Dopo gli aumenti degli scorsi anni (l’aumento medio è stato del 9,2% nel 2023 (+5,4% a livello nazionale) e del 10,5% (+8,7%) nel 2024, assistiamo oggi all’annuncio di un ulteriore aumento dei premi di cassa malati.
Una vera e propria stangata per le famiglie ticinesi con un aumento medio del 10,5%. Si tratta del Cantone con il maggiore aumento a livello nazionale dove i premi crescono, in media, del 6%.
L’annuncio cade proprio nello stesso giorno il cui il Consiglio degli Stati approva una mozione UDC (quelli che vogliono difendere il popolo) che chiede al Consiglio federale di aumentare il limite della franchigia minima, ora fissato a 300 franchi. Una decisione che, se confermata dal Consiglio nazionale, comporterà un ulteriore aumento del contributo di pazienti e assicurati/e al pagamento dei costi di cassa malati.
Appare sempre più evidente che l’attuale sistema è ormai entrato in una crisi che il sistema delle casse malati, sostenuto dal governo federale e dai suoi partiti, cerca di uscire solo caricando sempre più i costi sui salariati e le loro famiglie.
Appare ormai sempre più evidente che sono le casse malati a dominare il sistema sanitario svizzero e le loro decisioni non sembrano trovare resistenza alcuna. Una situazione che rischia di peggiorare, con conseguenze imprevedibili sugli assicurati, se il 24 novembre prossimo verrà approvata la riforma EFAS.
Va qui ricordato che il sistema sanitario in Svizzera non è caratterizzato, come vorrebbe farci credere la narrazione corrente utilizzata per giustificare gli aumenti continui dei premi, da un’esplosione dei cosiddetti costi della salute. Costi che sono certo aumentati, ma in linea con tutti gli altri paesi comparabili, rimanendo anzi al di sotto di altri paesi nel confronto tra spese sanitarie e ricchezza prodotta (PIL). Il problema numero uno in materia di assicurazione-malattia non è quindi l’ampiezza delle spese, ma la maniera con la quale queste sono finanziate.
A questo proposito, ricordiamo che nel 2022 il totale delle spese sanitarie ha raggiunto i 91,5 miliardi di franchi. Le tre principali fonti di finanziamento sono:
a)le famiglie in misura di 55,4 miliardi di franchi (una somma che comprende, oltre ai 32,9 miliardi pagati nel quadro dell’assicurazione-malattia, circa 14,5 miliardi pagati direttamente – per esempio le cure dentarie, i medicamenti acquistati senza ricetta medica, il ricovero in casa per anziani) e più di 7 miliardi versati alle assicurazioni private;
b) i poteri pubblici in misura di circa di 29,9 miliardi di franchi;
c) le imprese in misura di circa 5 miliardi di franchi, principalmente attraverso i contributi padronali all’assicurazione invalidità o all’assicurazione infortuni.
A livello cantonale possiamo aggiungere che questa situazione è aggravata dalla proposta, appena presentata nell’ambito del Messaggio sul Preventivo 2025, di un risparmio di oltre 10 milioni (che toccherà famiglie con figli a carico) sui sussidi di cassa malati che, come noto, alleviano in parte un onere ormai diventato insopportabile per le famiglie. A questo si aggiunge anche l’annuncio, sempre nel messaggio sul Preventivo 2025, di un nuovo intervento sui sussidi di cassa malati con il Preventivo 2026.
Di fronte a tutto questo appare evidente la necessità di un cambiamento radicale di sistema. Un cambiamento che deve essere proposto subito attraverso il lancio di un’iniziativa popolare per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro.
In attesa di un cambiamento radicale di sistema e nel contesto di una ormai situazione di emergenza, esigiamo dal Consiglio Federale un intervento d’urgenza che decreti una moratoria di tre anni sui premi di cassa malati e imponga alle casse malati questa soluzione.
Senza interventi di questo genere restano solo chiacchiere in politichese, “comprensione” per i destini dei poveri pagatori di premi e generiche condanne per la politica dei premi praticata dalle casse malati che, sappiamo, possono contare su un vasto sostegno tra la classe politica federale e cantonale.
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