L'”evoluzione drammatica delle finanze AVS” è stato utilizzato come un argomento decisivo per far passare AVS 21. Ma le proiezioni erano sbagliate. Le spese dell’AVS sono state sovrastimate di 14,2 miliardi! Attorno a questa richiesta sono stati presentati alcuni ricorsi ai quali si è unito il nostro sindacato. La votazione su AVS 21 deve essere annullata!
Siamo di fronte a un vero scandalo. E conferma che sono davvero disposti a fare di tutto (e di più) per attuare i loro piani antisociali. Sto parlando dell'”errore di calcolo” nelle proiezioni dell’AVS. Ridurre il tutto a un “errore di calcolo“, dovuto alla “complessità delle formule matematiche” utilizzate, è una grossolana mistificazione. L’uso delle proiezioni in questione è il prodotto di una scelta politica. In questo caso, drammatizzando all’estremo la situazione contabile dell’AVS, si è voluto spaventare la popolazione per far passare AVS 21, il piano che prevedeva l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne da 64 a 65 anni.
Il vero colpevole… a Strasburgo
I responsabili sono ben noti. Il primo ha occupato le prime pagine dei giornali: il direttore dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), Stéphane Rossini, che è stato un politico [consigliere nazionale del PSS] per molti anni prima di essere nominato capo dell’UFAS. Il secondo, invece, non viene mai nominato. Eppure, dall’inizio alla fine, ha incarnato la campagna a favore di AVS 21, senza mai esitare a dipingere il diavolo sul muro, sulla base delle proiezioni dell’UFAS. Sì, avete indovinato, è proprio lui, Alain Berset. È stato lui, inoltre, a mettere il suo compagno di partito Stéphane Rossini a capo di questo ufficio. Ma non preoccupatevi: anche se ha avuto un ruolo decisivo, grazie alle sue “argomentazioni” fuorvianti, nell’esito del voto che ha condannato operaie, infermiere e commesse a faticare per un altro anno, non sarà certo preoccupato: potrà continuare a godersi la sua nuova casa, la Villa Massol di Strasburgo – una proprietà con 950 mq di superficie abitabile – con i suoi domestici e autisti privati.
Non 4 miliardi, ma 14,2!
Oggi il direttore dell’UFAS continua a fare disinformazione. Nel rivelare l'”errore di calcolo“, ha parlato di una sovrastima delle spese AVS di 4 miliardi di franchi. In realtà, il totale cumulato sarà di 14,2 miliardi! I 4 miliardi di franchi corrispondono solo alla sovrastima per un anno, in questo caso il 2033; l'”errore di calcolo” riguarda anche gli anni precedenti. Ha anche affermato, in sintonia con i datori di lavoro, che le “tendenze di base rimangono le stesse”. Un altro trucco: una differenza di 14,2 miliardi non è da poco! A titolo di paragone, il Consiglio federale ha previsto un risparmio di 4,9 miliardi in dieci anni grazie ad AVS 21! Tutta la stampa sottolinea l’entità di questo “errore“, a cominciare dal quotidiano Arcinfo che parla di una cifra “astronomica” (7 agosto 2024) o di 24 heures/Tribune de Genève che lo definisce un “grande abbaglio” (7 agosto 2024). Persino il nuovo capo di Stéphane Rossini, Elisabeth Baume-Schneider – che ha condotto la campagna “con grande entusiasmo” contro la 13° AVS, ripetendo parola per parola gli argomenti della propaganda neoliberista – in questa occasione è stata costretta ad ammettere che “questo errore è importante, significativo e grave” (La Liberté, 8 agosto 2024).
Non è ancora finita
Comunque sia, la vicenda non è finita. Sono stati presentati diversi ricorsi. L’obiettivo è quello di far annullare il voto su AVS 21. Il nostro sindacato ha aderito a questi ricorsi che sono stati presentati in diversi cantoni, conformemente alle leggi in vigore. Tuttavia, sappiamo già che i Cantoni non sono competenti a pronunciarsi su di essi; a seguito delle inevitabili decisioni di inammissibilità da parte loro, sarà il Tribunale federale (TF) a essere investito e a dover decidere.
Una vera beffa
È tutt’altro che scontato che questi ricorsi vengano respinti. Naturalmente, sappiamo bene che questa “giustizia” è tutt’altro che neutrale. Condannare le manovre e gli intrighi del Consiglio federale per far passare progetti antisociali al servizio dei datori di lavoro non è sua consuetudine. Detto questo, in questo caso la violazione dei diritti dei cittadini e delle cittadine è flagrante. L’articolo 34, paragrafo 2, della Costituzione federale garantisce “la libera formazione dell’opinione dei cittadini e l’espressione fedele e affidabile della loro volontà“. Questo articolo è stato chiaramente violato: le cifre contenute nell’opuscolo ufficiale sul voto per AVS 21 inviato a tutti gli elettori erano sbagliate. Si parlava di un “fabbisogno finanziario per l’AVS nei prossimi dieci anni [che] ammonta a circa 18,5 miliardi di franchi” (pagina 25). Per tutta la campagna elettorale, Alain Berset non ha mai smesso di parlare di questa cifra, che è stata il suo primo e principale “argomento“. Tutti i testi e i video disponibili (conferenza stampa del Consiglio federale del 27 giugno 2022, dibattito su Infrarouge sulla RTS del 7 settembre 2022, ecc.). Alla luce delle sovrastime delle uscite emerse negli ultimi giorni, si è trattato di una vera e propria presa per i fondelli.
Per inciso, l’AVS è tutt’altro che sull’orlo del collasso: l’anno scorso ha registrato un’eccedenza di quasi 3 miliardi e ha un patrimonio record di quasi 50 miliardi!
Proiezioni decisive
È vero che non tutti hanno votato sulla base delle proiezioni dell’UFAS, ma dato il margine estremamente ridotto tra i “sì” (50,5%) e i “no” (49,5%), queste proiezioni sono state decisive per far pendere la bilancia. Le analisi post-voto confermano che “preservare il futuro finanziario dell’AVS” è stato il motivo della scelta di una parte significativa di coloro che hanno votato “sì”. Insomma, se altri 15’598 dei quasi 3 milioni di votanti avessero votato “no”, AVS 21 sarebbe stata respinta!
Precedenti favorevoli
Esiste inoltre un precedente che potrebbe giocare a nostro favore: il Tribunale federale ha annullato il risultato della votazione sull’iniziativa “Per le coppie e le famiglie – No alla criminalizzazione del matrimonio” (28 febbraio 2016), lanciata dall’allora PPD. All’epoca, l'”errore” riguardava il numero di coppie sposate interessate al cambiamento proposto. La decisione del TF si basava proprio sul fatto che quell’”errore” metteva in discussione, nel contesto di una votazione serrata, “la libera formazione dell’opinione dei cittadini e l’espressione fedele e affidabile della loro volontà“. La situazione odierna è simile: cifre e “argomenti” fuorvianti hanno giocato un ruolo decisivo nell’esito di una votazione popolare con un margine di vittoria ancora più ridotto.
Per farla breve, la votazione sull’AVS 21 deve essere annullata e l’età pensionabile delle donne non deve essere aumentata. Battiamoci tutti e tutte insieme per raggiungere questo obiettivo, sostenendo l’azione legale con una vasta campagna di base, sindacale e femminista!
*Agostino Soldini è Segretario centrale del sindacato SSP/VPOD
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