I risultati delle elezioni in Turingia e Sassonia possono essere consultati nell’articolo pubblicato sul nostro sito qualche giorno fa (Elezioni regionali in Germania. “Il dibattito sulla sicurezza ha sostituito quello sulla sicurezza sociale” * MPS – Movimento per il socialismo (mps-ti.ch)). Il 22 settembre si terranno le elezioni nel Brandeburgo. Un recente sondaggio, riportato nella Frankfurter Rundschau del 13 settembre, indica le seguenti intenzioni di voto. Il principale candidato dell’AfD, Hans-Christoph Berndt, otterrebbe il 27%, superando il ministro-presidente del Land, Dietmar Woidke, che raccoglierebbe il 23% delle intenzioni di voto. Tuttavia, entrambi i partiti hanno aumentato la loro influenza di 4 punti percentuali dal luglio scorso. La CDU si posizionerebbe al terzo posto con il 18%. Seguirebbe da vicino la BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht), con il 15%. I Verdi sarebbero vicini al quorum con il 5% e Die Linke invece sarebbe al di sotto, con il 4%. In un sondaggio riguardante l’atteggiamento nei confronti della partecipazione dell’AfD al governo del Land, il 31% degli intervistati si è detto favorevole. Al contrario, il 61% vi si oppone. Per quanto riguarda la partecipazione governativa della BSW, il 42% ritiene che sarebbe positivo, il 42% vi si oppone. Il 22 settembre, le elezioni nel Brandeburgo forniranno un terzo test elettorale nell’est della Germania per quanto riguarda l’AfD, la nuova BSW e i loro rapporti con le altre formazioni. Le considerazioni che seguono di Marcel Hartwig, successive al voto nei primi due Länder, offrono chiavi di interpretazione utili, senza tuttavia cancellare le specificità di ciascuno dei Länder. (Red)
In un decennio di sforzi, l’AfD [Alternative für Deutschland] è riuscita a unificare l’estrema destra tedesca e a portarla a un successo elettorale senza precedenti dal momento in cui i nazisti presero il potere nel 1933. La preponderanza del blocco di destra nell’ex Germania dell’Est, sviluppatasi in oltre due decenni, sta portando i suoi frutti. L’AfD sta per passare da una posizione di egemonia al potere governativo, anche se probabilmente non parteciperà direttamente al governo in un primo momento.
La buona notizia è che Björn Höcke [la figura di spicco neonazista dell’AfD] non è riuscito a entrare direttamente nel Landtag della Turingia nella circoscrizione di Greiz che aveva scelto. Ma le buone notizia finiscono qui. Die Linke e Die Grünen [i Verdi] riescono a entrare nel Landtag in Sassonia solo grazie alla clausola del mandato di base [1] e alla presenza di forti personalità nei loro bastioni elettorali di Lipsia e Dresda.
I successi attuali dell’AfD non sorprendono gli osservatori di lunga data. Dal 2014 e 2015, il blocco di destra della società dell’Est – composto da una parte dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), dall’AfD, da movimenti di estrema destra e da cittadini arrabbiati mossi da un atteggiamento razzista – ha fatto avanzare una configurazione politica autoritaria e la mobilitazione di una retorica razzista in Parlamento, nei media e nella realtà quotidiana. Aiutata dai discorsi diffusi nei talk-show, l’estrema destra è riuscita a imporre senza sosta i suoi temi e le sue concezioni. L’adattamento della sfera pubblica moderata ai presunti bisogni e preoccupazioni di chi approva i modelli di “soluzione alla crisi” avanzati dalla destra non ha limitato l’ascesa dell’estrema destra. Anzi, le ha dato un’ampia eco e ha così contribuito alla normalizzazione delle sue posizioni nella società.
Situazione sociale e risentimenti
Il successo dell’AfD si basa solo in minima parte sulla professionalizzazione della sua politica. In Sassonia, in particolare, il lavoro preparatorio dell’NPD [Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Il partito neonazista che ha dovuto affrontare procedure di divieto – Verbotsantrag – negli anni 2000] negli anni 1990-2010 ha spianato il terreno per la normalizzazione dell’AfD come partito apertamente di estrema destra. Si tratta di una rapida normalizzazione dell’AfD a livello comunale, che le permette di occupare posizioni e funzioni esecutive senza troppo clamore. Ciò si basa sul paziente lavoro preparatorio di altri attori di estrema destra nelle ultime decadi.
Tra le condizioni preliminari al successo dell’AfD, vi è anche la sua minimizzazione [ridurre la natura e la portata dei suoi obiettivi] perseguita per anni da parte dei media, del mondo politico e degli scienziati. Già nel 2015-16 era evidente che il partito era dominato nell’ex Germania dell’Est da reti di estrema destra che qui volevano testare fino a che punto potessero spingersi nel rompere i tabù sulla politica della destra.
La sinistra sociale, nel senso più ampio del termine, ha ottenuto raramente successi che andassero oltre la resistenza temporanea ad altre ingiustizie sociali o a momenti di esperienza collettiva di solidarietà. Gli aumenti salariali sono da tempo stati inghiottiti dall’inflazione; i vantaggi comunque minimi per i beneficiari dell’assegno di cittadinanza stanno per essere cancellati. Il dogma dell’austerità rimane intatto in materia di politica di bilancio. Insomma, le piccole speranze non cambiano il fatto che la sinistra non riesce a costituire un contro-potere al blocco di destra e alle rimanenti varianti dell’orientamento neoliberale della società. Ancor di più: dalle proteste del 2004 contro Hartz IV [2], la sinistra non è riuscita a mobilitare per i propri obiettivi al di là dei settori ad essa vicini nelle metropoli. Il movimento climatico e la sua ala sinistra sono rimasti un progetto proprio di attori “post-materialisti” e delle loro forme d’azione.
È proprio la necessaria rottura con il capitalismo fossile che serve come pretesto all’estrema destra per sviluppare la sua mobilitazione volta a mantenere questa normalità che ipoteca il futuro di tutti. L’odio nell’ex Germania dell’Est verso tutto ciò che i Verdi sembrano rappresentare come partito, sia nella vita che nella politica, assume tratti del tutto irrazionali. L’AfD e consorti sfruttano con grande successo il risentimento anti-vaccinazione [risentimento che può essere coltivato anche contro “l’ecologia punitiva” dei Verdi] e la paura di perdere la propria condizione, soprattutto a Est.
Non c’è dubbio. Tutto ciò che l’AfD e i suoi alleati testano e mettono in atto a Est troverà, prima o poi, eco a Ovest. Anche lì, vi sono bastioni dell’AfD che il partito vuole spostare a destra della società nelle istituzioni. Nessuno ad Amburgo, Colonia o Stoccarda dovrebbe sentirsi al sicuro.
Con i suoi sei punti sulla migrazione pubblicati poco prima delle elezioni, l’alleanza Sahra Wagenknecht (Bündnis Sahra Wagenknecht-BSW) ha voluto mostrare di seguire l’AfD in materia di politica migratoria. La linea di condotta della BSW nei confronti dell’AfD oscilla tra il rifiuto di cooperare e i riavvicinamenti retorici [3]. Non manca un tocco di ironia nel fatto che un partito la cui leader, quando militava in Die Linke, criticava qualsiasi idea di partecipazione al governo come mancanza di principi e tradimento della lotta di classe, possa ora trovarsi in un governo con il conservatore di destra Michael Kretschmer della CDU della Sassonia (ministro-presidente dal 2017). In Turingia, il moderato Mario Voigt (CDU) ha ripetuto, almeno fino alla sera delle elezioni, che non ci sarebbe stata cooperazione con la sinistra di Bodo Ramelow (membro di Die Linke e ministro-presidente della Turingia dal 2014 al 2020). Così, l’adesione alla tesi dell’estremismo potrebbe finire per cannibalizzare la CDU dell’Est.
Un esodo di giovani verso l’Ovest?
Nel frattempo, cadono i firewall che separano l’AfD dalla società. Durante le elezioni municipali, ogni giorno si apprende che l’AfD elegge sindaci locali, presidenti di commissioni e membri di comitati, grazie ai quali il partito disporrà, a livello locale nei prossimi anni, dei mezzi per fare pressione direttamente su tutti coloro che non gli sono politicamente sgraditi. Qui non si tratta solo di militanti di sinistra dichiarati. Tutti coloro che osano mettere in discussione la sua pretesa di egemonia nei diversi territori saranno scrutati da vicino da parte dell’AfD. Potrebbe trattarsi di un club sportivo con un gruppo di allenamento per rifugiati, di una parrocchia, di un teatro comunale o di un’iniziativa locale di appassionati di cinema. Dove potrà (e dove potrà farlo in futuro), l’AfD farà sentire molto rapidamente e chiaramente ai suoi avversari che è in grado di colpirli.
Nei mesi e negli anni a venire, si tratterà di fatto di battersi per mantenere un minimo di capacità d’azione per le iniziative collettive, le associazioni e i circoli locali; di consentire loro di sopravvivere strutturalmente agli attacchi dell’AfD e del suo ambiente politico. È più facile a dirsi che a farsi. Infatti, nei prossimi tempi, persone giovani e impegnate lasceranno l’Est della Germania per l’Ovest, preoccupate per il loro futuro, la loro libertà individuale o la loro integrità fisica. È questa la configurazione che indebolisce da qualche decennio il potenziale critico nell’Est della Germania, cosa che avvantaggia l’estrema destra.
Quando sarà passata la prima fase di indignazione e frustrazione legata ai risultati delle elezioni dello scorso 1º settembre), sarà necessario che la sinistra si chieda in modo imperativo cosa intraprendere dopo le manifestazioni e i video emozionali contro l’AfD. Nel frattempo, il prossimo evento sono le elezioni del 22 settembre nel Land del Brandeburgo dove verrà eletto un nuovo parlamento regionale.
*Marcel Hartwig vive tra Lipsia e Halle. È attivo in ambito giovanile. L’introduzione e le note a questo articolo sono state curate dalla redazione del sito www.alencontre.org che ha pubblicato una versione in francese di questo articolo apparso, in versione originale, sul sito Analyse & Kritik il 2 settembre 2024
[1] Disposizione secondo cui un partito che ha ottenuto meno del cinque per cento dei voti secondari ottiene seggi in Parlamento proporzionalmente alla sua percentuale di voti se ha ottenuto almeno tre mandati diretti durante le elezioni. (Red.)
[2] La legge è entrata in vigore nel gennaio 2005; l’assegno mensile per un single ammontava allora a 449 euro. Nel 2024: 563 euro. (Red.)
[3] Romaric Godin su Mediapart, il 4 settembre 2024, caratterizza così il substrato dell’orientamento socio-economico della BSW: «La base della politica proposta da Sahra Wagenknecht è dunque la salvaguardia del Mittelstand, quell’insieme di grandi PMI, spesso leader mondiali, che tessono la vita economica tedesca. «Ciò che conta in Germania è il Mittelstand, un blocco forte di aziende più piccole che possono posizionarsi contro le grandi corporazioni», spiega lei nell’intervista alla NLR (New Left Review). Questa lotta a livello di capitale tra “piccoli” e “grandi” prende così il posto della lotta di classe, e questo è completamente accettato da Sahra Wagenknecht. Certo, afferma che anche il Mittelstand è un luogo di sfruttamento. Ma afferma che «questa opposizione è importante quanto quella della lotta tra lavoro e capitale». E poiché, secondo lei, «se si chiama la gente su una base di classe, non ci sarà risposta», è su questa lotta interna al capitale che deve concentrarsi lo scontro. Lo scontro tra Mittelstand e grandi imprese diventa quindi una lotta sostitutiva della lotta di classe.» (Red.)