Italia. Palestina, uno sciopero veramente generale

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Pubblichiamo questo breve resoconto, curato dalla redazione del sito refrattario e controcorrente, sulla giornata di sciopero generale in solidarietà con la Palestina tenutosi ieri in molte città italiane, in particolare a Roma dove la manifestazione ha preso un’ampiezza e una dinamica da tempo sconosciute. (Red)

Mentre in tutta Italia era in corso lo sciopero generale per Gaza, a Roma più di 50.000 persone, studenti, lavoratrici e lavoratori, semplici cittadini indignati per il massacro, si sono radunati in piazza dei Cinquecento per ripetere il loro no al genocidio, per la Palestina libera e per denunciare la complicità del governo italiano.

Il concentramento nella piazza antistante la stazione Termini si è andato formando già da metà mattina con l’arrivo di numerosi cortei autorganizzati, provenienti da diversi quartieri della capitale. Tante sono le scuole che sono rimaste chiuse, sia per lo sciopero di insegnanti e collaboratori, sia per l’astensione massiccia degli studenti dalle lezioni.

Questo è un elenco parzialissimo delle scuole rimaste chiuse: il plesso della scuola primaria di Selva Candida dell’IC Pablo Neruda, la sede di via Ferrini (nel quartiere Appio Tuscolano) dell’Istituto superiore Enzo Ferrari, l’Istituto superiore Di Vittorio-Lattanzio del Prenestino, il plesso “Cecconi” dell’IC Gentileschi di Centocelle, l’Istituto di Via del pergolato nel quartiere Alessandrino, alcuni plessi dell’IC Castelnuovo nel quartiere Ponte di Nona, l’Itis Giovanni XXIII (totalmente chiuso) di Tor Sapienza, la succursale del Liceo Amaldi di Tor Bella Monaca, l’Istituto Giorgi e l’Istituto Virginia Woolf del Prenestino, l’IC Piazza Forlanini ai Colli Portuensi.

Un caso a sé è quello del liceo Morgagni di Monteverde, nel quale la dirigente ha deciso di considerare giustificata l’assenza degli studenti e delle studentesse che hanno scelto di scioperare, “in considerazione del valore umanitario e civile dello sciopero di oggi a sostegno della Global Sumud Flotilla…”.

Lo sciopero dei mezzi pubblici ha paralizzato la città, mentre i manifestanti, dopo il presidio di massa di piazza dei Cinquecento, ha sfilato verso porta Maggiore e poi verso lo Scalo San Lorenzo, arrivando così a via Tiburtina, bloccandola e poi invadendo l’Università La Sapienza e occupando la la facoltà di Lettere.

Va segnalato che grandissima parte degli automobilisti bloccati nel traffico, contrariamente ad altre occasioni, ha espresso simpatia verso i manifestanti, segno della diffusa indignazione dell’opinione pubblica nei confronti della sanguinaria azione del governo Netanyahu e della complicità del governo Meloni.

Analoghe manifestazioni si sono svolte in molte altre città (sembra in 75 centri). Segnaliamo quelle di Torino, Brescia, Bergamo, Cagliari, Napoli, Perugia, Genova, Bari, Cosenza, e tantissime altre, con partecipazione popolare in tutte quante ben al di sopra delle capacità di mobilitazione del sindacalismo di base e della sinistra radicale.

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