Con le elezioni del Landtag del Brandeburgo del 21 settembre, si chiude il ciclo delle elezioni regionali del 2024. Come il 1° settembre in Sassonia e Turingia, il partito di estrema destra AfD (Alternativa per la Germania) ha ottenuto risultati storici e può sentirsi vittorioso. La co-presidente Alice Weidel può esultare: “L’Est è blu” (il colore dell’AfD).
Due dei partiti del governo centrale sono stati eliminati: i “Grünen” e i liberali (FDP) non hanno superato la soglia del 5% e non hanno più membri eletti nel Landtag del Brandeburgo, proprio come Die Linke. Le conseguenze per la Bundesregierung sono ancora da vedere: molti politici liberali parlano già di un “autunno delle decisioni”. Stanno valutando la possibilità di lasciare la coalizione di governo e vorrebbero bloccare anche riforme sociali minori…
Nel Brandeburgo, l’AfD è il secondo partito, mentre la socialdemocrazia rimane il primo. Con il 30,9% dei voti, l’SPD ha superato di poco l’AfD (29,2%). Per riassumere, possiamo dire che ne siamo usciti solo con un occhio nero?
Il sabato prima delle elezioni, a Potsdam si è tenuta una manifestazione all’insegna di diversi slogan quali “Potsdam rimane multicolore”, “L’odio non è un’opinione”, “I diritti umani al posto della destra”. L’alleanza “Persone invece di fossati” e l’iniziativa “Kein Bock auf Nazis” (nazisti, ne abbiamo abbastanza!) avevano indetto questa manifestazione. Tanta musica e una linea chiara contro l’estrema destra. Forse questo ha aiutato.
Nessun motivo di abbassare la guardia
La SPD e il suo popolare ministro-presidente Dietmar Woidke hanno guadagnato 4,9 punti in una furiosa volata finale. Ma l’AfD ha guadagnato 5,9 punti e ha ottenuto risultati ben al di sopra della media, in particolare tra i più giovani (2,1 milioni di elettori, compresi i giovani di 16-18 anni). Non c’è quindi motivo di abbassare la guardia. Se i bambini dell’asilo cominciano a cantare in cerchio “Germania ai tedeschi, fuori gli stranieri” già la mattina presto, è evidente che si sta correndo verso una grande catastrofe, in Germania e non solo.
I risultati di queste elezioni regionali non sono certo una spinta per la coalizione tricolore (SPD, FDP, Verdi) e per la SPD a livello nazionale. Woidke aveva persino rinunciato a far apparire, nella campagna, personalità nazionali della SPD. I Verdi hanno lasciato il Landtag con il 4,1% (in calo di 6,6 punti) e l’FDP è sceso sotto l’1% dei voti. Quest’ultimo è stato uno dei pochi risultati soddisfacenti di queste elezioni. Le proposte di Lindner (leader del partito liberale FDP e ministro delle Finanze) sulle pensioni basate sull’assegnazione di azioni, che sottraggono ancora più soldi ai più poveri e chiedono a chi, a differenza sua, deve faticare di lavorare ancora di più e ancora più a lungo, non sono state forse accolte così bene.
CDU allo sbando, la dinamica dell’alleanza di Sahra Wagenknecht
Ma anche i partiti dell’Unione (CDU) non hanno nulla da festeggiare. Hanno ottenuto solo il 12,1% e hanno perso 3,5 punti. Non c’è dubbio che la CDU sia stata vittima della polarizzazione tra SPD e AfD: molti hanno votato senza convinzione per l’SPD per evitare una maggioranza AfD. Kretschmar, capo del governo della Sassonia e membro della CDU, ha persino invitato pubblicamente a votare per l’SPD, il che gli è valso una bella lavata di capo. Le vittime di questa polarizzazione sono state ovviamente anche i partiti minori. Resta il fatto che il tentativo di Merz di far perdere voti all’AfD adattandosi alla sua politica aggressiva sui rifugiati e sull’immigrazione è ancora una volta fallito in modo spettacolare.
Per la terza volta, l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) ha ottenuto un risultato a due cifre fin dalla sua prima apparizione. È entrata nel Parlamento regionale con il 13,5%. Ha così ottenuto 14 seggi nel Landtag, più della CDU (12). Con un totale di 88 deputati, la SPD (con 32 deputati rispetto ai 30 dell’AfD) può governare solo se forma una coalizione con il BSW. Il BSW si oppone a ulteriori aiuti militari all’Ucraina e al dispiegamento di nuovi missili statunitensi in Germania. Infatti, sono queste le posizioni sostenute nelle votazioni al Bundesrat (Consiglio federale, la camera parlamentare della Repubblica federale tedesca in cui sono rappresentati i governi dei Länder). D’altra parte, il BSW, in quanto piccolo partner di un’alleanza di governo, potrebbe deludere rapidamente il suo elettorato. In un recente sondaggio, molte persone si sono sono dette contente dell’esistenza di un partito come il BSW che si batte per una maggiore giustizia sociale e al contempo per una limitazione dell’immigrazione.
La sera delle elezioni, il leader della lista AfD Hans-Christoph Berndt ha chiarito di chi fosse figlio spirituale quando ha esclamato: “Il Fronte Nazionale è ormai una realtà!”. Le responsabili federali dell’AfD generalmente tendono ad annacquare il loro discorso quanto i giornalisti televisivi li interrogano sulla retorica nazista dei loro seguaci di estrema destra, come quando si parla di “remigrazione”: per l’amor di Dio, esclamano, non si tratta di cittadini tedeschi o di persone ben integrate, ecc. Ma quando si tratta di fare propaganda sul terreno i discorsi prendono una piega diversa.
Die Linke affronta nuovi compiti
Il partito Die Linke è stato eliminato dal Parlamento regionale con il 3% (-7,7 punti!). Almeno è andato meglio tra i giovani, con un risultato del 7%. Forse non è stata una buona idea sbarazzarsi di ogni traccia di insubordinazione e lasciare che la destra prendesse il sopravvento. Per inciso, l’AfD è di gran lunga il leader sui social network, Facebook, Instagram e soprattutto Tiktok. La loro propaganda prodotta professionalmente è particolarmente efficace. La sinistra dovrebbe formare dei gruppi per impegnarsi efficacemente su questi livelli, sempre in combinazione con offerte di azione nel mondo analogico.
Ma cosa dobbiamo fare noi, forze della sinistra radicale, per entusiasmare i giovani? Per intraprendere un’azione comune al di là dei confini dei Paesi e delle regioni del mondo? Solo quando coloro che sono sfruttati, oppressi e discriminati si uniscono possono cambiare qualcosa nel loro interesse: lottando contro i veri potenti, contro il grande capitale e i suoi servi. Combattendo il razzismo, tutto il razzismo. Allora non ci saranno più “stranieri” da isolare e cacciare. Solo grazie a tutti coloro che restano unite si potrà impedire al mondo di colare a picco.
*articolo apparso sul settimanale francese L’Anticapitaliste nro 722 (26/09/2024)