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Le casse pensioni svizzere discutono in queste settimane di come remunerare gli averi di vecchiaia, cioè il conto individuale che ogni assicurato a una cassa pensione possiede. Ogni anno gli organi della cassa decidono quale tasso di interesse applicare per l’anno seguente.
Son diverse le considerazioni alla base di queste decisioni. Prima di tutto vi è la necessità di rispettare il tasso minimo che viene fissato dal Consiglio federale (per il 2025 è stato fissato all’1,25%); ma, fondamentale, è la redditività conseguita dagli investimenti, cioè da quanto hanno reso i capitali – formati dai contributi pagati dagli assicurati e dai datori di lavoro – investiti (in obbligazioni, azioni, immobiliare).
Le considerazioni su questo tasso di interesse hanno una dimensione eminentemente politica: prova ne sia che la commissione federale che deve proporre al Consiglio federale il tasso di interesse non riesce ormai da molto tempo a trovare una proposta unitaria: associazioni padronali e rappresentanti sindacali – presenti nella commissione – si trovano assai distanti nelle loro proposte. Per cui, alla fine, decide il Consiglio federale.

Anche la cassa IPCT, quella che assicura i lavoratori del settore pubblico e para-pubblico cantonale, sta affrontando questa discussione. E, in questa prospettiva, ErreDiPI ha pubblicamente proposto di riconoscere un interesse del 4%.
Alla base di questa proposta – che i rappresentanti di ErreDiPi hanno intenzione di riprendere in seno al Consiglio di amministrazione di IPCT – il fatto che negli ultimi anni gli assicurati hanno ricevuto un interesse quasi sempre in linea con quello minimo ufficiale (attorno all’1,5%) malgrado gli investimenti della cassa abbiano ottenuto risultati di gran lunga migliori e malgrado, nel 2012 al momento della riforma di IPCT, siano stati promessi tassi di remunerazione che dal 2% arrivavano al 4%. Promesse sistematicamente disattese.
ErreDiPi ricorda che negli ultimi 12 anni gli investimenti dell’IPCT hanno reso circa il 53% – in media circa 3,6% su base annua. Sono guadagni, ricorda, “fatti con soldi nostri: ma a noi ne è stato versato solo 1/3”. ErreDiPi ricorda che bisogna cominciare a recuperare quanto perso negli ultimi dieci anni. Gli investimenti dell’IPCT, ad esempio, quest’anno renderanno circa il 6%: “se non si recupera un po’ ora, quando mai lo si farà?” aggiunge ErreDiPi.

I tre rappresentanti nel CdA dell’IPCT stanno chiedendo questo: un tasso d’interesse che riconosca con una cifra (e non solo a parole…) che assicurate e assicurati dal 2013 sono spremuti come limoni e che forse non va bene continuare così.

ErreDiPi chiede a tutti gli assicurati IPCT di sottoscrivere online un appello appello che sostiene questa proposta e di diffonderlo presso gli assicurati e le assicurate IPCT: https://docs.google.com/forms/d/15UOrV2wdNMNvkn6NHmZRlWMpC_g3t-BWUkgS6c2FkJI/edit.
(basta mettere nome, cognome e paese di domicilio; entro il 15/12: il 16 si discute della questione in IPCT).

Per chi volesse approfondire, rinviamo a questo interessante e sintetico documento prodotto da ErreDiPi scaricabile a questo link: https://mps-ti.ch/wp-content/uploads/2024/12/IPCT_situazione-lato-assicurati_breve.pdf