DFA, Cantone e abilitazione. Quando il Parlamento non vede e non sente…

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Pubblichiamo il testo di una interrogazione parlamentare con la quale i deputati dell’MPS affrontano la questione del mandato di prestazione con il quale il Cantone affida la formazione dei docenti al DFA della SUPSI. (Red)

Sorpresa e imbarazzo. Sono questi i sentimenti che emergono dalle reazioni del mondo politico di fronte alla vicenda degli abilitandi all’insegnamento dell’italiano presso il DFA, ai quali è stato comunicato che non verrà aperto il concorso per l’insegnamento in quella materia.
A questa vicenda si sono poi aggiunti ulteriori sviluppi, con prese di posizione da parte di abilitati in diversi ordini di scuola negli ultimi anni, i quali denunciano una situazione di precarietà, caratterizzata dall’assegnazione di poche ore di insegnamento ogni anno. Lo stesso problema si è verificato anche lo scorso anno per gli abilitati in matematica, chimica e arti visive, sebbene in quel caso sia stato comunque aperto un concorso di assunzione.
Alla radice di tutto vi è una crescente discrepanza tra il numero di persone ammesse ai corsi di abilitazione e il fabbisogno effettivo, talmente esiguo da aver portato quest’anno a una decisione drastica: la mancata apertura del concorso di assunzione.

DFA/DECS: un rapporto e un mandato costruiti su basi prevalentemente quantitative

Da tempo, il DFA della SUPSI ha il compito di formare i docenti necessari alle scuole cantonali, oltre a offrire opportunità di perfezionamento e aggiornamento professionale. Questi compiti sono definiti da un mandato di prestazione quadriennale, con verifica annuale degli obiettivi.
Il Parlamento approva tali mandati nel quadro della politica universitaria. Nel novembre scorso, il Gran Consiglio ha approvato il messaggio sulla “Politica universitaria cantonale per il quadriennio 2025-2028 e contratti di prestazione con l’Università della Svizzera italiana, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e il Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica”. Tale messaggio includeva, sotto forma di allegati, una serie di contratti di prestazione.
Nel capitolo dedicato ai rapporti con il DFA, il messaggio governativo affermava chiaramente che “Il DFA/ASP della SUPSI assume, conformemente ai principi della libertà e dell’indipendenza accademica, tutti i compiti propri di un’alta scuola pedagogica, ponendo particolare attenzione ai bisogni del sistema educativo e formativo del Cantone Ticino”. Si sottolineava inoltre che “questi compiti, in particolare la formazione di base e continua, sono oggetto di discussione regolare con il DECS”.
La discussione in Gran Consiglio si è svolta nel novembre 2024 sulla base di un rapporto della Commissione di controllo USI e SUPSI, che riprendeva quasi integralmente il testo del messaggio governativo (su 32 pagine del rapporto, 29 erano identiche al testo governativo). Transeat!
Il Gran Consiglio ha approvato il rapporto della commissione che, relativamente al mandato di prestazione con il DFA-ASP, proponeva, rispetto al contratto di prestazione del quadriennio precedente,  il “mantenimento della forchetta di studenti prevista per la formazione di base dei docenti di scuola dell’infanzia e di scuola elementare (210-270 ETP, art. 9 lett. a) e dei docenti di scuola media e media superiore (120-170 ETP, art. 9 lett. b); per la formazione dei docenti di scuola speciale e degli operatori scolastici specializzati è previsto un obiettivo quantitativo apposito (15-30 ETP, art. 9 lett. c)”.
Ma, il dato di fondo e al quale si riferiscono le indicazioni che abbiamo qui appena citato, riguarda il contenuto del mandato di prestazione che, allegato e parte integrante del messaggio in questione, il Parlamento ha approvato.
Questo allegato fissa, all’articolo 9, gli “Obiettivi quantitativi particolari” così indicati:

“a) per la formazione di base dei docenti di scuola dell’infanzia e della scuola elementare, un numero di studenti (equivalenti a tempo pieno, ETP, medi annui) tra 210 e 270;

b) per la formazione di base dei docenti di scuola media e media superiore, un numero di studenti (ETP medi annui) tra 120 e 170. In casi particolari definiti e concordati dal Gruppo di coordinamento, sarà possibile applicare una riduzione puntuale della soglia minima del numero di studenti;

c) per la formazione di base dei docenti di scuola speciale e degli operatori scolastici specializzati un numero di studenti (ETP medi annui) tra 15 e 30;

d) per la formazione continua e le abilitazioni previste all’articolo 6 lettere b) e c) e descritte nell’apposita convenzione va assicurato almeno un volume di 3’000 ore di lezione erogate;

e) per la ricerca educativa vanno riservate indicativamente all’attività di ricerca il 20% delle unità ETP del corpo accademico.”

Ebbene, questi obiettivi quantitativi per gli anni 2025-2028 sono identici a quelli fissati per il periodo precedente, cioè il mandato di prestazione relativo al quadriennio 2021-2024.
Non si è ritenuto opportuno, in quel dibattito parlamentare di metà novembre 2024, segnalare l’esistenza di criticità, malgrado il fatto che, nel giugno del 2024, i  docenti abilitati di matematica, chimica e arti visive avessero recapitato alla direzione del DECS una presa di posizione, insoddisfatti dell’esito dei concorsi rispetto alle aspettative di chi aveva concluso la formazione.

Febbraio 2025: il governo tace

Il 25 febbraio 2025, il Gran Consiglio ha discusso il “Rapporto sui contratti di prestazione per l’anno 2023 tra il Cantone Ticino e l’Università della Svizzera italiana, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e il Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica della SUPSI”. La discussione, tuttavia, è avvenuta con procedura scritta, ovvero senza un vero e proprio dibattito parlamentare.
Il rapporto, basandosi sul messaggio governativo del 4 settembre 2024, afferma che “L’offerta formativa di base e continua proposta dal DFA/ASP è stabilita di concerto con il DECS e risulta coerente con la pianificazione quadriennale impostata dal Dipartimento” e che “I risultati relativi al livello di soddisfazione degli studenti per le formazioni di bachelor e di master risultano in linea con gli anni scorsi, sebbene con valori leggermente inferiori. In aggiunta, il costo medio per studente di bachelor presso il DFA/ASP è inferiore alla media svizzera”.
Questa discussione avrebbe potuto e dovuto rappresentare l’occasione per il governo di informare il Parlamento sulla situazione critica in corso e, almeno, annunciare l’avvio di una riflessione. Tuttavia, ciò non è avvenuto.

Alla luce di queste considerazioni, chiediamo al governo:

1. Quali sono le ragioni per le quali le indicazioni quantitative contenute nel contratto di prestazione stipulato con SUPSI/DFA-ASP per gli anni 2025-2028 (in particolare l’art. 9) e approvate dal Parlamento lo scorso mese di novembre dovrebbero essere considerate tuttora valide?

2. Il 18 settembre 2024, rispondendo a un’interrogazione parlamentare (Interrogazione n. 77.24 del 1° luglio 2024, “Ammissioni e pratica professionale al DFA: quo vadis?”), il governo ha illustrato alcuni scenari sull’evoluzione del fabbisogno di docenti e delle relative esigenze formative. Queste indicazioni sono tuttora valide? Per quali ragioni? Le ritiene coerenti con i dati indicati nel contratto di prestazione stipulato con SUPSI/DFA-ASP per gli anni 2025-2028?


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