Gianni Righinetti, sul Corriere di martedì 11 marzo, ci ripropone (dopo che già il direttor Pontiggia lo aveva fatto in un altro commento) la storiella dell’MPS che, con la sua opposizione «esagerata, irriverente e fin strafottente», avrebbe tenuto in ostaggio le forze di governo. Un solo deputato, Matteo Pronzini, avrebbe impedito a Governo e Gran Consiglio di funzionare e di dare risposte adeguate ai problemi del Paese. Se fossimo presi da delirio di onnipotenza non potremmo che essere solleticati da una simile ricostruzione; in realtà questa ricostruzione di quanto accaduto nella legislatura che sta per terminare ci sembra più che altro un tentativo di giustificare l’incapacità, l’inettitudine dei partiti di governo a rispondere ai problemi dei cittadini e delle cittadine. Inettitudine che Righinetti, alla fine del suo articolo, è costretto a riconoscere, quando scrive che «il problema non sembra risiedere nei numeri. A fare difetto oggi sono persone e personalità in grado di farsi ascoltare, magari anche valere». Non poteva essere più esplicito.
E non ci riferiamo qui tanto alle questioni dei rimborsi o dei privilegi pensionistici, tutto sommato problemi secondari e che non hanno certo «bloccato» il Parlamento o «tenuto in ostaggio» impedendogli di affrontare problemi ritenuti più importanti; queste recenti discussioni hanno tutt’al più dimostrato il livello di inconsistenza di cui parla Righinetti e hanno permesso a tutti i cittadini e le cittadine del cantone di rendersi conto, assistendo a pietosi spettacoli (ricordiamo la discussione e l’esito del voto finale sui rimborsi), di che pasta sono fatti coloro che pretendono di rappresentarli.
L’inconsistenza politica, Governo e Parlamento l’hanno dimostrata anche su altri temi di fondamentale importanza, sui quali i cittadini e le cittadine di questo cantone attendevano risposte convincenti. Pensiamo, ed è tema di giorni scorsi, al sostanziale fallimento della pianificazione ospedaliera, confermato dalla recente sentenza del Tribunale federale. Tribunale che ha di fatto ribadito quanto l’MPS era andato sostenendo nella sua campagna contro la pianificazione ospedaliera, sfociata (nel 2016) in un referendum vittorioso e in una iniziativa popolare («Giù le mani dagli ospedali») sconfitta di misura. I problemi della sanità e delle strutture ospedaliere sono ancora tutti lì, irrisolti.
Lo stesso potremmo affermare per quel che concerne la lotta al dumping salariale e sociale. Il fenomeno continua a dilagare e non vi sono misure di controllo e di contenimento della politica di sostituzione tesa a peggiorare salari e qualifiche professionali. Governo e Parlamento hanno pure mentito al popolo: nel 2016, per sconfiggere l’iniziativa dell’MPS «Basta con il dumping salariale in Ticino», si sono inventati un controprogetto che, a più di due anni da quella votazione, è rimasto lettera morta. E che dire poi della grande riforma della scuola, voluta da tutto il Governo e da buona parte del Parlamento? Bocciata senza appello.
Sanità, dumping salariale, scuola: ci paiono temi decisivi sui quali Governo e Parlamento hanno avuto una sola preoccupazione: cercare di contenere l’opposizione (quasi sempre rappresentata dall’MPS e dalle sue iniziative), rinunciando a dare risposte adeguate ai cittadini e alle cittadine. Un bilancio politico fallimentare quello con il quale Governo e Parlamento si presentano all’appuntamento del 7 aprile: e comprendiamo il tentativo del filogovernativo Corriere di darne la colpa agli «strateghi» dell’MPS, alla diabolica coppia Pronzini-Sergi, sorta di abili e spregiudicati comunicatori.
Certo, un po’ di merito ce lo prendiamo, perché l’MPS ha fatto il suo dovere di forza anticapitalista e di opposizione; e speriamo che gli elettori e le elettrici il prossimo 7 aprile ci diano ancora più forza per continuare a svolgere questo ruolo di opposizione assolutamente necessario.
*L’OPINIONE di Giuseppe Sergi apparsa sul Corriere del Ticino del 27.3.2019