Die Linke è attualmente ben al di sotto del 5% nei sondaggi, ma grazie al sistema elettorale tedesco fondato sul doppio voto, i consensi a suo favore potrebbero non andare del tutto perduti (1). Infatti, con soli tre mandati diretti – e le possibilità di ottenerli non sono poi così scarse – i secondi voti al partito si tradurrebbero in seggi aggiuntivi al Bundestag. Ma a cosa servirebbe? Non si tratta forse, prima di tutto, di evitare che i partiti dell’Unione tornino al governo con Friedrich Merz al comando?
Agenda 2040
Certo, un governo guidato dai partiti dell’Unione potrebbe rivelarsi ancora più dannoso per lavoratori e oppressi rispetto a uno della SPD. Tuttavia, mantenendo una visione obiettiva, dobbiamo ricordare che la differenza non sarebbe poi così abissale. Basti pensare all’Agenda 2010 del governo Schröder, che ha introdotto precarietà diffusa nel mercato del lavoro e penalizzato i più vulnerabili. Paradossalmente, all’epoca i partiti dell’Unione non avrebbero forse osato tanto, temendo una mobilitazione da parte della Confederazione tedesca dei sindacati (DGB). Ma oggi, con l’orizzonte dell’Agenda 2040, il grande capitale sembra puntare proprio su CDU e CSU per risolvere i problemi strutturali del capitalismo tedesco.
E se, per quanto improbabile, SPD e Verdi riuscissero a superare i partiti dell’Unione sul filo di lana? Una “grande coalizione” sotto la guida di Merz, uomo di BlackRock? Oppure – ipotesi ancor meno probabile – un governo di coalizione guidato da Scholz? In entrambi i casi, c’è qualcuno che possa seriamente credere che un tale governo non agirebbe comunque nell’interesse delle grandi imprese?
Die Linke: un partito cannibalizzato ma giovane
In questo scenario, l’esclusione di Die Linke dal Bundestag sarebbe una catastrofe politica. Senza la sua presenza, chi denuncerebbe il continuo smantellamento sociale, l’escalation militarista, la caduta dei salari reali, l’aumento della povertà e degli attacchi razzisti, nonché la drammatica distruzione delle risorse naturali? Sarebbe un futuro desolante, da scongiurare anche attraverso le urne.
Resta da capire se Die Linke possa trasformarsi in un’opposizione efficace. Dopo essere stata cannibalizzata elettoralmente dal partito di Sahra Wagenknecht (BSW) (2), la sua posizione sembra debole. Tuttavia, il partito continua ad attrarre giovani militanti mossi da una sincera convinzione di sinistra, senza ambizioni di carriera. Mentre il vento soffia da destra – in Germania e altrove – è l’estrema destra a dettare il ritmo, imponendo temi come l’immigrazione e alimentando una narrativa populista che criminalizza i più poveri. I grandi temi come il clima e la giustizia sociale sembrano relegati sullo sfondo.
Non ha senso conformarsi
In un contesto del genere, è inutile conformarsi o adattarsi al sistema. L’indignazione deve essere rivolta al vero nemico: i ricchi che si arricchiscono ulteriormente a ogni crisi, i multimilionari e i miliardari e i loro complici politici. Non si fanno prigionieri: qualsiasi compromesso o tentativo di inserirsi nelle logiche istituzionali non farebbe altro che favorire l’estrema destra. Di fronte alla retorica insubordinata ma vuota della destra radicale, occorre rispondere con una lotta di classe senza quartiere.
È giunto il momento di agire. Nella ricca Germania, i poveri sono sempre più numerosi. I banchi alimentari sono sotto pressione, costretti a distribuire sempre meno a un numero crescente di persone. I lavoratori dell’industria, ad esempio nei settori automobilistico e siderurgico, devono affrontare nuovi tagli. All’orizzonte si profilano nuove Rust Belt – simili alla regione statunitense caduta in declino economico – e senza una sinistra politica forte e credibile, le loro vittime finiranno per seguire i pifferai della destra.
Per questo, la sinistra politica deve costruire un partito di classe combattivo, capace di difendere con forza gli interessi dei lavoratori e degli oppressi, mobilitandoli in azioni di massa e promuovendo misure solidali. Anche in vista delle elezioni federali, con il rinnovo dei contratti collettivi nel settore pubblico e alla Deutsche Post, milioni di persone possono essere mobilitate per riportare al centro del dibattito pubblico temi urgenti come l’aumento del costo della vita.
Un’opportunità davanti a noi
In questo contesto, Die Linke ha l’occasione di presentarsi come il partito che difende gli interessi dei lavoratori e dei più svantaggiati. Tuttavia, non si tratta di agire al loro posto, ma piuttosto di ascoltare le vittime della crisi della società capitalista e dare loro voce. È necessario agire con loro, nelle aziende, nei quartieri e nelle strade, in ogni città e villaggio.
*Articolo pubblicato sul sito della Internationale Sozialistische Organisation il 16 dicembre 2024.
1. Il sistema elettorale tedesco è proporzionale con compensazione e prevede due voti: un primo voto maggioritario per eleggere i deputati nelle 299 circoscrizioni, e un secondo voto per una lista di partito nei 16 Länder. La popolarità personale di Gregor Gysi, Bodo Ramelow e Dietmar Bartsch potrebbe garantire tre mandati diretti, sufficienti a riportare Die Linke al Bundestag anche senza superare il 5% a livello nazionale. (NdT)
2. Il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) si è distinto per posizioni che in alcuni ambiti “flirtano” apertamente con l’estrema destra dell’AfD. (NdT)