Governo cantonale e obbligo della mascherina, uno scenario già visto

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Nel fare un bilancio dell’intervento del governo cantonale nella lotta alla pandemia, e in particolare nella fase iniziale, avevamo criticato l’atteggiamento del governo definendolo di tipo reattivo e non preventivo. Un atteggiamento che aveva visto il governo prendere con ritardo misure di divieto di alcune manifestazioni carnevalesche, così come la chiusura di case anziani o il divieto di visita. Erano state decisione prese in ritardo: ma proprio nei momenti in cui, come ricordava il medico cantonale, ogni giorno conta.

Sembra che la stessa cosa possa ripetersi con l’obbligo dell’uso della mascherina sui mezzi di trasporto e in altri luoghi chiusi pubblici caratterizzati da grande affollamento (e quindi dalla impossibilità di rispettare le misure di igiene e di distanziamento sociale.

Su questo punto ormai possiamo dire che tutti gli “esperti” (dalla task force istituita dal governo ai consulenti sanitari del governo a livello cantonale) sono chiaramene a favore dell’introduzione di questo obbligo: solo i tentennamenti dei governi federale e cantonali (questi ultimi, sulla base delle direttive di legge oggi vigenti, possono decretarne l’obbligo) tendono a rinviare l’introduzione di tale misura che appare, in questo momento, oggettivamente necessaria quale ulteriore misura di prevenzione di fronte a qualche seri segnale di una ripresa della diffusione del virus.

Il governo cantonale annuncia, per bocca del ministro della sanità De Rosa, che ci sta pensando; ma basta leggere le sue dichiarazioni per capire quale grado di esitazione e confusione vi sia: “A titolo personale ritengo che sia importante già entrare in materia e iniziare a ipotizzare nelle prossime settimane di introdurre un tale obbligo…”. Campa cavallo…

Naturalmente in questo contesto non perde occasione per manifestarsi il ministro dei trasporti Zali (l’imboscato della pandemia: durante le apparizioni del governo abbiamo avuto diritto a mezza pagina di presa di posizione letta in una delle drammatiche conferenze stampa): “La situazione evolve continuamente; non l’abbiamo fatto finora, con il livello attuale dei contagi in Ticino rimane una calda raccomandazione, ma non siamo ancora al punto di introdurre degli obblighi…”. Della serie: quando saremo nei guai prenderemo delle misure di…prevenzione.

L’MPS ribadisce il suo sostegno, già espresso di recente, all’introduzione immediata dell’obbligo dell’uso della mascherina sui mezzi di trasporto e in altri luoghi chiusi pubblici caratterizzati da grande affollamento (e quindi dalla impossibilità di rispettare le misure di igiene e del cosiddetto distanziamento sociale).

Invita il governo a prendere questa misura con celerità e senza ulteriori esitazioni e rinvii, in modo da poter usufruire del potere di prevenzione di questo obbligo. Si tratta di un momento delicato, vista l’evoluzione dei contagi in diversi cantoni e considerato che il Cantone vive un momento caratterizzato dal ritorno dei flussi turistici interni e dallo sviluppo di situazione di maggior contatto tra le persone (manifestazioni estive, riapertura piscine, riapertura discoteche, etc.).

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