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Gli studenti portano l’Italia in Europa. Grande corteo a Roma e in altre città italiane al pari delle piazze europee. “Tutti insieme famo paura” lo slogan più gettonato. Ora serve dare continuità alla protesta.

 

In Europa esplode la rivolta contro l’austerità e le politiche di rigore. E’ l’Europa del sud, in particolare, a mobilitarsi con grandi manifestazioni a Madrid, Lisbona, Atene e poi Parigi e, per la prima volta, l’Italia. La novità più rilevante è forse questa: a Roma, Milano, Torino, Padova e poi in tantissime città più piccole, decine di migliaia di studenti e di lavoratori hanno manifestato contro il governo Monti (e Profumo). La preoccupazione della “Troika” è stata finora quella di evitare il contagio monetario tra i diversi paesi ma ieri si è avuto un evidente contagio sociale.

 

La primogenitura della protesta spetta ancora alla Spagna. A Madrid e Barcellona si sono tenute le manifestazioni più importanti. La polizia è intervenuta con la mano pesante, sparando anche proiettili di gomma. Gli arresti sono stati almeno 70 e moltissimi i feriti. Ma ampia adesione allo sciopero anche a Lisbona, Atene e nella stessa Parigi.

La novità di ieri è stata però Roma, e l’Italia in generale, che si è unita al coro europeo anche per la scelta della Cgil di indire lo sciopero generale sia pure di 4 ore. Scelta al ribasso ma comunque in grado di fare da detonatore a una rabbia latente (e i Cobas hanno avuto l’accortezza di proclamare il proprio sciopero nella stessa giornata). Rabbia latente e giovane perché a Roma la differenza tra il corteo della Cgil e quello studentesco è stata stella, quasi dieci a uno.

 

La Cgil, ovviamente, utilizzerà la giornata per riprendere il filo del rapporto con Cisl e Uil e imporre al governo le proprie priorità. Ma anche per dare linfa sociale alla corsa delle primarie.

Sul fronte dei movimenti sociali, invece, quello che segnerà la differenza è la giornata studentesca.

50 mila persone a Roma non si vedevano dal movimento studentesco dell’Onda. Ragazzi e ragazze delle scuole medie che, al grido di “Tutti insieme famo paura”, cioè facciamo paura, hanno reso evidente lo scarto che esiste tra la politica ufficiale e un settore nevralgico della società. Non a caso, un politico che ha molto fiuto, come Beppe Grillo, ha consigliato ai poliziotti, al “soldato blu”, di “togliersi il casco e abbracciare la protesta”.

 

Solo che al momento dalla polizia sono venute soprattutto le botte. Fredde e determinate quelle di Roma a fronte di un corteo tutto sommato tranquillo come dimostra lo stesso video della Polizia di Stato.La giornata era iniziata tranquillamente a parte le provocazioni di Casa Pound e del Blocco studentesco, sostanzialmente ignorate. Sino a Piazza Venezia tutto è andato per il meglio. Poi il corteo si è diviso in due e una parte, dinanzi al cordone di polizia a presidio dei “palazzi del potere” ha deciso di girare verso il lungotevere. Ma all’altezza di Ponte Sisto le forze di polizia hanno girato i blindati che precedevano il corteo e poi hanno iniziato a caricare. La fuga non ha impedito alla polizia di fermare molti manifestanti identificandone oltre un centinaio. Tra loro diversi attivisti universitari.

Anche per questo alle 17,30 è stata convocata l’assemblea alla Sapienza: “Il corteo è stato attaccato dalla polizia in modo vergognoso”, hanno detto gli studenti che per il 15 novembre si sono dati appuntamento alle 12 alla facoltà di Lettere della Sapienza per una conferenza stampa.

 

*Tratto dal ilmegafonoquotitidiano.it.