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Così, alla fine, il Pronto Soccorso dell’ospedale italiano di Viganello ha riaperto lunedì 21 giugno (molte settimane dopo il 10 maggio annunciato da governo e EOC): ma in realtà è, quasi, come se fosse rimasto chiuso.

Nelle settimane scorse avevamo a più riprese denunciato il fatto che non fosse ancora stato riaperto, come promesso. E inserivamo questo ritardo in una strategia, sviluppata dalla direzione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), tesa di fatto a liquidare, in modi e tempi adeguati, il PS dell’Italiano.

I modi con i quali la struttura è stata “riaperta”, sembrano confermare le peggiori intenzioni.

Cominciamo dagli orari. Sono quelli, escludendo le domeniche, di un qualsiasi studio medico o di uno dei centri medici che pullulano oramai in tutte le maggiori città del Cantone: dalle 9.00 alle 19.00.

Al di fuori di questi orari, il pubblico è orientato verso il Pronto soccorso dell’Ospedale Civico, quasi a voler creare una nuova abitudine, a confermare una prassi che ormai si è imposta da mesi e mesi.

A rendere ancora più inquietante questo quadro, almeno stando alle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, sarebbe la limitazione dei servizi offerti con la riapertura: oltre alla oftalmologia, per la quale il PS dell’Italiano funge (e ha continuato sempre a funzionare come tale) da Pronto soccorso cantonale, sono solo poche specialità ad essere accolte: per le altre si viene dirottati sul Civico.

Ma a completare questa riapertura che tale non è, concorre il più assoluto silenzio dal quale è stata finora accompagnata. Se non fosse per le nostre pubbliche proteste e sollecitazione, pochi cittadini e cittadine di Lugano saprebbero di questa “riapertura”: nessun comunicato dell’EOC o del governo, tanto meno della città di Lugano; e, naturalmente, nessuna informazione alla popolazione sulla possibilità di disporre, nuovamente, seppur in forma ridotta, di questo importante servizio medico.

L’obbiettivo appare chiaro: quello di poter, a termine e magari anche sulla base di dati che testimonierebbero di una diminuita affluenza, decretare la chiusura definitiva di questo Pronto soccorso, come d’altronde vorrebbero i dirigenti dell’EOC.