È il classico elefante nella stanza. A poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e Paraolimpici del 2024, il nostro pianeta ha appena vissuto il giorno più caldo mai registrato. Ma il lancio del martello è più importante dell’innalzamento delle acque, perché la questione climatica sembra essere assente da tutti i discorsi olimpici.
Eppure è difficile nascondere il caos climatico sotto il tappeto di questo evento sportivo internazionale, che si svolge per la maggior parte all’aperto in piena estate.
Come ha recentemente sottolineato la climatologa e membro dell’Alto Consiglio francese per il clima Valérie Masson-Delmotte sul social network X: “I giorni di canicola, quando la temperatura massima supera i 30°C, sono diventati […] 3,3 volte più frequenti (durante questo periodo dei Giochi Olimpici), rispetto alla metà del XX° secolo“.
È inoltre impossibile ignorare che da oltre un anno ogni nuovo mese batte inesorabilmente il record di temperatura media globale stabilito nel mese precedente, anche se questo luglio in Francia non è così evidente, a differenza dei nostri vicini spagnoli o greci. O che il nostro continente si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto al resto del globo.
Peggio ancora, le competizioni sportive si svolgeranno in un’area già duramente colpita dal surriscaldamento globale. Parigi è la capitale europea con il più alto rischio di mortalità in eccesso in caso di ondate di calore. Secondo uno studio pubblicato nel 2022 dall’Institut Paris Région, un terzo della popolazione della regione di Parigi, ovvero 3,7 milioni di persone, è considerata “molto vulnerabile” alle ondate di calore.
E mentre i Giochi Olimpici ostacolano l’accesso al grande ospedale Delafontaine di Seine-Saint-Denis, questo dipartimento, che ospita il Villaggio Olimpico e diversi eventi, ha circa il 20% di alloggi sovraffollati – che portano molti residenti a vivere le temperature estreme senza alcun comfort interno – ed è stato uno dei più colpiti durante l’ondata di calore del 2003, con un tasso di mortalità in eccesso del 160%.
Secondo i dati ufficiali, i Giochi Olimpici immetteranno nell’atmosfera 1,58 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti in poche settimane alle emissioni medie prodotte da oltre 150’000 francesi in un anno intero. In realtà, gli organizzatori hanno difficoltà a valutare quale sarà l’impronta carbonica finale dell’evento. I viaggi degli spettatori internazionali potrebbero risultare il doppio di quelli previsti. E la compensazione delle emissioni dei Giochi è stata possibile solo attraverso progetti di cattura del carbonio, che stanno diventando sempre più controversi nei Paesi in via di sviluppo.
Tutti questi fatti dimostrano l’assurdità ecologica di organizzare questo tipo di mega-evento in stile XX° secolo in un mondo che sta bruciando. Tranquilli, Emmanuel Macron ha appena ottenuto, a condizione di ottenere le garanzie finanziarie, l’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2030 sulle Alpi francesi. Un altro palese caso di amnesia climatica: tre quarti delle trecento stazioni sciistiche del Paese chiuderanno entro la fine del secolo a causa del riscaldamento globale.
*articolo apparso su www.mediapart.fr il 24 luglio 2024. Traduzione a cura del segretariato MPS.