Il Collettivo femminista Io I’8 ogni giorno invita tutte e tutti a una Manifest-Azione che si terrà sabato 26 novembre nella piazza davanti al LAC a Lugano alle 15.00, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Ogni anno in Svizzera più di 20 donne vengono uccise per mano di mariti, partner, ex-partner, familiari o conoscenti. Anche in Ticino abbiamo assistito ad alcuni episodi di femminicidio o tentato femminicidio. Il femminicidio è la manifestazione più estrema di una violenza contro le donne che assume diverse forme.
Basti pensare che in Ticino la polizia riceve in media 4 chiamate al giorno per casi di violenza domestica. E si tratta solo della punta visibile dell’iceberg, perché la maggior parte delle violenze avvengono senza che siano poi segnalate e denunciate.
O ancora che in Svizzera il 22% delle donne ha subito atti sessuali indesiderati nel corso della propria vita, il 12% ha avuto rapporti sessuali contro la propria volontà. Solo l’8% delle persone interessate ha denunciato alla polizia le violenze sessuali subite.
Impossibile poi quantificare le donne che subiscono quotidianamente commenti inadeguati e sessisti, molestie e battutine svilenti.
Di fronte a questi numeri è dunque evidente che le misure messe in atto per prevenire la violenza maschile sulle donne nelle sue varie forme e per proteggere le vittime sono ancora insufficienti!

Si può, e si deve, abbattere questa piramide di violenze. Ma per farlo servono maggiori risorse, servizi, strumenti, formazione e prevenzione!
Servono maggiori risorse: quanto vale la vita delle donne?
Basta con le politiche di austerità e con il diktat del pareggio di bilancio. Esigiamo che la politica riconosca l’emergenza rappresentata dalla violenza sulle donne e che siano aumentate le risorse per contrastare questa guerra quotidiana nei nostri confronti.
Servono maggiori servizi e strumenti: non lasciamo le donne sole!
Basta con il solito “ritornello” delle donne che dovrebbero più spesso denunciare, che altro non è che un tentativo di far ricadere tutta la responsabilità sulle vittime. Tante donne denunciano, ma non ottengono l’ascolto, la protezione e la giustizia cui hanno diritto.
Chiediamo
· un numero unico di emergenza
· più posti letto nelle case rifugio
· un reddito di emergenza per le vittime di violenza domestica
· procedure specifiche all’interno degli ospedali (codice rosa)
· una legislazione basata sul consenso: solo si è si
Servono inoltre formazione, informazione e prevenzione.
Chiediamo:
· campagne di prevenzione capillari nei luoghi pubblici, nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
· una formazione specifica rivolta a tutte le persone che in vari ambiti (sanità, polizia, giustizia, servizi sociale, etc) entrano in contatto con le vittime di violenza.
Per essere efficaci, tuttavia, queste misure devono scaturire da una corretta lettura di cosa sia, e da dove nasca, la violenza maschile sulle donne. Basta con le scorciatoie individualizzanti o psicologizzanti che vedono nel maschio violento un caso isolato o un malato. Il problema è trasversale a tutte le fasce della popolazione ed è di natura strutturale: è a questo livello che deve essere combattuto.
Come collettivo da diversi anni portiamo avanti queste rivendicazioni, ma ancora non siamo state ascoltate…per questo il prossimo 26 novembre torniamo in piazza per far sentire la nostra voce.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare alla Manifest-Azione a Lugano contro i femminicidi e le altre forme di violenza che ci minacciano.
Sorellanza con le donne in lotta in tutto il mondo
In questo particolare momento esprimeremo anche la nostra solidarietà e vicinanza alle donne che in tutto il mondo si battono per i loro diritti e che sono vittime di una violenta repressione, come in Iran. E esprimeremo la nostra opposizione a tutte le guerre che si combattono anche sui corpi delle donne.
Anche la tua voce è importante!
Se toccano una, rispondiamo tutte!