Pubblichiamo é presa di posizione inviata oggi alla stampa da parte del comitato di ErreDiPi che prende posizione su tre temi importanti concernenti il personale. (Red)
1.Applicazione delle misure di compensazione
Come tutti ricorderanno lo scorso 9 giugno sono state approvate le misure di compensazione varate dal Gran Consiglio per impedire che le future rendite pensionistiche subissero una ulteriore diminuzione del 20% dopo quella subita nel 2012.
Il meccanismo fondamentale delle misure di compensazione è l’aumento dei contributi pagati da datore di lavoro e dipendente. Il Gran Consiglio ha approvato il cpv. 6 dell’art. 11 della Legge sull’Istituto di Previdenza del Cantone Ticino (LIPCT) che prevede il prelevamento di “un contributo supplementare che ammonta al massimo al 4% dello stipendio assicurato ed è interamente destinato a incrementare gli accrediti di vecchiaia fissati nel regolamento di previdenza”. Spetta al Consiglio di Stato fissare il contributo all’interno di questa forchetta (tra lo 0 e il 4%) su proposta del Consiglio di amministrazione dell’IPCT. Il governo decide pure “la ripartizione del suo finanziamento tra datori di lavoro ed assicurati, tenuto conto che la partecipazione minima a carico degli assicurati ammonta al 50% del contributo supplementare, quella massima al 70%”.
Il 19 giugno il precedente Consiglio di amministrazione dell’IPCT (ricordiamo che il nuovo Consiglio, non ancora insediato, era stato eletto in maggio) ha proposto al governo un contributo del 3% con una quota del 60% a carico dei dipendenti.
Ma dal 2012 gli assicurati attivi rifinanziano la cassa pensioni ben oltre il dovuto, con il triplice meccanismo della “cresta” (scarto tra contributi ordinari netti e accrediti), degli interessi sul capitale quasi sempre al minimo e ben sotto il rendimento medio della cassa, della diminuzione delle rendite vedovili.
E nel corso del 2024 – con una decisione successiva alle trattative sulle misure di compensazione – il Consiglio di Stato, unico tra i governi cantonali della Confederazione, ha deciso di non adeguare per il 2023 i salari dei propri dipendenti – tutti assicurati IPCT – al costo della vita. Tale decisione abbassa il valore del salario reale e ha dirette ripercussioni sulle rendite pensionistiche.
Per queste ragioni ErreDiPi non può condividere la proposta inviata al governo dal precedente Consiglio di amministrazione dell’IPCT. La recente assemblea di ErreDiPi del 31 agosto ha deciso di proporre un contributo complessivo del 4% suddividendo l’onere a metà (50%) tra datore di lavoro e dipendente. Il comitato di ErreDiPi ha perciò invitato i suoi rappresentanti in seno al CdA a sostenere questa posizione, comunicandola allo stesso tempo al Consiglio di Stato.
2. Compensazione del rincaro 2024 e recupero rincaro 2023
Negli scorsi giorni, il presidente del Consiglio di Stato ha comunicato in Parlamento che il governo ha deciso di non concedere la compensazione integrale dei salari all’indice nazionale dei prezzi al consumo 2024. Si tratterebbe quindi del secondo anno consecutivo senza un adeguamento, corretto e strutturale, dei salari al costo della vita. Ricordiamo infatti che lo scorso anno (di fronte ad un aumento dell’indice dei prezzi al consumo dell’1,52% in novembre) il Cantone ha concesso solo una indennità una tantum di 400 fr. uguale per tutti e due giorni di vacanza supplementare.
A fine del 2024 l’aumento dei prezzi al consuma dovrebbe fissarsi attorno all’1,2%-1,4% (il padronato – secondo un’inchiesta del KOF – prevede di aumentare i salari dell’1,4%). ErreDiPi ritiene che il rincaro rappresenti un diritto elementare e fondamentale: ossia quello di continuare a ricevere un salario dello stesso valore, di evitare che il lavoro fornito venga remunerato al di sotto del suo valore precedente.
Per questo chiediamo che, oltre alla compensazione dei salari per l’anno in corso, venga recuperato il rincaro del 2023. Chiediamo quindi un adeguamento della scala salariale del 3,1%.
Facciamo notare che questa rivendicazione è ampiamente al di sotto delle richieste del settore privato, nel suo complesso, nel quale le organizzazioni sindacali chiedono adeguamenti salariali pari al 5%.
3. Preventivo 2025 e manifestazione del 16 ottobre
In merito al preventivo 2025 ErreDipi chiede che il governo abbandoni la pratica di non sostituire 1 lavoratore su 5 partenti (diminuzione del 20%). Questa decisione, unitamente ad altre, ha peggiorato le condizioni di lavoro e la qualità e la quantità dei servizi offerti alla popolazione.
Così come chiediamo che vengano abbandonate tutte quelle misure – già approvate con il Preventivo precedente – che hanno apportato pregiudizio in diversi ambiti educativi e sociali e messo in sofferenza tutto il servizio pubblico.
Per questa ragione ErreDiPi sostiene e aderisce alla manifestazione del 16 ottobre indetta dalle organizzazioni sindacali e si impegnerà per incoraggiare la partecipazione.
ErreDiPi resta tuttavia convinta che, vista la determinazione di governo e parlamento verso una politica di austerità fatta di peggioramenti alle prestazioni, ai salari e alle condizioni di lavoro, vada costruita una strategia più efficace – con mobilitazioni e/o scioperi sui luoghi di lavoro. Solo in questo modo si potrà accumulare una forza sufficiente per modificare le decisioni e la politica di governo e Parlamento.