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Pubblichiamo l’interpellanza che i deputati MPS hanno inoltrato oggi chiedendo al governo di prendere posizione sulla vertenza, ormai pubblica, tra il consigliere di Stato Zali e il quotidiano La Regione. (Red)

Ormai da tempo,  i rapporti tra il quotidiano La Regione e il consigliere di Stato Claudio Zali si sono guastati.
Ad avere ulteriormente inasprito la situazione sono due articoli con i quali il quotidiano aveva dato notizia di una vicenda che lo vede coinvolto come parte lesa.
Il consigliere Zali, non contento che La Regione abbia – come era suo diritto e dovere a nostro modo di vedere – accennato a questo fatto di cronaca, ha chiesto alla Pretura di Bellinzona di emanare un decreto che impedisca ai giornalisti del quotidiano (e solo a loro!) di riferire sul dibattimento – pubblico – nel quale Zali comparirà, come detto, in qualità di presunta vittima di tentata estorsione, tentata e consumata coazione, diffamazione e ingiuria.
Il tentativo di mediazione esperito negli scorsi giorni non ha dato risultati e quindi Zali proseguirà per vie legali per ottenere quanto richiesto. Inoltre, abbiamo letto, in un recente editoriale firmato dal direttore del quotidiano di Bellinzona, che “Zali ha prefigurato l’apertura di un altro filone penale: una querela nei confronti del sottoscritto per il presunto reato di diffamazione”, legata ad un recente commento del giornale sulla vicenda in questione apparso il 14 agosto 2024.
Appare a questo punto evidente a tutti e tutte che la battaglia che sta conducendo Zali contro il quotidiano La Regione non ha ormai più nulla a che fare con la difesa della privacy, che ognuno di noi ha sicuramente il diritto di difendere.
Indipendentemente dalle motivazioni e dalla eventuali ragioni avanzate dal consigliere Zali (si tratterebbe di una vicenda “personale”) questa offensiva si è in realtà trasformata in una battaglia di un membro del governo cantonale contro la libertà della stampa e dei giornalisti di esercitare il loro ruolo.
Lo confermano, a nostro modo di vedere, almeno due elementi:
1) Zali chiede che il divieto di parlare di questa sua vicenda processuale sia decretato solo nei confronti de La Regione e dei suoi giornalisti e non di altri organi di stampa
2) a seguito di questa vicenda, Zali ha messo in atto tutta una serie di azioni, in particolare nell’ambito comunicativo, che implicano il suo dipartimento e i suoi funzionari. Come noto egli non comunica – nella sua veste di consigliere di Stato e sui temi di interesse pubblico – con il giornale, così come i suoi funzionari dirigenti.
A questo punto pare a noi evidente che la questione non può più ridursi a una semplice “querelle” tra Claudio Zali e il quotidiano La Regione.
La contestazione della libertà della stampa e il boicottaggio comunicativo da parte di un membro del governo nei confronti di un importante quotidiano cantonale implica, di fatto, tutto l’esecutivo di cui Claudio Zali fa parte.

Riteniamo quindi necessario che il governo prenda posizione e in particolare chiediamo:

1. Il CdS è stato regolarmente informato da parte di Claudio Zali sui passi che in questi ultimi mesi egli ha compiuto nei confronti de La Regione ai quali si accenna qui sopra?

2. Il CdS condivide l’offensiva giuridica e comunicativa del consigliere Zali nei confronti de La Regione?

2. Non ritiene, il CdS, che la richiesta di impedire alla sola Regione e ai suoi giornalisti di raccontare lo svolgimento di un processo pubblico sia lesiva dell’art. 8 della Costituzione cantonale?

4. Non ritiene, il CdS, di dover intervenire affinché il consigliere di Stato Zali interrompa quella che ormai è diventata, indipendentemente dalle ragioni che la ispirano, un’aperta campagna di un membro del governo contro la libertà della stampa?

5. Non ritiene, il CdS, di dover intervenire per invitare il consigliere di Stato Zali a ripristinare i canali di comunicazione con la Regione (in particolare da parte dei suoi funzionari) onde assicurare quel necessario e fondamentale lavoro svolto dalla stampa nella formazione della pubblica opinione?