Nel 2022, Lugano è fra le prime 15 città al mondo per crescita del numero di milionari (+8%). Secondo la società di consulenza Henley & Partners, a fine giugno 2022, Lugano contava 5’000 persone (il 7,52% della popolazione totale) con un patrimonio superiore a un milione di dollari, di cui 460 con più di 10 milioni, 31 con più di 100 milioni e 3 con più di 1 miliardo di dollari. L’esplosione di milionari in a Lugano, come in Ticino, è il risultato della scelta politica decennale di sgravare sempre più i grandi patrimoni e gli utili delle imprese, soprattutto dei super-ricchi stranieri, i famosi globalisti.
Costoro si accasano a Lugano perché godono di favori fiscali straordinari e di un contesto generale estremamente favorevole.
Per la popolazione “normale”, quella che vive esclusivamente del proprio salario o di una pensione, questa politica di potenti favori fiscali ai ricchi si traduce, sul lungo termine, in un bilancio negativo. Infatti, le minori entrate sono invocate per operare profondi tagli nella spesa pubblica e ai servizi fondamentali. La presenza della stragrande maggioranza di questi super-ricchi è esclusivamente parassitaria, senza nessun interesse per il territorio e il suo tessuto sociale. Ma si continua a favorirli mentre le condizioni dei “normali cittadini” peggiorano. La crescita della presenza di questi super-ricchi si sta rivelando, sul lungo periodo, proporzionalmente inversa al miglioramento delle condizioni di vita della stragrande maggioranza dei cittadini e della cittadine di Lugano.
L’allarme lanciato dal presidente Cedraschi in merito ai problemi finanziari della prima squadra dell’Associazione Lugano Basket Tigers e delle varie società cittadine, sportive e no, ha un rapporto diretto con questa politica.
Quanto sta succedendo con il basket dimostra almeno una verità già denunciata con forza durante la campagna sul PSE; e cioè che il futuro degli “sport minori” non dipendeva dalla realizzazione del PSE, sebbene la costruzione del palazzetto fosse una necessità indiscutibile. Nell’operazione la salvaguardia di questi “sport minori” è stata solo una questione secondaria, davanti a decisivi interessi speculativi. Si spenderanno 344 milioni per un misto di contenuti sportivi e immobiliari, mentre le società sportive minori non sapranno neppure se arriveranno a calcare il parquet del palazzetto. I problemi dello sport luganese non sono solo infrastrutturali e il fatto di aver legato l’approvazione del PSE al futuro delle società sportive luganesi si sta lentamente sgretolando. Solo il Municipale Badaracco continua a sostenere che “il PSE è una occasione unica di rilancio per questi sport” Campa cavallo…
L’arrivo di nuovi sponsor non dipenderà principalmente dalla nuova infrastruttura, ma dai risultati della prima squadra, dalla possibilità di calcare palcoscenici sportivi di un certo livello, dal seguito di pubblico che accompagna determinati sport, dai calcoli che faranno gli investitori. Dopo aver insaccato il sostegno delle società sportiva al PSE, ora il Municipio sembra del tutto disinteressato alla salvaguardia degli sport minori. Ite missa est…
*articolo apparso sul Corriere del Ticino venerdì 13 gennaio 2022.