È senza dubbio un fatto di grande rilievo la decisione del Tribunale amministrativo cantonale di annullare la nomina, avvenuta oltre sei mesi fa da parte del Consiglio di Stato, dei due nuovi capi della Sezione dell’Insegnamento Medio Superiore (SIMS).
Tra le considerazioni espresse dal Tribunale, vale la pena ricordare non solo quelle relative al mancato rispetto delle condizioni previste dal bando di concorso, ma anche la reiterata violazione del diritto di essere sentito nei confronti del candidato che ha presentato ricorso (1).
Fin dalla comunicazione, la nomina dei due candidati ha destato sorpresa nel mondo della scuola e in particolare nel mondo della scuola media superiore; molti hanno osservato che i due nominati mancano di un’esperienza consolidata nel settore, sia in qualità di docenti sia in ruoli amministrativi. Oltre a questo, molti hanno attirato l’attenzione sulla sostanziale esclusione della conferenza dei direttori delle SMS, anche solo come organo consultivo, persino nella fase di allestimento del concorso; così come sulla singolare composizione della commissione di selezione delle candidature, espressione quasi totale della Divisione della scuola (tre componenti su quattro).
Questi elementi hanno contribuito, fin dall’inizio, a diffondere il sospetto che non si fosse confrontati con una scelta trasparente e fondata su criteri precisi, bensì con una decisione preconfezionata, come ha ora confermato la sentenza del Tribunale amministrativo.
Serve invece che i percorsi di nomina a istanze direttive che hanno conseguenze sul lavoro degli insegnanti (e non solo) siano trasparenti e tengano in maggiore considerazione l’esperienza e la capacità d’interazione dei candidati. In un momento delicato per le scuole medie superiori – tra l’implementazione dei nuovi piani di studio e le modifiche all’ordinanza federale di maturità – procedere con nomine percepite come autoritarie e imposte ha alimentato la diffidenza tra gli insegnanti della SMS.
Bisognerebbe inoltre proteggere maggiormente gli spazi di discussione e di riflessione libera su metodi e orientamenti pedagogici, spesso sacrificati, negli ultimi anni, a favore di decisioni unilaterali (2).
Infine, è fondamentale considerare i segnali di disagio provenienti dagli studenti del settore medio superiore. Affrontare queste problematiche richiede strategie di intervento basate su un contatto diretto con la realtà scolastica, un’esperienza consolidata e una pratica di gestione che i due prescelti, sulla base dei loro curricula, non sembrano possedere.
Alla luce di queste considerazioni, riteniamo essenziale che il Governo – e in particolare il DECS, direttamente coinvolto in questa vicenda – tenga conto delle criticità sollevate dal mondo della scuola negli ultimi mesi.
In particolare, per quanto riguarda la nomina alla direzione della SIMS, Dipartimento e Governo, invece di arroccarsi nella difesa incondizionata della loro scelta, come fatto per voce della Direttrice del DECS, dovrebbero dare seguito alla decisione del Tribunale amministrativo. Ciò significa, prima di tutto, evitare di contestarla in sede giudiziaria e, aspetto cruciale, aprire un nuovo concorso per la direzione della SIMS.
1.Quest’ultimo aspetto richiama alla mente – evidentemente – un’altra sentenza, emessa pochi mesi fa, con la quale il Tribunale amministrativo aveva accolto il ricorso di un docente contro il suo licenziamento, poiché il Consiglio di Stato non aveva rispettato il suo diritto di essere sentito.
2. Pensiamo a temi cruciali come la revisione dei piani di studio della scuola dell’obbligo; la nuova griglia oraria e i nuovi piani di studio della SMS; la riflessione sull’insegnamento disciplinare nel settore professionale.