Le prossime settimane, i prossimi mesi, saranno molto importanti per il futuro della mobilitazioni di cui parliamo in questo numero del giornale, in particolare per quella contro il taglio delle pensioni IPCT.
In un paese in cui non vi è una tradizione di lotta, nel quale le persone non sono abituate a mobilitarsi in difesa dei propri diritti, appare importante mettere in rilievo qualsiasi elemento che possa aiutare e sostenere i lavoratori e le lavoratrici e, soprattutto, possa convincerli che è possibile vincere.
È il messaggio che ci hanno inviato i dipendenti dei trasporti pubblici della città di Ginevra (TPG) impegnati da mesi in una vertenza sull’indennità di rincaro, opposti alla loro direzione aziendale (spalleggiata dal Municipio di Ginevra).
Pomo della discordia la richiesta da parte dei salariati della compensazione integrale del rincaro pari all’1,2% su base annuale, di fronte alla quale la direzione dei TPG era disposta a offrire solo la metà, lo 0,6%.
Le trattative si sono trascinate per settimane senza alcun esito; così ai lavoratori non è rimasto altro da fare che scioperare e organizzare il blocco del traffico pubblico cittadino. Un’azione che si è rivelata efficace malgrado i tentativi della direzione di aggirare i picchetti di sciopero organizzati all’entrata dei depositi dei veicoli.
È stata una partecipazione massiccia quella che ha coinvolto i lavoratori e le lavoratrici nello sciopero durato due giorni (13 e 14 ottobre). La decisione di scioperare e di ricondurre l’azione per il secondo giorno si è sempre svolta sulla base di ampie discussioni tra i lavoratori, culminate con votazioni nelle quali tutti hanno potuto esprimersi.
Alla fine, ed è un fatto che va sottolineato con forza, i lavoratori dei TPG hanno vinto, piegando la direzione. È infatti stato raggiunto , alla fine del secondo giorno di sciopero, un accordo tra gli scioperanti e la direzione. Quest’ultima concederà un’indicizzazione dell’1,2% degli stipendi, come richiesto; tra settembre e dicembre, gli stipendi saranno aumentati dello 0,6%, mentre l’indicizzazione completa sarà applicata solo a partire dal 1° gennaio 2023. Il personale, invece, si è accontentato di un bonus una tantum di 400 franchi invece dei 500 franchi richiesti.
Come in tutti gli scioperi, in particolare quelli della funzione pubblica, anche in questo si è tentato – in particolare da parte della stampa – di dipingere questa categoria di salariati come “privilegiati”, in lotta per un “privilegio” (la compensazione del rincaro!), ricordando che godono già di una posizione sicura nell’impiego pubblico.
Si tratta di campagne tipiche di questi momenti di polarizzazione sociale. Campagne che sono già cominciate da tempo anche qui in Ticino nei confronti dei dipendenti pubblici in lotta contro i tagli alle loro pensioni.
Quanto successo a Ginevra deve incoraggiare tutte e tutti a lottare; anche se le condizioni generali sono difficili, anche se non abbiamo esperienza di lotta, l’esempio di Ginevra mostra come lo sciopero sia l’arma più potente di cui dispongano i lavoratori e le lavoratrici per piegare il padronato, pubblico o privato. E l’esempio ginevrino ci dice che è possibile vincere.
Dobbiamo ricordarcelo in queste settimane nelle quali si discuteranno le strategie per continuare il movimento a sostegno delle nostre rivendicazioni.