Dopo la micidiale azione terroristica messa in atto dal Mossad israeliano in Libano, con gli esplosivi piazzati nei “cercapersone”, che è costata la vita di 12 persone (tra cui una bambina di 8 anni e un bambino di 12 anni), ne ha accecate centinaia e ne ha ferite 2.800, la condanna della criminale azione di Netanyahu si sta allargando in tutto il mondo. Il governo del Belgio ha condannato i “massicci attacchi terroristici” in Libano e Siria, descrivendoli come una “brutale escalation di violenza” e affermando che “il silenzio non è un’opzione. È necessaria un’indagine internazionale. Lo spargimento di sangue deve finire”.
La premier italiana Giorgia Meloni, che mesi fa aveva addirittura convocato d’urgenza una riunione del G7 per affrontare l’attacco iraniano messo in atto contro Israele dopo che quest’ultimo aveva ucciso un diplomatico di Teheran, attacco che peraltro non aveva causato alcuna vittima, oggi al contrario non spreca neanche una riga di commento sul criminale atto terroristico operato dal suo compare Netanyahu.
Quindici ONG britanniche hanno solennemente chiesto al governo Starmer di votare a favore della risoluzione a sostegno del parere della Corte internazionale di giustizia sui crimini israeliani, che chiede la fine dell’occupazione israeliana del territorio palestinese e la sospensione dei trasferimenti di armi a Israele e di ogni azione britannica di sostegno all’occupazione illegale dei territori palestinesi, risoluzione che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite voterà nel pomeriggio di oggi.
Al di là delle vittime in Libano, le forze israeliane hanno ucciso almeno 20 palestinesi nelle ultime 24 ore e ne hanno feriti 54. Con questo ultimo aggiornamento il bilancio totale delle vittime della guerra israeliana a Gaza sale ad almeno 41.272, con migliaia di dispersi ancora, mentre i feriti sono almeno 95.551. Nel frattempo, il numero delle persone uccise nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est dal 7 ottobre è salito a 706, tra cui 160 bambini, 10 donne e nove anziani.
Sembra che la decisione israeliana di eseguire l’attacco con i cercapersone sia stata presa dopo un “intenso dibattito” all’interno dell’apparato di difesa sionista perché era giunta notizia del fatto che dei militanti di Hezbollah avevano scoperto i dispositivi manomessi, e dunque avevano compromesso il piano terroristico: “È stato un momento in cui o lo usi o lo perdi”, è stata la cinica preoccupazione che ha fatto scattare il meccanismo criminale.
Gold Apollo, l’azienda taiwanese collegata ai cercapersone coinvolti nelle mortali esplosioni in Libano, ha rilasciato un comunicato stampa, rivelando che la società con cui collabora è la BAC Consulting KFT, con sede a Budapest, Ungheria, a cui aveva concesso in licenza il suo progetto, e ha negato “ogni coinvolgimento nella progettazione o nella produzione” dei dispositivi. L’azienda ungherese al contrario è risultata irreperibile al suo indirizzo ufficiale, come la sua amministratrice, tale Cristiana Barsony-Arcidiacono.
*articolo apparso sul sito refrattario e controcorrente.