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Il Movimento per il socialismo (MPS) esprime piena solidarietà a medici e sanitari che oggi manifesteranno, con azioni simboliche di protesta che si terranno nel primo pomeriggio, il proprio dissenso nei confronti della politica del governo cantonale e federale, rimasti in questi mesi sordi agli appelli del mondo sanitario.

L’MPS che, da tempo e quasi da solo, si batte (con proposte fuori e dentro le istituzioni) perché vengano adottate misure più efficaci di contrasto alla pandemia non può che salutare con soddisfazione questa azione di protesta di coloro che sono in prima linea nella lotta alla pandemia.

L’Ordine dei medici, che ha promosso l’azione, ritine necessario “adottare i provvedimenti che si impongono”. Una critica chiara all’atteggiamento attendista, che dura ormai da mesi, in particolare del Consiglio di Stato che, ancora ieri nel suo comunicato, ha ribadito la propria volontà di non volersi discostare dalle decisioni federali, pur essendo la situazione cantonale sicuramente una delle più problematiche in Svizzera.

Nella sua presa di posizione, il governo ha dato segnali di confusione e contraddizione.

Pensiamo ad esempio alla surreale dichiarazione (ripetuta anche ai microfoni di alcune emittenti televisive dai ministri Bertoli e Gobbi) secondo la quale il problema maggiore sarebbe “l’assenza di misure o raccomandazioni chiare rivolte in maniera specifica alle fasce di popolazione che per età o patologie sono ad alto rischio di un decorso grave della malattia”. Siamo ritornati agli elevati livelli del “Cocchipensiero” della scorsa primavera, quando i capo della polizia cantonale invitava gli anziani ad “andare in letargo”.

Non meno significativo anche il rifiuto di estendere il ricorso al telelavoro, ritenendo sufficiente “l’attuale raccomandazione”. Eppure, il sondaggio promosso dall’MPS nel corso del mese di ottobre presso l’amministrazione cantonale, aveva confermato la necessità di migliorare il diritto e le condizioni di accesso al telelavoro.

Pure nella propria persa di posizione di ieri, il governo ha confermato il proprio disinteresse nei confronti delle raccomandazioni che il corpo medico, in modo incessante, ripetere da molto tempo.

A proposito dell’obbligo delle mascherine, ad esempio, il governo è stato capace di affermare di “ritenere eccessivo l’obbligo della mascherina anche per chi si trova alla scrivania o sul posto di lavoro”. Ricordiamo che è dallo scorso luglio che la totalità dei medici del Cantone aveva chiesto, con una petizione, l’introduzione dell’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi, cioè anche sui luoghi di lavoro.

Agendo in questo modo il governo dimostra, ancora una volta, la sua propensione verso gli interessi economici dominanti e conferma la propria opzione di mettere in secondo piano la difesa della salute dei cittadini e delle cittadine.

Un’opzione che, evidentemente, medici e sanitati non possono condividere: poiché da ormai un anno essi hanno messo proprio al centro della loro vita e della loro azione, con dedizione e subendo anche conseguenze, la cura e la salute della popolazione.