Come ci si poteva immaginare, il Municipio di Bellinzona – condotto dalla guida suprema Mario Branda – ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Pretura penale di Bellinzona che, lo scorso 17 ottobre, aveva prosciolto Matteo Pronzini dall’accusa di ingiuria e, subordinatamente, calunnia e diffamazione.
La cosa, lo avevamo anche anticipato discutendo privatamente con qualcuno, non ci sorprende: è l’espressione dell’arroganza e della frustrazione politica che vive il Municipio di Bellinzona e i partiti che ne sostengono l’azione.
L’arroganza del Municipio è diventata ormai proverbiale tra chi fa politica a Bellinzona. Basterebbe qui citare i numerosi scambi tra le diverse commissioni del Consiglio comunale e lo stesso esecutivo nei quali le commissioni denunciano un atteggiamento arrogante e irrispettoso del Municipio nei confronti delle prerogative del Consiglio Comunale.
Ma l’arroganza l’abbiamo potuta constare anche nelle vicende attorno alle quali si è consumata e si sta consumando questa vicenda.
Pensiamo al doppio ricorso (prima all’autorità di ricorso della SSR, poi addirittura al Tribunale federale) presentato dal Municipio contro il servizio sulla vicende delle morti per Covid alla casa anziani di Sementina; sconfitto in entrambi i due ricorsi, il Municipio ha pensato bene di prendersela con Matteo Pronzini, colpevole di aver difeso – con toni decisi – la libertà della stampa contro un atto persecutorio e lesivo della libertà di stampa da parte del Municipio.
Ma l’arroganza, sempre su questa vicenda di Sementina, è andata ben oltre: non dimentichiamo infatti, che il Municipio ha fornito solidarietà e assistenza legale ai tre imputati (tra i quali i dirigenti amministrativi e medici della casa anziani) nel processo che è seguito alla triste vicenda. E ha continuato a ribadire solidarietà e assistenza legale anche quando i tre sono stati, almeno in parte, condannati per quanto successo.
La recente decisione avversa della Pretura penale non poteva che aumentare il senso di frustrazione del Municipio.
Appare infatti evidente che l’intento persecutorio nei confronti di Matteo Pronzini non riguarda affermazioni più o meno forti, “lesive dell’onore dei municipali”; ha piuttosto a che fare con il contenuto politico della critica che l’MPS ha mosso e muove nei confronti della politica del Municipio di Bellinzona.
Tutto questo in un momento in cui le sorti politiche del Municipio di Bellinzona e dei suoi partiti non sembrano brillare. Potremmo citare, a livello di più immediata attualità, le vicende che coinvolgono l’ACB, ma anche l’imminente presentazione di un Preventivo che si annuncia poco brillante; ma, tornando agli ultimi anni, una frustrazione che cresce con le difficoltà realizzative dei cosiddetti “progetti strategici” della città: il nuovo quartiere Officine, il nuovo Ospedale, la fermata FFS e la nuova piazza Indipendenza, il progetto Fortezza, etc. etc.
E allora, ben venga la battaglia legale contro Matteo Pronzini che viene così a rappresentare tutti coloro che, attraverso la contestazione e la messa in discussione degli orientamenti politici dominanti, vengono considerati ostacoli da eliminare. Anche perché il Consiglio comunale appare ormai privo di qualsiasi capacità di contestazione (basti ricordare che l’ultimo Consuntivo della città è stato sostenuto da tutte le forze politiche, anche quelle che lo avevano bocciato in sede di Preventivo).
Siamo sicuri che, con la stessa tranquillità con la quale ha affrontato la causa di fronte alla Pretura Penale, Matteo Pronzini e tutti coloro che lo hanno sostenuto affronteranno questa nuova prova.
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