Contro il genocidio a Gaza, milioni di lavoratori e lavoratrici, studentesse e studenti
È difficile dare i numeri di una giornata così intensa, brulicante di persone e finalmente intergenerazionale. Quel che è certo è che da anni non si vedeva una fiumana di lavoratrici e lavoratori unite alle studentesse e agli studenti, riversarsi nelle principali città italiane come Napoli, Milano, Bologna, Torino, Brescia, Firenze, Palermo, Catania, così come in un’altra settantina di città.
Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base non è solo riuscito, ma è andato oltre le aspettative. I varchi portuali sono stati bloccati a Genova, Livorno, Marghera, Trieste, Salerno. A Bologna è stata occupata la tangenziale, mentre a Firenze la superstrada per Pisa e Livorno. I cortei, d’altro canto, si sono moltiplicati nel corso della giornata ed anche nella serata le vie di numerose città sono state attraversate da nuove iniziative e blocchi.

In realtà, il livello di partecipazione stupisce fino ad un certo punto. Le mobilitazioni contro il genocidio di Gaza e a sostegno del popolo palestinese sono cresciute nel corso dell’ultimo anno fino a coinvolgere ampi settori non militanti che avevano partecipato alle manifestazioni del 21 giugno a Roma. Nel corso dell’anno, inoltre, sono cresciute anche le mobilitazioni cittadine, nonostante la frammentazione che spesso le ha contraddistinte.
L’iniziativa della Global sumud flotilla ha senz’altro fatto da collante, allargando la partecipazione a vasti settori popolari, così come di lavoratrici e di lavoratori. Dalla fine di agosto e i primi di settembre si sono moltiplicate le iniziative a sostegno della “flotilla”, così come è cresciuta l’indignazione contro la politica genocidiaria e di pulizia etnica e lo sdegno nei confronti del governo Meloni che continua a mantenere inalterati i rapporti commerciali e militari con Israele e che si dimostra sempre più servile nei confronti delle scelte strategiche di Trump e della Nato.
Nel frattempo, la parola d’ordine dello sciopero generale è cresciuta in molti luoghi di lavoro ed è accresciuta la disponibilità a mobilitarsi in solidarietà col popolo palestinese.

Il sindacalismo di base, da sempre mobilitato a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio di Gaza, ha fatto da supporto a questa disponibilità e ha indetto lo sciopero generale che era oramai nelle corde di molte lavoratrici e lavoratori. Non a caso, in particolare nella scuola, ma non solo, molti iscritti alla Cgil hanno scioperato.
La Cgil, tuttavia, ha perso un’occasione. Invece di convergere sulle grandi mobilitazioni e sullo sciopero generale, ha deciso di essere autoreferenziale costruendo proprie iniziative completamente separate dalla mobilitazione in corso. Eppure, avevano deciso di convergere sullo sciopero generale realtà associative significative come l’Arci e ’Anpi ed altre associazioni e Ong che sostengono la Global Sumud Flottilla.
Lo sciopero generale di oggi, se non ha bloccato tutta l’Italia, costituisce un momento fondamentale per l’allargamento di un grande movimento a sostegno di Gaza e del popolo palestinese, così come contro le politiche imperialiste e di guerra dei governi occidentali e del governo italiano. Parla anche alle mobilitazioni europee e alla necessità di uno sciopero generale europeo contro i governi complici del genocidio e fautori del riarmo.
*articolo apparso sul sito di Sinistra Anticapitalista il 23 settembre 2025.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra) E-mail
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp
- Fai clic per condividere su Bluesky (Si apre in una nuova finestra) Bluesky
