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Friedenskanzler, cioè “Cancelliere della Pace”. Se vi diciamo che Hitler si chiamava così prima di iniziare la Seconda guerra mondiale, non crederete alle vostre orecchie. Eppure è vero, perché l’immagine di un Hitler “pacifista” è stata coltivata non solo dai suoi accoliti, ma anche da tutti quegli europei – ed erano la maggioranza – che amavano prendere per buone le sue professioni di fede a favore della pace, perché pensavano che, tutto sommato, “Hitler era meglio dei comunisti o del Fronte Populare francese”.

Questo accadeva quasi un secolo fa, prima che un amico e propagandista degli attuali nostalgici di quello stesso Friedenskanzler di un tempo (come lo sono l’AFD tedesco, Fratelli d’Italia della signora MeloniVox spagnolo del signor Abascal, i seguaci del signor Zemmour e, incidentalmente, della signora Le Pen, e tanti altri) si presentasse anch’egli come un “costruttore di pace” con un’unica ambizione: porre fine alle guerre in Palestina e in Ucraina.

Naturalmente, questo nuovo Friedenskanzler è Donald Trump, nonostante il fatto che questo stesso Donald Trump proclami a gran voce che intende impossessarsi, “con ogni mezzo necessario”, del Canada, di Panama, della Groenlandia, di Gaza e di chissà quale altra parte del mondo. E coloro che lo presentano come tale sono tutti coloro che hanno interesse a vedere le guerre in Ucraina e in Palestina terminare il più rapidamente possibile secondo le parole di Donald Trump e del suo “secondo” (?) Elon Musk: con il trionfo dei genocidi Putin e Netanyahu e lo sterminio o la pulizia etnica degli ucraini e dei palestinesi.

Insomma, la storia non si ripete sempre come una farsa. E l’affinità del presente con i – non così lontani – anni ’30 diventa evidente quando, ad esempio, basta sostituire l’Ucraina sacrificata del 2025 con la Cecoslovacchia sacrificata del 1938 per rendersi conto che, non essendo cambiato praticamente nulla, potremmo benissimo aspettarci una tragica sequenza di eventi analoghi…

Inoltre, l’affinità, se non la filiazione, tra questi due cosiddetti “costruttori di pace” è talvolta sconcertante. Come quando il signor Trump pensa di “risolvere” la questione mediorientale impossessandosi di Gaza e facendo partire i suoi abitanti palestinesi verso una destinazione più o meno “esotica” e inverosimile. Se questo stravagante piano del presidente americano vi ricorda un altrettanto stravagante piano del regime nazista, avete perfettamente ragione: si trattava del “Piano Madagascar”, che mirava a “risolvere” la “questione ebraica” svuotando l’Europa dei suoi 11-12 milioni di ebrei, che sarebbero stati trasportati a forza in Madagascar, che sarebbe stato trasformato in un gigantesco ghetto!

Se questo mostruoso piano non fu mai attuato, fu solo perché la Gran Bretagna non fu sconfitta dai nazisti e la sua flotta continuò a bloccare l’accesso al Madagascar. Tuttavia, il suo ricordo è ancora vivo tra i leader neonazisti dell’AFD, tanto ammirati da Elon Musk e dal vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance, ed è riemerso durante il loro incontro “segreto” con gli amici austriaci a Potsdam alla fine dello scorso novembre, come riferimento e precursore “ideologico” della loro attuale intenzione di cacciare milioni di migranti e altri cittadini tedeschi discendenti da migranti in un “Madagascar” del XXI secolo.

Quindi, contrariamente a quanto sostengono i nostri governi, i nostri media e i loro “analisti”, Trump e Musk non stanno affatto improvvisando quando ci “sorprendono” giorno dopo giorno con le loro dichiarazioni, le loro azioni e persino i loro gesti (ad esempio il doppio saluto nazista di Musk). In realtà, basta conoscere un po’ quello che dicevano e facevano i leader nazisti per capire che Trump e Musk stanno seguendo o addirittura copiando il loro esempio. Trump sta copiando il famigerato bisogno di “spazio vitale” (Lebensraum) del Terzo Reich quando dichiara che la popolazione israeliana è ristretta nell’attuale stato di Israele, motivo per cui acconsente all’annessione da parte di Israele della Cisgiordania e di chissà quali altre regioni del Medio Oriente su cui Netanyahu e i suoi amici sostengono di avere un… “diritto biblico”.

Ma che bisogno c’è di questi esempi come prova del loro neofascismo, quando Trump, Musk, Vance e Milei stanno davvero facendo di tutto, sotto gli occhi di tutti, per convincerci, al di là di ogni dubbio, che si dichiarano nazisti e che stanno lavorando per unire sotto la loro guida tutti i parassiti nostalgici del fascismo e del nazismo nel mondo?

Dopotutto, non è forse J.D. Vance il comandante in seconda di Trump, che ha elogiato i nostalgici di Hitler e Mussolini di fronte alla crema dei governanti europei, rimproverati da lui stesso per ciò che resta del loro antifascismo, prima di incontrarsi privatamente con il suo amico, la leader dell’AFD neofascista, solo pochi giorni prima delle elezioni tedesche? Di cosa abbiamo bisogno per impedire che sia la sinistra che la destra descrivano Trump e persino Musk come… “populisti”, e che descrivano le loro affinità elettive con i nazisti come semplici… “provocazioni” e azioni “controverse”?

Va da sé che la spiccata propensione di Trump, Musk, Vance o Milei per la violenza brutale e per tutto ciò che ricorda il nazismo o il fascismo trionfante sarebbe solo di moderato interesse se non mettesse a repentaglio la vita di milioni di persone, l’esistenza di interi paesi e la pace nel mondo. In effetti, ciò che caratterizza il “pacificatore” Trump è che la sua pace è come la pace dei cimiteri. Una pace fatta senza e contro le vittime della guerra sia in Ucraina che in Palestina. Una pace che ricorda quella annunciata da Hitler quando “unificò” e “pacificò per sempre” l’Europa, conquistata dalla sua Wehrmacht e soggiogata dalla sua Gestapo e dalle sue SS. Una pseudo-pace che metterà le ali ai carnefici e porterà inevitabilmente a una conflagrazione e a un bagno di sangue ancora più vasti…

Per quanto ci riguarda, non abbiamo nulla da aggiungere a quanto scrivevamo nel giugno 2022, quando già denunciavamo i nostri governanti che “hanno la faccia tosta di mettersi a discutere tra loro su quale parte dell’Ucraina potrebbero cedere, questi imperialisti occidentali (!), a Putin, alle spalle degli ucraini e del loro governo”. E concludevamo con queste parole: “Sebbene ci troviamo di fronte a un caso emblematico dell’interventismo e del paternalismo imperialista più oltraggioso, sono pochi a sinistra quelli che osano fare ciò che è superfluo dire, cioè denunciarlo pubblicamente, come merita. E purtroppo sono ancora meno quelli che osano sostenere il diritto ancora più ovvio e basilare degli ucraini – che essi difendono con le unghie e con i denti – di lottare fino in fondo e con ogni mezzo necessario contro gli invasori russi, decidendo essi stessi liberamente e democraticamente, e senza alcuna interferenza straniera ostile o “amica”, sul futuro del loro Paese e del popolo che lo abita!”.