Tempo di lettura: 6 minuti

I lavoratori dei porti della costa orientale degli Stati Uniti e del Golfo del Messico sono in sciopero da martedì 1° ottobre a seguito del fallimento dei negoziati tra il sindacato che li rappresenta – l’International Longshoremen’s Association (ILA) – e l’organizzazione delle compagnie di navigazione internazionali (USMX) che rappresentano le imprese nelle quali lavorano.
Circa 45’000 lavoratori hanno abbandonato il posto di lavoro alle 12.01 di martedì, dando così vita al più grande sciopero che il sindacato abbia mai promosso dal 1977. Martedì i lavoratori di 36 diversi porti hanno interrotto il lavoro dopo che era giunto a scadenza il contratto collettivo di sei anni con la United States Maritime Alliance (USMX); a seconda della sua durata, appare chiaro che questo sciopero potrebbe avere un impatto enorme sull’economia statunitense.
Lo sciopero interessa alcuni dei maggiori porti del Paese, come l’Autorità portuale di New York e del New Jersey. Complessivamente, i porti coinvolti gestiscono circa il 50% delle importazioni e delle esportazioni da e verso gli Stati Uniti. Sebbene alcune merci siano state dirottate sulla costa occidentale come misura precauzionale, questa soluzione non è priva di complicazioni.
Nei giorni scorsi, sembrava che i negoziati tra l’USMX e l’ILA stessero procedendo positivamente, con l’USMX che aveva formulato la richiesta di un prolungamento del contratto attuale per avere più tempo a disposizione per negoziare. Tuttavia, l’ILA ha rifiutato questa proposta.
Il presidente dell’ILA Harold J. Daggett [eletto nel 2011 e rieletto nel 2023 per la quarta volta] ha lanciato un avvertimento, martedì scorso, affermando che il sindacato è “pronto a lottare fino a quando sarà necessario, a rimanere in sciopero fino a quando sarà necessario, per ottenere i salari e le tutele contro l’automazione che i membri dell’ILA meritano”.

Che cos’è l’ILA? Perché i suoi membri sono in sciopero?

L’ILA rappresenta circa 45’000 lavoratori che scaricano enormi container da grandi navi portacontainer. Le merci trasportate dalle navi vengono poi indirizzate verso i magazzini, le fabbriche e gli scaffali dei negozi.
Gli iscritti lavorano nei porti della costa orientale, fino al Maine, e in quelli della costa del Golfo, in Louisiana e Texas.
Lo sciopero è legato a due questioni principali”, commenta Art Wheaton, direttore del settore di ricerca e studi sulle condizioni di lavoro e sulle relazioni industriali della Cornell University (Stato di New York). “La prima è quella dei salari. La seconda è la tecnologia”.
Il sindacato rivendica un aumento salariale significativo per i lavoratori portuali nei sei anni di durata del contratto collettivo, oltre a un aumento dei contributi al loro regime pensionistico; chiede inoltre di avere voce in capitolo sul ruolo dei processi di automazione nel settore. Alcune notizie diffuse dalla stampa indicano che il sindacato avrebbe chiesto aumenti salariali fino al 77% (AP, 18 settembre); la proposta più recente dell’USMX offriva un aumento del 50% complessiva per l’intera durata del contratto.
Secondo Art Wheaton “La preoccupazione principale dei portuali è che non vogliono che le macchine automatiche siano responsabili del prelievo, della consegna e dello scarico automatico del carico. Vogliono la presenza di un operatore per garantire la qualità e la sicurezza delle loro operazioni, nonché la sicurezza del lavoro”.
Le trattative tra USMX e ILA per un nuovo contratto si sono interrotte a giugno, a quanto pare a causa dell’introduzione di processi di automazione al Porto di Mobile in Alabama [un porto in acque profonde ben collegato alla rete ferroviaria della CN]. La scorsa settimana (fine settembre), l’USMX ha presentato un reclamo al National Labor Review Board, sostenendo che l’ILA si rifiutava di continuare le trattative contrattuali. L’USMX non ha risposto alla nostra richiesta di commento.
Secondo il sindacato, le compagnie di navigazione che compongono l’USMX – tutte con sede al di fuori degli Stati Uniti – hanno guadagnato miliardi grazie al boom del commercio e dei trasporti globali, mentre i salari sono rimasti fermi di fronte all’inflazione.
I lavoratori portuali della costa occidentale guadagnano circa 55 dollari l’ora (New York Times 24 settembre 2024), rispetto a una media di 39 dollari l’ora per i lavoratori qualificati della costa orientale e del Golfo (CNN 1 ottobre 2024). I lavoratori portuali della costa occidentale hanno ottenuto un notevole aumento di stipendio nell’ultimo contratto [di sei anni]. Appartengono a un altro sindacato, l’ILWU (International Longshoremen and Warehouse Union). Secondo Gabe Winant, storico del lavoro dell’Università di Chicago, questo sindacato è da tempo molto più radicale dell’ILA in termini di orientamento, richieste e tattiche. I grandi successi salariali dei lavoratori organizzati nell’ILWU hanno dimostrato che era possibile chiedere di più e, soprattutto, ottenerlo. Oggi, l’ILA spera di ottenere una vittoria simile.

Quali merci saranno colpite?

Oltre il 50% delle merci importate negli Stati Uniti dalle navi portacontainer entra nei porti della costa orientale e del Golfo del Messico, e quasi il 70% delle esportazioni di container esce da questi porti. Per il momento, dovrebbero esserci poche carenze o aumenti di prezzo per la maggior parte dei beni di consumo. Molte aziende si sono preparate allo sciopero. Tuttavia, a seconda della durata dello sciopero, alcuni prodotti deperibili potrebbero essere più costosi o più difficili da trovare.
Abbiamo tutta una serie di prodotti deperibili importati [sulla] East Coast”, come mirtilli, banane e pesce dal Sud America, afferma Chris Tang, professore di gestione della catena di approvvigionamento presso l’UCLA (University of California, Los Angeles). “Importiamo anche abbigliamento, giocattoli ed elettronica attraverso la East Coast”.
Anche l’industria automobilistica potrebbe risentirne, dato che molte auto e parti di ricambio vengono importate dall’Europa. Chris Tang sottolinea: “Ci sono ancora scorte disponibili presso le fabbriche di automobili e i concessionari, quindi nel breve termine lo sciopero non sta avendo un grande impatto. Ma se lo sciopero si protrae per settimane, queste scorte si esauriranno e i problemi di riparazione delle auto potrebbero aggravarsi a causa dei ritardi nella consegna dei pezzi di ricambio”.
Oltre allo sciopero, altri fattori stanno attualmente influenzando il trasporto marittimo globale, tra cui gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, che hanno interrotto il trasporto marittimo dallo scorso novembre, e le condizioni meteorologiche estreme. Anche il Canale di Panama è stato colpito indipendentemente dagli scioperi; la via d’acqua sta soffrendo per la mancanza di acqua, che ha creato un ritardo nelle spedizioni.

Art Wheaton aggiunge: “Chiunque abbia cercato di comprare carta igienica durante la pandemia di Covid può dirvi che la nostra catena di approvvigionamento è fragile, e quando si comincia ad attaccare le navi da carico, le ferrovie e i semirimorchi, si è fregati. È impossibile spostare qualsiasi cosa. A questo si aggiunge il fatto che gran parte della costa orientale è stata appena sommersa dalle acque dell’uragano (Helene) appena passato”.
Nel complesso, i consumatori non dovrebbero preoccuparsi troppo della carenza di beni. Per il momento, Chris Tang consiglia di non fare scorte di prodotti per paura che spariscano dagli scaffali, creando carenze e facendo salire i prezzi, indipendentemente dallo sciopero.

Uno sciopero alla vigilia delle elezioni del 5 novembre. Una “complicazione” per Biden e Kamala Harris?

L’esito dello sciopero dipende in larga misura dalla rapidità con cui l’ILA e l’USMX raggiungeranno un accordo.
La legge federale dà al Congresso e al Presidente il potere di revocare uno sciopero in determinate circostanze. In questo caso, il Presidente Joe Biden potrebbe ordinare il rientro dei lavoratori portuali nei porti per 80 giorni, mentre l’USMX e l’ILA proseguono le trattative contrattuali, in base all’autorità del Taft-Hartley Act, ma non intende farlo [1].
Chris Tang avverte che la situazione potrebbe cambiare con il protrarsi dello sciopero, che potrebbe continuare fino alle elezioni presidenziali.
L’amministrazione Biden dovrà affrontare, secondo Tang, “la pressione dei consumatori, dei dettaglianti, dei produttori e delle compagnie di navigazione” che gli chiedono di agire e di riaprire i porti. Alcuni gruppi imprenditoriali stanno già chiedendo a Biden di rimettere al lavoro i membri dell’ILA. Tuttavia Biden è stato finora ampiamente favorevole alle azioni sindacali, ad eccezione dello sciopero dei lavoratori delle ferrovie nel 2022 [bloccato dal Congresso su richiesta di Biden per fornire 7 giorni di congedo per malattia retribuito ai lavoratori delle ferrovie nel 2022] e alcuni sindacati stanno contribuendo alla campagna del vicepresidente Harris.
Credo che il Presidente Biden sia molto sotto pressione in questo momento”, ha detto Chris Tang. Idealmente, l’amministrazione non sarà costretta ad agire, se l’ILA e l’USMX raggiungeranno un accordo da soli o con l’aiuto dei funzionari della NLR nelle trattative [2].
La politica ufficiale del governo da oltre 100 anni è che la soluzione migliore è quella negoziata”, spiega Art Wheaton. L’approccio del governo è: “Il sindacato non otterrà tutto ciò che vuole, la direzione dell’USMX non otterrà tutto ciò che vuole, ma dobbiamo riunirci per negoziare e vedere cosa entrambe le parti possono concordare”.

*articolo pubblico sul sito americano Vox il 2 ottobre 2024. Prima di scrivere per Vox, Ellen Ioanes ha lavorato per Business Insider.

[1] Secondo Politico del 1° ottobre 2024 “La Casa Bianca ha ribadito martedì che non costringerà i lavoratori portuali in sciopero a tornare al lavoro. Ha insistito sul fatto che l’impatto sui carichi vitali dell’America è al momento minimo”.
L’espressione chiave è “al momento” […]. Finora, l’amministrazione Biden si sta attenendo al suo copione: cercare di riunire il sindacato e l’industria marittima intorno a un tavolo, monitorare la situazione e sperare che il conflitto non si prolunghi. Ciò significa che il presidente Joe Biden non ha intenzione di usare i poteri conferiti dalla legge Taft-Hartley del 1947 per porre fine allo sciopero [in base alla legge Raft-Hartley, il governo federale ha il diritto di proibire o fermare uno sciopero che mette in pericolo la sicurezza nazionale]. Gruppi imprenditoriali come la Camera di Commercio degli Stati Uniti stanno già chiedendo a Biden di utilizzare questa legge, ma ciò sta esasperando gli iscritti ai sindacati a poche settimane dalle elezioni”. (N.d.R.)

[2] Sul sito web dell’ILA, datato 25 settembre, si proclama – è il verbo non è un’esagerazione – che “L’ILA, il sindacato ‘I love America’, manterrà il suo impegno di lunga data ad assicurare i carichi militari durante lo sciopero. Anche le navi da crociera non saranno interessate dallo sciopero del 1° ottobre nei porti dell’Atlantico e del Golfo”. Tutto ciò serve a rassicurare l’amministrazione. (N.d.R.)