La più grande classe operaia del mondo è in lotta: scioperi ovunque in Cina, repressione, ma anche resistenza organizzata e le prime vittorie concrete.
Riassumo qui di seguito un lungo articolo pubblicato dal gruppo di attivisti cinesi “Bolshevik” sul loro canale Telegram (https://t.me/bolshevik_red). Si tratta di una pubblicazione originariamente scritta in cinese e che offre un’analisi approfondita dell’ondata di scioperi che ha attraversato la Cina nell’aprile 2025, documentando con precisione le lotte dei lavoratori in diverse regioni del paese.
Una nota, prima di passare al testo, visto anche che è il 1° maggio: la mia esperienza mi diche che alla quasi totalità dei militanti di sinistra italiani non gliene frega nulla di nulla dei lavoratori cinesi, la più grande classe operaia del mondo. Quando è in ballo la Cina, a sinistra si parla pressoché sempre dei suoi meravigliosi progressi tecnici o la si butta sulla geopolitica. Ma delle condizioni pessime in cui si trovano a lavorare e vivere i lavoratori cinesi non si dice nulla, e ancor meno delle loro lotte. Molti militanti hanno addirittura rilanciato in queste settimane materiali della propaganda di regime cinese che, coprendoli sotto banali e innocue critiche a Trump, facevano passare messaggi espliciti mirati a dipingere la Cina come un paese del bengodi, promuovendo la falsità di un’unità tra popolo (ivi compresa classe lavoratrice) e regime. Come possiamo vedere qui sotto, la realtà è ben diversa.

L’articolo degli attivisti cinesi inizia descrivendo la significativa mobilitazione dei lavoratori BYD di Wuxi e Chengdu che, tra fine marzo e inizio aprile, hanno organizzato uno sciopero coordinato attraverso diverse province coinvolgendo migliaia di persone. Questo evento viene identificato come un modello per le successive lotte operaie cinesi. Nonostante la repressione violenta da parte delle forze di polizia, che ha temporaneamente fatto retrocedere il movimento, l’esperienza di lotta accumulata ha continuato a fiorire altrove, contribuendo a costruire una solida base materiale per la crescita delle lotte di classe.
Secondo i dati raccolti dalla piattaforma “Yesterday” (yesterdayprotests.com), fino al 22 aprile 2025, oltre allo sciopero BYD, si sono verificati almeno altri 17 scioperi e manifestazioni di grande portata. L’articolo li elenca meticolosamente, fornendo per ciascuno date, località e motivazioni specifiche. Tra questi figurano 200 lavoratori alberghieri in sciopero a Shenzhen dal 31 marzo al 20 aprile per rivendicare i salari non pagati; migliaia di operai dell’acciaieria di Anyang, nell’Henan, che l’1 aprile hanno manifestato per salari e indennità a seguito della chiusura dell’impianto; decine di medici e infermieri a Fuzhou, nel Jiangxi, che il 7 aprile si sono recati al governo cittadino per chiedere i loro stipendi non corrisposti.
L’elenco prosegue con lavoratori del settore automobilistico in sciopero a Wenzhou e Nanjing tra il 7 e l’8 aprile; centinaia di operai di una fabbrica di container a Fuqing, nel Fujian, in sciopero il 9-10 aprile; lavoratori dell’industria di precisione a Shenzhen che hanno organizzato un secondo sciopero il 10 aprile per chiedere indennità di ricollocamento; centinaia di lavoratrici di una fabbrica di elettronica a Wuhan, nello Hubei, che hanno scioperato il 10 aprile ma sono state represse; e numerosi altri episodi di protesta in diverse città e settori industriali.
L’articolo si concentra poi su tre casi ritenuti particolarmente significativi.
Il primo è la lotta degli autisti di camion per il trasporto di rifiuti edili a Chongqing, dall’11 al 16 aprile. Questi lavoratori, che svolgono un lavoro sporco e faticoso ma ricevono solo “briciole”, si sono uniti in una protesta contro i tentativi del dipartimento di gestione urbana di escluderli dal mercato della rimozione rifiuti o costringerli ad accettare salari più bassi attraverso un sistema di certificazione che favoriva le aziende monopolistiche. La loro azione coordinata in diversi distretti ha portato il dipartimento di gestione urbana a rinunciare temporaneamente a queste pratiche. L’articolo sottolinea come questo sia stato un esempio raro di vittoria immediata nel contesto economico attuale, attribuendo il successo alla capacità dei lavoratori di unirsi a livello cittadino e paralizzare efficacemente la produzione. Gli autori ipotizzano che dietro un movimento così organizzato ci debbano essere leader operai determinati e strutture organizzative efficaci.

Il secondo caso esaminato riguarda le proteste in una miniera di proprietà cinese in Indonesia, dove il 16 aprile centinaia di lavoratori cinesi hanno avviato una lotta per recuperare salari e depositi non pagati. I lavoratori indonesiani, ispirati da questa azione, si sono uniti allo sciopero il 18 aprile, dimostrando come la solidarietà internazionale possa emergere naturalmente dalle lotte operaie nonostante le differenze culturali. L’articolo evidenzia come l’integrazione del mercato mondiale e la migrazione centralizzata del lavoro abbiano creato interessi comuni tra lavoratori di diverse nazionalità.
Il terzo caso riguarda gli operai di una cartiera a Zhaoqing, nel Guangdong, che dal 7 al 22 aprile hanno protestato contro licenziamenti e mancati pagamenti. Di fronte alla polizia armata che bloccava l’ingresso dell’azienda, i lavoratori hanno reagito con scherno collettivo nel dialetto locale, dimostrando di non temere la repressione e manifestando un fermo odio verso la classe dirigente. Questo atteggiamento viene interpretato come emblematico dello spirito militante dei lavoratori in tutto il paese mentre l’ondata di scioperi aumenta.
L’articolo conclude osservando che la recessione economica e la guerra commerciale mondiale che hanno innescato l’attuale ondata di scioperi sono appena iniziate, suggerendo che le lotte dei lavoratori potrebbero intensificarsi ulteriormente nel contesto di una probabile recessione economica globale.
Un testo simile, ma meno dettagliato, è stato pubblicato anche dal China Labour Bullettin, che fa un breve panorama anche delle lotte nel mese di marzo: https://clb.org.hk/…/bullet-points-april-2025-tariffs… . Nel sito del CLB potete consultare anche le sue particolareggiate mappe degli scioperi e delle proteste dei lavoratori. Altre fonti che seguono quotidianamente scioperi, proteste e problematiche dei lavoratori cinesi sono Labor Power (https://t.me/laborpower) e Yesterday (https://x.com/YesterdayBigcat/). Un ulteriore canale utile è quello di Labor Fact (https://t.me/laborfact), che pubblica approfondimenti saltuari. Il canale telegram del noto dissidente Teacher Li (https://t.me/lilaoshibushinilaoshi) è incentrato principalmente sui fenomeni generali di protesta e insubordinazione, ma pubblica spesso materiali anche sulle azioni dei lavoratori.
*articolo apparso su blog substack.com il 1° maggio 2025.