Pubblichiamo un’interpellanza depositata alcuni giorni fa dai nostri deputati in Gran Consiglio. (Red)
La domanda di costruzione di un inceneritore alimentato da rifiuti (legname usato e di scarto, incollato, dipinto, rivestito, laccato o altrimenti trattato proveniente da cantieri, demolizioni, ristrutturazioni, dalla raccolta differenziata, dall’industria) al confine dei comuni di Lumino e Arbedo-Castione sta creando grande preoccupazione ed opposizione tra la popolazione della zona.
Teris SA, società di proprietà di AET e ACR, vuole costruire un inceneritore a Lumino nelle dirette vicinanze di una zona densamente abitata e con diverse strutture scolastiche (scuole dell’infanzia, elementare e medie), di svago (campo di calcio, scuderia, agility doc, ciclopista) e centri commerciali. Nella zona è pure previsto un pozzo di captazione d’acqua potabile.
L’inceneritore sarà in funzione 24 ore su 24 per tutto l’anno e verrà alimentato da scarti per un totale di 12’000 tonnellate. A titolo di paragone, presso l’altro inceneritore presente nel Bellinzonese, quello di Giubiasco, vengono bruciate 15’000 tonnellate di legname di scarto. È un dato di fatto che le impurità presenti nel legno di scarto generano importanti inquinamenti nei fumi di combustione. Annualmente verranno prodotte 430 tonnellate di ceneri. La consegna del materiale di scarto ed il trasporto delle ceneri in una discarica speciale sarà effettuato su gomma con ulteriore inquinamento.
Questi tipi d’inceneritore non sono esenti da rischi per l’ambiente e la salute della popolazione, tant’è che nel rapporto sul messaggio 8299 del 23 maggio 2024 la commissione ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio (richiesta di un credito quadro netto di 27 milioni di franchi e autorizzazione alla spesa di 40 milioni di franchi per la promozione e realizzazione di progetti di produzione e distribuzione di energia termica tramite reti di teleriscaldamento in Ticino) afferma:
“Durante l’audizione è stato confermato che tra le fonti (rinnovabili) per la produzione di energia sussidiate è presente anche la legna di scarto che oggi ha una scarsa possibilità di riutilizzo. Ovviamente rispettando la legislazione sullo scarto dei rifiuti. In aggiunta è stato specificato che questi tipi d’impianti, legati allo smaltimento dei rifiuti, vengono predisposti lontano dall’abitato, spesso in zone industriali”.
Tutto il contrario di quanto Teris SA vuole fare nella zona al confine tra Lumino e Castione!
Il rapporto della commissione pone inoltre un altro interrogativo legato a questo progetto:
«la Commissione si aspetta l’elaborazione di una strategia su tutto il comprensorio cantonale, da elaborare in sinergia con pubblico e privato. Intravediamo il rischio di sviluppare tanti progetti, in parte in concorrenza uno con l’altro, senza una valutazione chiara del potenziale di allacciamento e un minimo di evoluzione. Questo non tanto nel breve periodo, infatti, le nuove centrali vengono sfruttate per il loro pieno potenziale con enorme facilità, ma sul lungo periodo, quando ci avvicineremo agli obiettivi inseriti all’interno del PECC. Un esempio pratico di questo aspetto è stato sollevato tra Castione e Lumino, dove potrebbero sorgere 3 centrali (promossi da FFS, Teris e Afor Castor) nel raggio di un chilometro».
Dunque, grande confusione sotto il cielo per dirla con le parole di Mao.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al Consiglio di Stato:
1. Come giustifica la domanda di costruzione per questo inceneritore sul confine tra Lumino e Castione in una zona urbanizzata e l’affermazione fatta da Claudio Zali e Giovanni Bernasconi davanti alla commissione ambiente, territorio ed energia secondo cui questi impianti che utilizzano rifiuti dovrebbero essere predisposti lontano dall’abitato?
2. Come giustifica la domanda di costruzione di quest’inceneritore a poche centinaia di metri da altri due impianti (tra cui quello delle FFS, pure finanziato lautamente dal Cantone)?
3. Non ritiene opportuno, tenuto conto anche dalla forte opposizione della popolazione di Lumino e Castione, intervenire sui propri rappresentanti nei CdA di AET e ACR per chiedere la rinuncia a questo inceneritore?