spesa di 350 milioni di franchi, sosterrà anche quella di 40 milioni per questa riconversione assolutamente inutile nella città in testa alla classifica svizzera delle città con il maggior tasso di abitazioni vuote. C’è solo da sperare che questa ennesima spesa inutile non vada a rafforzare ulteriormente questo tasso. Ma ci sono poche speranze se si considera l’andamento negativo del numero di abitanti a Lugano…

La condizione numero 6, sul potenziamento di percorsi ciclabili/pedonali e su un’accelerazione dei tempi per la costruzione della tratta del tram Cornaredo-Centro, rientra assolutamente nei piani già annunciati e sbandierati dal Municipio di Lugano. Come dire, richiediamo ciò che è già unanimemente accettato…

Infine, l’ultima condizione, quella che chiede l’inserimento della possibilità che la Città possa riscattare gli spazi occupati dall’amministrazione comunale (Torre Est) e dalla Polizia comunale (Blocco servizi). Nonostante tutti i nostri tentativi, non riusciamo a capire come il rispetto di questa condizione possa essere un motivo di sostegno al progetto del PSE, quale interesse per la cittadinanza sia racchiuso in questa proposta. Altro mistero. Tanto più che i vari messaggi licenziati dal Municipio sul PSE prevedevano già questa possibilità, come anche per i contenuti sportivi. Non c’è che dire, ancora una volta il Municipio ha dovuto capitolare davanti alla proposta draconiana del PS di Lugano…

Questa lunga analisi non può che portare a una semplice conclusione. Le “7 condizioni imprescindibili” poste dal PS di Lugano non sono altro che un tentativo mal riuscito di dare una “spruzzata” di criticità a un progetto inaccettabile per qualsiasi forza politica che si dica ancora timidamente di sinistra. L’assoluta compatibilità, così perfetta da lasciare il dubbio che sia stata concordata dalle parti, di queste sette proposte e il progetto del PSE, colloca pienamente il PS di Lugano nel fronte di coloro che sostengo gli interessi del grande capitale. Perché su un tema del genere, qualsiasi forza di sinistra, non può esitare. D’imprescindibile non vi può essere che l’opposizione totale a questo omaggio incondizionato alla speculazione…


[1] https://ps-lugano.ch/pse-7-richieste-imprescindibili/