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Il nostro gruppo voterà contro il Consuntivo 2019, coerentemente con il nostro voto sul Preventivo 2019. Qui di seguito vorremmo illustrarne brevemente le ragioni.

È interessante notare come, pur trattandosi del Consuntivo 2019, i partiti di Municipio (concordi nella commissione della gestione) facciano a più riprese riferimento al COVID 19. Sottolineano giustamente che la situazione emersa alla fine del 2019, fotografata dal consuntivo (amministrativo ma anche politico), debba essere velocemente aggiornata: lo chiedono in particolare per gli investimenti e per le conseguenze fiscali della pandemia.

Non sembrano preoccupare per la verità (e chissà perché non ne siamo sorpresi) delle conseguenze sociali che il COVID ha messo in evidenza: pensiamo alle difficoltà reddituali che sicuramente ha ingenerato in una buona parte dei salariati che vivono sul territorio della città; ma pensiamo, evidentemente, a quel fenomeno terribile che è stata la vicenda dei decessi nelle case per anziani che ha visto Bellinzona, purtroppo, salire tristemente agli onori della cronaca per quanto successo nelle case anziani comunali e, in modo particolare, a Sementina.

Non è un caso che (malgrado i numerosi accenni al COVID presenti nel rapporto della commissione della gestione) di questa vicenda non si parli.

E invece bisogna parlarne perché siamo convinti che quanto successo a Sementina affonda le proprie radici proprio nel modo in cui si gestiscono, si dirigono gli istituti comunali dei quali fanno parte anche le case per anziani.

Non a caso il 2019 ha visto emergere altri problemi di gestione (poco importa che alcuni casi, come quello dei sorpassi sia venuto alla luce solo nel 2020). Ma, oltre a questi vi sono anche altre questioni legate all’amministrazione comunale che, tra l’altro, il rapporto della commissione della gestione è costretto, a denti stretti, a citare: pensiamo, ad esempio, a quello che viene definito (e citiamo) “il malumore del corpo insegnante verso la gestione del dicastero da parte del Municipio”.

A questo proposito facciamo notare che alcune delle interpellanze che abbiamo depositato a inizio legislatura arrivano, proprio in questa seduta del CC, in discussione. Dopo più di tre anni. E riguardano tutte, con intensità diversa, la scuola. Se modi e tempi con i quali il Municipio risponde alle richieste degli insegnanti è lo stesso con il quale risponde alle nostre interpellanze, è facile comprendere da dove venga il “malumore” del corpo insegnante; se poi la qualità e la serietà delle risposte è simile a quelle date alle nostre interpellanze, non vi è speranza che questo malumore cessi…

Malumore che si estende al resto del personale per le scelte scellerate fatte nell’ambito del passaggio di cassa pensione; per le scelte che vengono fatte, giorno per giorno, nella gestione del personale. Non vi sono dubbi che l’azienda Bellinzona, se così possiamo chiamarla, non goda oggi del favore del suo migliaio di dipendenti tra i quali, sempre per usare l’espressione eufemistica usata dalla commissione della gestione, serpeggia un certo malumore.

Ed allora è evidente che un servizio pubblico (e l’amministrazione di una città è un servizio pubblico) non può funzionare a dovere se coloro che sono a contatto diretto con il pubblico non sono soddisfatti del modo in cui sono trattati, non sono messi in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro. Cambiare questo stato di cose compete a chi ha assunto le funzioni dirigenziali (del personale dell’amministrazione così come quello della scuola o delle case per anziani).

Per tornare su un aspetto generale non si può non notare, ancora una volta, che il consuntivo viene presentato come quello di un anno di transizione. Ormai questi anni si susseguono, uno dietro l’altro. E a chi lo fa notare, si risponde che si stanno ponendo le basi per il futuro, grande e glorioso futuro, che verrà grazie alle premesse che si stanno ponendo ora.

Ne accenno anche, con un po’ di imbarazzo che traspare tra le righe, anche il rapporto della commissione delle gestione, sicuramente preoccupato per l’emergenza COVI, ma tutto sommato anche sollevato  perché, a fine 2020 e anche dopo, l’emergenza COVID servirà a mostrare la miseria di quei millantati progetti che avrebbero dovuto (o dovrebbero) cambiare radicalmente il futuro della città.
In realtà l’agire del Municipio di questa nuova Bellinzona (e dei partiti che lo sorreggono) sembra sempre più a quello dei protagonisti del Deserto dei Tartari, che passano la vita ad attendere l’evento (o gli eventi), grandi imprese che potrebbero dare un senso alla loro esistenza, nel nostro caso all’esistenza della nuova Bellinzona.

Chi ha letto il Deserto dei Tartari (un grande romanzo di Dino Buzzati) sa come sono andate a finire le cose; a chi non lo ha letto ne consigliamo la lettura: forse capiranno quali sono i destini di Bellinzona.

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